giovedì 28 luglio 2011

Bang Your Head 2011: seconda parte


SABATO 16 luglio


IVANHOE. Non li conoscevo e non faremo conoscenza in futuro. Anche loro però devono giustificare la loro presenza e quindi debbono presentare un disadattato nella band: vince a mani basse il chitarrista ritmico che si gasa da solo mentre il pubblico guarda unicamente il cantante. Nello stand delle colazioni servono frittate con bacon, senape dolce, birra e caffè americano.


METAL INQUISITOR. HM classico per una band esteticamente improponibile ma apparentemente apprezzata, tanto in Germania il 4/4 con riff quadrato assicura sempre un minimo di headbanging. Certo che i criteri estetici contano zero per i tedeschi, se il riff quadrato lo suonasse Zio Paperone sarebbero lo stesso sotto il palco a fare il pugno (uno solo, l'altra mano regge birra).


ASTRAL DOORS. Li ho persi a Wacken perché non li conoscevo e non li ho visti di spalla ai Blind Guardian perché trattavo con un bagarino, quindi stavolta nulla mi può fermare: carburo con gnocchetti svevi pieni di speck e formaggio e mi piazzo sotto il palco. Nils Patrik ha una voce da Dio, ma carisma zero spaccato: si mette anche a canticchiare le melodie degli assoli durante i pochi momenti di gloria del chitarrista. Esecuzione perfetta tecnicamente, spettacolo pochissimo: partirebbe il dilemma se a contare siano le canzoni o anche l'occhio vuole la sua parte, ma quando a dieci metri ti preparano il pollo al curry non puoi star là a razionalizzare.


TYGERS OF PAN TANG. A mani basse la band più “da calvi” del festival e infatti non sto neanche a descrivere la zozzeria umana che sbracciava nelle prime tre file: un tripudio di riporti, dentiere, magliette del Monsters of Rock 1982 (quello con Status Quo, Gillan solista, Uriah Heep e Hawkwind... mi sono cadute le unghie solo a digitare). Le donne, per quanto impresentabili, sono state confinate in fondo, ma forse si sono isolate da sole. Il cantante spacca le chiappette, ma è distante anni luce dalle singerz che piacciono a me.


D-A-D. Eccola la sorpresa (annunciata), uno show da strapparsi le mutande senza togliere le brache. Partono col botto, infilano detonazioni una dopo l'altra e chiudono con un tripudio degno di Scipione Africano. Troppo facile dire che la superstar è il bassista col suo basso in vetro a due corde (tra l'altro fisicaccio da paura, ma tanto non c'era niente di decente da rimorchiare), anche gli altri hanno fatto scatenare Balingen e mi hanno obbligato a rimandare il pasto di un paio d'ore: ne è valsa la pena, ovvio, perché di lì a poco mi sarei divorato...


HARDCORE SUPERSTAR. Durante l'intro la band salta fuori senza strumenti e comincia a gasare il pubblico dalla pedana centrale. Reazione isterica dei fans nelle prime file e vittoria a mani basse degli svedesi, che quando attaccano a suonare hanno già un parterre in piena esplosione. Le ragazze (sono arrivate anche quelle normali, non solo quelle XXL) si esaltano, i ragazzi si esaltano perché le ragazze si esaltano, la Germania intera si esalta perché birra ce n'è finché si vuole. Jocke è vestito come uno squatter e il bassista va licenziato per eccesso adiposo, ma quando attaccano “We Don't Celebrate Sundays” si capisce chi comanda. Vittoria totale.


PSYCHOTIC WALTZ. Non pervenuti, dormivo alla grande. Faccio comunque notare che, con sedili posteriori tirati già, finestrini abbassati, luce soffusa teutonica e portabagagli capiente, si è dormito un'ora come divinità e la ripartenza è stata prodigiosa (sponsorizzata da Rockstar Energy Drink, of course). Inteludio: panino con la bistecca, panino con wurstel e salsa al curry, spiedino gigante.


JEFF SCOTT SOTO. L'interesse principale era vedere se fosse ancora ciccione come l'abbiamo visto a marzo con la Trans Siberian Orchestra. Diciamo che ha avuto momenti migliori, ma è un tamarro e si veste alla grande, quindi sembra sempre in griglia. Sex symbol assoluto per il pubblico femminile, ma ci scommetterei che anche i maschi tedeschi, dopo le solite 16 birre, un bacetto glielo darebbero. Due cover di Axel Rudi Pell sono state sufficienti a elargirmi goduria abbondante, poi me ne sono andato per risparmiare le forze e spendere al Metalborse.


