mercoledì 24 maggio 2006

Il Sogno

Nell’antichità il sogno riconduceva al Divino. I simboli trasmessi dai sogni indicavano la via verso il “Vero Sé”. Elevazione.
Oggi, gli stessi simboli vengono interpretati alla luce delle pulsioni sessuali più sordide e volgari. Affossamento.
Siamo migliori, adesso? Adesso che abbiamo sostituito l’aspirazione al Divino con l’ossessione delle pulsioni sessuali?
Siamo migliori oggi, quando tutti coloro che non sono schiavi delle proprie pulsioni sono additati come “repressi”?
Viviamo meglio, adesso?

giovedì 18 maggio 2006

Le vendette di un Vicario di Cristo

E se sul trono sedesse un folle omicida? Oggi si parla dell’Imperatore bizantino Giustiniano II (685-695 e 705-711). Notate l’intervallo tra le date? In effetti dopo 10 anni di regno venne deposto. E a buona ragione. Era un disgraziato dotato di pessimo carattere e inesauribile sete di vendetta. Ma i Bizantini non lo eliminarono quando ne ebbero l’opportunità. E furono di nuovo guai...
Non era partito male, il nostro Giustiniano. Aveva lo stesso nome del grande Imperatore del VI secolo e come tale si comportava. Del resto, cosa fareste voi se a 16 anni vi acclamassero Imperatore e Vicario di Cristo in terra?
Dopo aver mazzolato gli Slavi dei Balcani e averne deportati 30mila in Asia Minore (le deportazioni erano il suo marchio di fabbrica…) si mise in testa di far arrestare il Papa di Roma, ma le truppe bizantine di Ravenna si opposero ai suoi ordini. Non aveva ancora finito di pulirsi la bava irosa dalla bocca che la popolazione dell’Impero, oppressa dalle pesantissime tasse imposte dai suoi funzionari, si rivoltò contro il governo. Giustiniano venne deposto e gli tagliarono il naso: secondo la tradizione un uomo “incompleto” non poteva essere Imperatore e quindi Giustiniano sembrava fuori gioco. Poi lo spedirono in esilio a Cherson in Crimea, un luogo talmente tetro e desolato che al solo nominarlo i Bizantini si raccomandavano a qualche Santo.
Sin da subito Giustiniano si diede a progettare il proprio ritorno, al punto che le autorità di Cherson decisero di punirlo. Ma l’ex Imperatore, che era intrattabile ma anche scaltro, fuggì nelle steppe e raggiunse il Khan dei Cazari, un popolo di origine turca. Al Khan stava simpatico quel giovane senza naso, o forse era dotato di grande lungimiranza: fatto sta che gli diede in sposa la sorella. Il governo di Bisanzio ingiunse al Khan di consegnare Giustiniano, che fuggì di nuovo presso il sovrano di Bulgaria, Tervel, di cui si guadagnò l’appoggio. Quanto meno, era ottimo nelle pubbliche relazioni coi “barbari”.
Nel 705 si presentò a Costantinopoli con un esercito bulgaro e riconquistò il trono. Per dieci anni aveva maledetto i suoi nemici e ora avrebbe avuto la sua vendetta. Assiso sul trono imperiale, sfoggiando un finto naso d’oro (!), concesse a Tervel un titolo nobiliare talmente elevato che fece inorridire i cortigiani greci. Poi si dedicò ai suoi oppositori. Decapitazioni, occhi strappati con ferri roventi, sgozzamenti, amputazioni (tra cui la sempre gradita evirazione, che creava nuovi eunuchi da utilizzare a corte). Gli Arabi facevano il bello e il cattivo tempo in Asia Minore, ma Giustiniano era impegnato a far arrostire vivi i suoi nemici interni. Niente pietà nemmeno per donne e bambini.
Memore dell’insubordinazione della città di Ravenna, la fece devastare nel 709. I maggiorenti della città vennero deportati a Costantinopoli, torturati e uccisi. Il vescovo di Ravenna fu accecato (ma almeno sopravvisse, poveraccio).
Nel 711 volle fare lo stesso con la città di Cherson, ma scoppiò una rivolta che si diffuse in tutto l’Impero. L’armata guidata dall’usurpatore Filippico entrò in Costantinopoli senza opposizione. Il sovrano aveva tirato troppo la corda.
Giustiniano II venne ucciso e decapitato. La testa fu inviata a Roma e a Ravenna per poter essere presa a sputi un po’ da tutti. Giustiniano II aveva un figlio, Tiberio, un bimbo di sei anni: fecero fuori anche lui, sospettando che dal padre potesse aver ereditato il carattere…
NON SEMPRE I VICARI DI CRISTO IN TERRA SONO AGNELLINI.

