domenica 19 luglio 2009

Gods OF METAL 2009: la Madre di Tutte le Recensioni

Ritardo, ritardo. Chi c'era, questo Gods se lo sarà già dimenticato, sostituito da qualche incendiario show di cover band di Vasco alla Sagra dell'Insalata. Chi non c'era si sarà concentrato su eventi ben più rilevanti, come il nuovo calendario di Kermit la Rana. Nulla di male, allora, nel ritornare indietro di un mese e rivivere le emozioni della Gay Pr... del Gods of Metal 2009!!!


Arrivo con brillante ritardo, giusto per ascoltare le ultime note dei Backyard Babies e per lanciare qualche kleenex sul palco. Impietosito dalla condizioni del chitarrista Dregen, gli ho anche scagliato un euro in tasca, in modo che possa farsi il biglietto per tornare a casa.

Sistemazione sugli spalti, PR a profusione, ingestione di barrette energetiche al gusto di coda di rospo, fastidio perché la band che suonano mi costringono a interrompere le PR, acquisto capolavori imprescindibili, salti a destra e a manca per evitare le tossiche nubi di lacca, corso accelerato per distinguere maschi glam da femmine glam (hint n.1: basta controllare se hanno il calzino arrotolato dentro gli spandex)... ordinaria amministrazione.

Ah, hanno anche suonato...


EPICA. Gothic sinfonico con strappona. Ma io stavo facendo una competizione di bicipite, mica posso perdere tempo per vedere una band che già non avevo visto altre 3 volte!


MARTY FRIEDMAN. Premio “Balls Frantumator 2009”. 45 minuti di chitarrismo strumentale. Trovata marketing degli organizzatori per vedere più aspirine? Marty c'ha il fisico segaligno e i capelli di sua proprietà, in pratica fisicamente è preso meglio del 90% dei musicisti del Gods. Poteva risparmiarci questi 45 minuti e passare quel tempo allo stand degli autografi a farsi tirare i riccioli dai feticisti.


EDGUY. Cosa si pretende da una band in un festival? Che diverta, che suoni le canzoni più famose, che coinvolga il pubblico. Ecco, gli Edguy hanno fatto tutto questo. Inutile girarci intorno, tra le band “giovani” ce ne sono poche di meglio. Peccato che non possano godere di vendite milionarie e quindi di adeguato seguito di groupies: la cosa deve pesare parecchio al singer Toby, che per tutto il concerto cerca soddisfazione per le sue scariche ormonali (ovviamente con risultati nulli). C'è bisogno di una fidanzata al più presto, altrimenti perderà diottrie fin alla cecità.


LITA FORD. Esteticamente Lita ce la fa, pur tenendo conto che ha 50 anni. Per il resto, grande uso dei playback, che avrebbe fatto bene a mantenere per tutto lo show: quando prova a fare le cose da sola, disastro di stonature. I pezzi famosi li ha fatti tutti e nel finale tira fuori dal cilindro il gorilla, suo marito Jim Gillette, quello che negli anni '80 spaccava i bicchieri con gli acuti (cantava anche coi Nitro, ma vuoi mettere ricordarlo per essere un fenomeno da baraccone?). Lita promette anche un nuovo album: lo compone il mese prossimo, ma io l'ho già ascoltato e posso affermare che Lita deve dedicarsi alla carpenteria.


QUEENSRYCHE. Geoff Tate mi doveva una prestazione clamorosa. In risposta, il singer si presenta abbigliato come un gangster messicano, sfoggiando un braccio da curl/french press ma anche una panza da birra/salsiccia. La prestazione è superlativa, non hanno suonato i pezzi che esigevo e, anzi, ne hanno fatti molti che io ho provveduto a dimenticare (quelli dell'ultimo album), ma hanno eseguito “Neue Regel”. Hanno eseguito “Neue Regel”. Hanno eseguito “Neue Regel”. “Neue Regel”. La musica è il regno della soggettività, “Neue Regel” no.