SONATA ARCTICA. Se guardiamo le vendite, la posizione nel bill è legittima. Se invece si giudica in base alla reazione del pubblico, è inspiegabile che i Sonata Arctica suonino così tardi: a parte le prime due file entusiaste, alla gente sembra non fregare nulla dei finlandesi, al punto che i chioschi delle birre sono affollati come non mai e ciò contribuisce a riempire il suolo di relitti umani. Uno in particolare l'ho trovato addormentato al mattino causa 3 birre post-risveglio, poi si è ripreso e ha barcollato in giro, poi sono arrivati i Sonata e ha ripreso a bere, collassando miserabilmente.


PRETTY MAIDS. Almeno una volta nella vita, bisogna vedere i PM. Perché hanno inciso “Jump the Gun” (e non hanno fatto neanche una canzone, bastardos), perché suonano “Rodeo”, perché dischi brutti non ne hanno mai pubblicati (e pubblicano dischi ogni cambio di stagione) e soprattutto perché non so quanto ancora il chitarrista Ken Hammer ce la farà a tirare avanti. Ken negli anni '80-'90 sembrava un Simon Le Bon dei poveri, adesso invece è un ciccione alcolizzato che suona divinamente e sembra felice di godersi la vita, ma suda come un maiale solo a salire due gradini e puzza come una distilleria. Ronnie Atkins è vecchio ma ganzissimo. Show da paura.


HELLOWEEN. Assisto a pochissime songs perché ci sono altre priorità, ma è chiaro che questi sono un'istituzione e non c'è tedesco che non conosca le loro hitz. È vero che fanno anche canzoni nuove, ma quelle le conosciamo grazie al download e quindi cori garantiti. Deris azzecca il concerto (non è scontato, ma migliora con gli anni), gli altri sono macchine da guerra e non sbagliano un colpo. Il solito problema è Weikath, che fa lo scazzato con un umorismo che capisce solo lui (fa finta di suonare, si addormenta sul palco, dice boiate al microfono con voce da topo) e colleziona l'ennesima figura barbina. Contento lui.


SLAYER. Non ho sentito nemmeno una nota.


LORDI. Seconda fila a 50 gradi e 100% d'umidità, circondato da tedeschi birrosi e quello a destra che emette flatulenze senza ritegno. Cosa non si fa per amore... Lordi ripaga con uno show clamoroso, pieno di colpi di scena e siparietti cheap-horror che comunque sono più fighi di quelli di Dario Argento. Il fanatismo regna sovrano, ogni tedesco ha il suo mostro preferito e i mostri ringraziano perdendo litri di bava e sudore. Lordi è frontman scafato anche se impedito non solo da un costume obeso, ma anche da una panza sempre più imponente. Speriamo solo che non cerchino anche delle grupies, non solo il BYH non ne offre, ma nemmeno loro senza costume avrebbero molto da offrire. Chiusura del festival da lusso sfrenato.


domenica 24 luglio 2011

BANG YOUR HEAD 2011


Venerdì 15 luglio

HUMAN ZOO. Sostituire i Crashdiet all'ultimo non è complicato, visto che gli svedesi sono dei tossici e i drogati sono inaffidabili. Infatti gli HZ ripagano con uno show vigoroso, hanno belle canzoni e il sax li distingue dalla massa. Melodie a profusione, i pochi presenti alle 10 del mattino se li gustano insieme alle prime birre.


PORTRAIT. Il cantante più scarso del festival, peggio dei cantanti death e di Tom Araya. Hanno anche il chitarrista più obeso del festival, che contiene il lardo con una cartucciera-panciera tra il desolante e l'ilare. I testi satanici li bollano come maledetti menagrami. State alla larga, vi si seccano i pomodori.


CRYSTAL VIPER. Se non avessero alla voce una ragazzetta caruccia come le commesse di Intimissimi, probabilmente non suonerebbero qui. Ma ci sono anche gruppi peggiori e con cantanti calvi, quindi accettiamo quello che viene. Tra l'altro la signorina suonerebbe anche la chitarra, ma in realtà fa qualche accordo e poi si lancia in un solo totalmente casuale: fosse il solito calvo, tireremmo le pietre, invece la attendiamo in Italia.