venerdì 12 maggio 2006

KRUM, iracondo Khan dei Bulgari

Nell’anno 965 il collerico Imperatore di Bisanzio Niceforo II Foca insultò gli ambasciatori bulgari in visita chiamandoli “barbari ricoperti di pellicce puzzolenti”. Nella mente di Niceforo, quella era l’immagine del terribile Krum.
Khan dei Bulgari (803-814), fu nemico per l’Impero bizantino. Uno di quegli avversari che ti sogni di notte…
Appena salito al trono, Krum, guerriero pagano di inaudita violenza, passò qualche anno a consolidare il suo potere. Mozzando teste a destra e a manca, eliminò qualunque opposizione.
Raggiunta la stabilità interna con simili raffinate tecniche, rivolse lo sguardo verso sud, ove sorgeva l’Impero bizantino. Assetato in egual misura di guerre e ricchezze, nell’809 si lanciò contro le fortezze imperiali lungo i confini e le devastò. Non trascurò ovviamente di assaltare e saccheggiare Serdica, uno dei principali centri della zona. La guarnigione venne passata a fil di lama e pare che anche la popolazione della città dovette subire le moleste attenzioni del sovrano.
L’Imperatore dell’epoca, Niceforo I (802-811), sapeva che se avesse lasciato via libera a Krum, presto se lo sarebbe trovato alle porte della capitale. Partì dunque con un esercito e penetrò in profondità nel territorio bulgaro, quasi senza incontrare resistenza: Krum se l’era data a gambe… era un barbaro, non uno sprovveduto! Niceforo devastò la capitale bulgara, poi tornò a Costantinopoli gonfiando il petto per quella prova di forza (bella fatica, aveva incontrato praticamente solo pecore!!!).
Appena l’ultimo soldato imperiale ebbe varcato il confine per tornare a casa, Krum ritornò nelle sue terre scagliando insulti verso i Bizantini e minacciando terribili rappresagli. Per tenersi in allenamento, continuò a decapitare senza distinguere tra oppositori e gente che passava di lì per caso.
Per due anni Niceforo I preparò la spedizione verso la Bulgaria. Voleva liberarsi di Krum e delle sue scorrerie una volta per tutte, quindi mise in campo un imponente esercito. Nel maggio dell’811 l’esercito imperiale varcò i confini e assaltò Pliska. Guarnigione e popolazione vennero massacrate, comprese le donne e i bambini. Povera gente… già Krum non aveva problemi a spargere il sangue della sua gente, ma se ci si metteva anche il “magnanimo” Imperatore cristiano…
Il khan se ne stava tra le montagne ad assistere alla carneficina. L’ira lo sconvolgeva e dalle vette scagliava insulti contro i Bizantini. Ma di nascosto inviava profferte di pace, che Niceforo si permetteva di rispedire al mittente.
L’Imperatore decise anzi di farla finita e condusse il suo esercito tra le montagne per farla finita con Krum. Ma cadde in una trappola. Venne bloccato con tutte le sue truppe all’interno di una gola. I Bulgari attaccarono con armi da lancio, provocarono frane, poi si scagliarono alla carica già dai fianchi della montagna sui Greci in fuga. Fu un massacro e una vittoria esaltante per Krum.
Nicerofo venne gravemente ferito. I Bulgari lo catturarono e lo portarono a Krum. Questi lo torturò, lo decapitò™ e lo impalò davanti alla sua tenda. Poi fece scarnificare il cranio, lo fece rivestire d’argento ed ebbe la cortesia di utilizzarlo come boccale preferito.