TESLA. Che arroganza! Tutti i Tesla hanno messo le parrucche coi capelli lunghissimi. Ma chi si credono di essere? Solo i Whitesnake possono sfoggiare i parrucconi anni '80! Solo il cantante Jeff Keith ha una parrucca in stile ultimo Dokken e un fisichetto rachitico che denota splendide annate di abusi di genere extra-alimentare e extra-alcolico. Bella prestazione, il chitarrista solista giovincello (ha 28 anni) voleva chiaramente smettere presto per farsi tutte le befane del parterre: spero che ci sia riuscito, perché le altre band della giornata, tra arteriosclerosi e mogli-dobermann, non hanno combinato niente. Mi pare sia stato un gran concerto, ma ero impegnato a parlare di cose fondamentali (calze autoreggenti e addominali) quindi mi sono distratto.


HEAVEN & HELL. Visti da distante e dall'alto, perché R.J. Dio è talmente nano che se stai in mezzo al pubblico ti pare che il cantante sia rimasto a New York. Hanno suonato bene, ma gli H&H hanno un pubblico talmente fanatico che anche se andassero sul palco a ruttare per due ore la gente si esalterebbe lo stesso, lodando il genio di una band che non delude mai. Certo che, visto dall'alto, il pubblico rifletteva le luci dello stage meglio del Faro di Alessandria. Le prime tre file avevano l'età media uguale a quella dei parlamentari italiani.


MOTLEY CRUE. Questi hanno smesso di considerarsi una band il secolo scorso. Tuttavia gli strumentisti ancora riescono a non far troppo ridere. E meglio ancora se Tommy Lee imparasse l'arte del silenzio, visto e considerato che si esprime con un vocabolario di 12 termini ed esprime concetti che a confronto Pino Scotto pare Berlinguer. Ma la palma del peggiore la vince, come era prevedibile, quel barile biondo di Vincenzo Neil Warthon, ed ecco la motivazioni per questa vittoria:

1. Non conosce i testi, a parte quelli dell'ultimo album. E' noto che il cervello di Vince ha una capacità di memoria risibile e ogni volta che i Crue scrivono un nuovo pezzo, lui deve dimenticarne uno vecchio sennò c'è sovraccarico.

2. Si muove come Yoghi, ma lo capisco perché portare in giro per il palco una panza grande come un trolley non è facile. Certo, se uno va in tour potrebbe anche fare un po' di training, ma la colpa è di certo degli altri che lo fanno bere.

3. Vincenzo è stato intonato per un quarto d'ora nel 1986, dopo la galera. Poi non ha retto alla responsibilità e ha deciso che tanto è biondo e questo bastava e avanzava per fare di lui una Rockstar. Però il trucchetto di aspirare elio per cantare sempre in falsetto è, lasciatemelo dire, una genialata. Già mi immagino Vince nel backstage che prende per il culo Tate e Dio mentre fanno i loro esercizi di riscaldamento.

4. Non si è mai accorto che nella biografia dei Crue (“The Dirt”) gli fanno fare apposta la figura dell'idiota. Insomma, le avrai lette le bozze, babbeo! Oppure Vince è analfabeta... certo, se deve imparare le nuove canzoni dei Crue non può ricordarsi anche come si legge... lo spazio è quello che è...


mercoledì 1 luglio 2009

Saluto tutti

e me ne vado per qualche giorno in ferie, meritate e ricercate con insistenza. Non combinate casino qui in Italia mentre io vado a cercare l'Heavy Metal in giro per l'Europa.


So benissimo che vi devo una recensione del Gods, anche se potrei cavarmela dicendo che è andato esattamente come avevo scritto settimane fa. Sta di fatto che in ferie avrò tempo per ricordare ogni singola vaccata che è stata fatta al festival e vedrete che l'attesa non sarà delusa. Per ora anticipo che sul palco si sono visti cinghiali, robottini, aspiratori di elio, grezzoni dell'oratorio (Tommy Lee, i cui monologhi tradotti sono gli stessi del bullo dell'oratorio qui a fianco), nani, raccomandati, mafiosi, MILFs, ecc.