STORMWARRIOR. Rocciosi e indigesti come un'insalata di crauti. Ma suonano sempre, in tutti i festival. In Italia una situazione del genere si spiega con parentele o amicizie pesanti, in Germania sorge il sospetto che gli Stormwarrior piacciano davvero. Al basso hanno Yenz, che suona con qualunque band di Amburgo.


LEGION OF THE DAMNED. Uaaaaaaaaurgh sbraaaaagh blurrrrrrrrrgh. Poi hanno passato il resto del festival a bighellonare per rimediare autografi (zero, i tedeschi chiedono autografi solo durante i meet'n greet, sennò ti ignorano) e donne (non ho seguito le loro evoluzioni, ma se hanno rimorchiato prevedo per loro duri mesi di riabilitazione).


CRIMSON GLORY. Poterli vedere dal vivo è un privilegio, Todd LaTorre è un buon (e a volte ottimo) sostituto di Midnight. Questo è il meglio che si possa vedere col nome “Crimson Glory”. Drenning ha speso i guadagni dei primi due album in lifting e dentista, adesso sembra una professoressa acida delle superiori. Il bassista è Kiefer Sutherland. Effetto “Rockstar”: prima di “Queen of the Masquerade” uno del pubblico lancia un acuto scimmiesco in sfida al cantante, il quale si mette in posa e strilla “Stand Up and Shout” a pieni polmoni, pettinando tutto il Baden-Wuttenberg.


DEATH ANGEL. Thrash Metal On Dope per una band che suona ogni estate in Germania, al punto che ti viene il sospetto che questi filippini abbiano trovato lavoro laggiù. Faranno i tassisti, immagino. Tributo finale a R.J. con una convincente “Heaven and Hell” (chi se l'aspettava che Osegueda avesse doti vocali?).


QUIET RIOT. È una cover band di lusso, ma i lifting e una scelta di sartoria estremamente azzeccata permettono alla band di presentarsi in maniera decente sul palco. Mark Huff canta meglio di DuBrow e sentire “Metal Health” al Bang Your Head vale il prezzo del biglietto. Ruffianata centrale di Frankie Banali, che al microfono chiede un minuto di silenzio per Kevin DuBrow e Randy Rhoades: dopo dieci secondi gli organizzatori gli intimano di iniziare a suonare, perché siamo in Germania e queste italianate non funzionano.


CRIPPER. Sconosciuti con moretta tatuata alla voce che rutta come mio zio Mario. In Germania, pure loro hanno un pubblico e poi vengo a sapere che hanno fatto 4 album: adesso capisco perché i CD non li compra più nessuno.


ASPHYX. Old School Death Metal, mamma mia quanto mi sono piaciuti. Se fosse stata una gara di imitatori del latrato canino, il cantante avrebbe vinto a mani basse.


AMORPHIS. Grandi questi finnici malinconici, metallici ma non caciaroni, con le tastiere liquide che riportano alla mente deserti del Nevada e rockstar fatte di peyote che si credono lucertole. In Germania il cantante sembra essere una specie di sex symbol e lo intervistano chiedendogli quali tecniche usa per mantenere i suoi dreadlocks dopo più di 12 anni senza tagliarli.


OVERKILL. Blitz è l'Iggy Pop del Metal e questo basta per far sbavare le centinaia di tedesche sovrappeso. Detto questo, ero impegnato a procacciarmi uno spiedo di mezzo metro spennellato con salsa piccante: carne di pollo, ovviamente, ma tanto anche il pollo sa di maiale in terra teutonica.


IMMORTAL. La Gang dei Panda arriva truce e borchiatissima, partono 3 petardi da Sagra del Peperone e Abbath si mette nella posa del water. Lo schema viene ripetuto per poco più di un'ora, ma almeno posso riflettere sul fatto che questo black metal, almeno per i gruppi con un certo seguito, è diventata l'ennesima “Rock'n Roll Swindle”. La maggioranza del pubblico segue tranquilla con birra in mano, i più esaltati sono i minorenni ma scene desolanti non ce ne sono state. Peccato, un'ora buttata.