BARBARICO

lunedì 8 maggio 2006

Masters of Fun

Dedicato a tutti i Dungeon Master, Narratori, Arbitri di Giochi di Ruolo. Brava gente. Pensate, passano il loro tempo libero a inventare storie per far divertire gli altri (i giocatori)…
Brava gente, insomma. Ma devono anche essere “professionali”. Di esperienza nel campo ne ho tanta (se sono bravo… lo dovete chiedere ai giocatori), e quindi posso permettermi di tirare fuori qualche dritta.

  1. Lascia perdere le manie di protagonismo. I protagonisti sono i giocatori. Non tu. Nessuno si diverte a farsi ammazzare da mostri insormontabili, oppure a sorbirsi mezzora di descrizione di un vaso. Consiglio sempre di porsi questa domanda: se agisco così, lo faccio per far divertire di più i giocatori o per soddisfare il mio ego?
  2. Mi piacciono le storie articolate. Ma amo anche che siano i giocatori a forgiarle. Non voglio che abbiano la sensazione che ogni cosa che fanno sia inutile per indirizzare gli eventi. Io voglio che pensino che se decidono di andare a destra invece che a sinistra, allora la storia cambi completamente. Non è facile. Bisognerebbe prevedere ogni loro mossa. C’è chi è bravo a farlo, soprattutto se ha giocatori prevedibili. Io preferisco fare in altra maniera… Mi immagino la storia, in tutto e per tutto, e ne traccio uno svolgimento: penso a come andrebbe la vicenda se non ci fossero i giocatori. Poi immagino a grandi linee quale possa essere il loro impatto sulla storia, ma senza prendere decisioni irreversibili. E adatto la storia strada facendo. Massima adattabilità, massima dedizione al divertimento. Se vedo che non sono coinvolti, cambio tutto, anche in corsa… il fine è il divertimento del giocatore.
  3. Un giocatore maturo apprezza molto di più una bella storia rispetto a 5 ore di combattimenti e spartizione del ricco tesoro. Le legnate ci vogliono, perché spezzano il ritmo. I tesori rappresentano la gratificazione materiale. Ma non pensare di rendere bella una giocata solo consegnando ai giocatori armi e denaro e oggetti magici a profusione. A meno che non abbiano 14 anni…
  4. Se hai il blocco creativo, nessuno ti impedisce di prendere spunto da libri, film, storie altrui. Alla fine, l’obiettivo è divertirsi e non c’è un concorso che premia l’originalità. Però ricordati di integrare bene la storia nella tua campagna. Se copi la storia di Braveheart ma la inserisci in una campagna per la liberazione di un antico e fiero regno dall’invasore, la soddisfazione del giocatore sarà totale. Ma che copiare non diventi un’abitudine.
  5. Cerca di conoscere i giocatori. Sono loro che determinano il tuo valore. Se vedi che preferiscono vicende complesse e piene di sottotrame, fagliele giocare. Se amano comportarsi da mercenari, mandali in terre in guerra e fagli guadagnare onore e denaro sul campo di battaglia. Se amano le storie d’amore, hai il dovere di fargliele vivere. A te magari piace da morire condurre avventure nello spazio, ma se i giocatori bramano di andare ad ammazzar draghi non puoi negarglielo. Sono loro che decidono, non tu. Se decidi tu, loro se ne vanno. Perché non si divertono.
  6. È un lavoro da altruisti. Però, signori… che gratificazioni!!!