ACCEPT. Per la Germania è la band live TOTALE. Tutti i classici, perfetti come suono, una partecipazione del pubblico pari a un uragano. Hanno preso un cantante uguale a UDO ma che mangia meno e riesce a parlare in inglese visto che è yankee, per il resto delirio assoluto: bombe a mano, esplosioni, laser, paracadutisti, niente tette al vento (a parte quelle del chitarrista dei Portrait). Un fan molesto mi ha obbligato a fare con lui le mossette sincronizzate da teutonic metal per un quarto d'ora, dopo l'ho mandato a prendere le birre e sono scappato.

martedì 5 luglio 2011

The Convivenza Saga – Tales from Via Zermanese


Ora che i tempo di abbandonare questo appartamento e questo zoo si stanno avvicinando, spendo due parole in questioni irrilevanti.

Intanto, siamo stati bene. Dopo un paio di mesi di entusiasmo collettivo, da coppia moderna che si spartisce i lavori, il maschio ha tirato i remi in barca sostenendo che lui porta a casa i soldi e quindi è dispensato non solo dal lavare le mutande, ma anche dal gettarle nel cesto della biancheria. Ora, dopo diversi mesi di mutande incollate al soffitto, si pone il problema di ripulire il tutto.

Tramontata mestamente l'idea di acquistare uno schiavo (colpa di questo Stato Moderno figlio delle peggiori idee illuministe), si pensa di prendere uno stagista, che tanto non è diverso da uno schiavo e, anzi, non gli devi dare da mangiare. Purtroppo gli stagisti sono in grado solo di portare caffè e fare fotocopie, mansioni per le quali abbiamo già il Furby.

Insomma, pare chiaro che dovremo arrangiarci. Oppure potrei regalare voti a scuola in cambio di un libero contributo degli studenti per spalare la spazzatura e scrostare il water. Soluzione anticonformista, curriculare, formativa e con un tocco di ricattatorio che fa “Antico Regime” (o Prima Repubblica). O, meglio di tutto, incaricare un interior designer di giustificare il caos primordiale e la spazzatura come “scelta di vita al di fuori di schemi convenzionali, molto avanguardistica, un po' bauhaus un po' downtown-L.A. ma con chiare influenze mitteleuropee e citazioni dal neo-realismo di Ladri di Biciclette”.

Chi mi mancherà del vicinato? Nel palazzo dove abito c'è brava gente, alla fine, e devo dire che hanno accettato quasi tutte le nostre peculiarità: dai burnout in moto al paganesimo, dalla cucina piromane fino alle esibizioni canore sotto la doccia. Hanno perdonato anche chiunque abbia causato un blackout in tutto il quartiere perché, oltre a far viaggiare lavatrice e lavastoviglie e microonde ha voluto anche alzare lo stereo dove osano le aquile (ma quando ascolti “The Secret of Steel” non esiste un volume a meno di 10). Non posso dire che ci mancherete, perché là dove vado posso ascoltare HM anche alle 3 di notte, mentre qui nel condominio avete strane regole che me lo impediscono, tuttavia nessuno ci ha mai denunciati in più di un anno e il prete locale non è mai riuscito a entrare in casa, quindi grazie mille a tutti.

Un grazie a tutti coloro che, impietositi dalla quantità di fiocchi di latte che portavo a casa dal supermercato, hanno pensato che la morosa non volesse cucinare e mi hanno donato lasagne, arrosti, torte assortite, bottiglie di grappa fatta in casa e insaccati in scadenza: le cose decenti le abbiamo mangiate, le altre le abbiamo donate ai gatti del quartiere.

Un abbraccio al vecchio che porta a spasso il chihuahua lungo la strada davanti casa ad ogni ora del giorno: in 2 km di strada il cane fa mediamente 30 litri di pipì, così segui la striscia e sai che trovi prima o poi anche il vecchio.

In bocca al lupo a chi entrerà in questo appartamento dopo di me, se riuscirai a staccare i calzettoni di rugby dal lampadario sai dove restituirli.

Un'ultima cosa, rivolta a tutti i vicini: andare in moto NON è il mio lavoro, descrivere la coppia come “il motociclista e la cantante” è ganzo e non l'ho mai voluto correggere, ma in effetti io faccio il domatore di scimmie.