mercoledì 3 maggio 2006

Porte Astrali

Ogni tanto mi capita di dover parlare di un album. Non è normale, sia chiaro. Di solito, le gente mi chiede consigli su che album acquistare (o meglio, scaricare… inutile farsi illusioni) e sono sempre ben felice di farlo. Ma non mi prendo la briga di consigliare album di recente uscita. Un po’ perché non ne acquisto molti, preferendo andare alla ricerca di roba di catalogo (più economica e di maggiore qualità), e un po’ perché in effetti non ci sono band recenti che mi fanno davvero smuovere il culo.
Ebbene, eccone una.
Signore e signori… Astral Doors! È recentemente uscito il loro terzo album, Astralism. Da avere.
Già col debutto, Of the Son and the Father, mi avevano fatto ottima impressione (peccato per la scandalosa copertina dell’edizione europea, una schifezza che vi esorto a cercare su internet per chiedersi cosa avessero mangiato i discografici che la hanno scelta).
Il secondo, Evil is Forever, fu un fulmine a ciel sereno. Enorme passo in avanti, sia come composizioni sia come suoni. Una rivelazione e un album che ascolto ancora adesso.
E incomincia il timore che abbiano già dato tutto.
Il singolo Raiders of the Ark doveva servire a placare l’attesa per il terzo album, ma era talmente bello che faceva solo salire la bile per dover attendere ancora. Eppure si trattava di una specie di raccolta di B-sides, con la sola title-track ad anticipazione della nuova opera.
Astralism lo sono andato a comprare in negozio. Sì, quei posti dove vendono i CD originali. Era un pezzo che non compravo un CD in negozio, di solito uso i mailorder dove ancora si riesce a spendere una cifra attorno ai 15 euro. Per gli Astral Doors no. Euro 19. Grazie e arrivederci. E chi se ne frega. Una tantum…
Ne è valsa la pena. Potrei sfoderare una sequela di aggettivi uno più ridondante dell’altro, eppure non sarei soddisfatto comunque. L’unica cosa che posso suggerire è: abbiàtelo!
So che quasi tutti coloro che conosco si lanceranno allo scaricamento selvaggio dell’album. A parecchi piacerà, perché il gruppo vale davvero. Un appello: se davvero vi piace, compratelo originale.
Gli Astral Doors sono stati accusati di copiare R.J. Dio e i gruppi in cui ha militato (Rainbow, Black Sabbath). Errore da dilettanti. Vero che la voce (eccezionale) del cantante va molto vicino a quella di R.J. Dio e anche le canzoni fanno tesoro della lezione dei Blackmoore e Iommi più ispirati. Ma questi non sono imitatori, hanno la fatidica marcia in più. Sono potenti, melodici, trascinanti. Chiedo scusa, mi sono partiti degli aggettivi…
Riflessione. I Rainbow sono dispersi da più di dieci anni, e da più di venti non suonano così epici e travolgenti. R.J. Dio vivacchia coi vecchi hits e ogni tanto produce album senza infamia e senza lode, che vengono regolarmente dimenticati. I Black Sabbath sono defunti anche loro da un decennio, e ogni tanto recuperano Ozzy per qualche patetico ritorno live, ovviamente evitando come la peste le canzoni dal 1978 in poi. Ecco gli Astral Doors, con un sound legato a quello dei suddetti, ma anche fresco e con contributi originali. Gente, da buttarsi a pesce. Non cambiano la vita, ma la rendono molto più soddisfacente!
Nel 2004 ero al Wacken Open Air (il maggior Festival Metal in Europa, per chi non è dell’ambiente) e, non conoscendoli, ho snobbato la loro esibizione. Ho avuto poi diversi mesi per divorarmi le parti intime per la rabbia. A ottobre tornano, di spalla ai Blind Guardian. Si prospetta una serata in prima fila. Sto già affilando le lame.