sabato 8 giugno 2019

Metalitalia Festival 2019 ... i motivi per esserci andato...

METALITALIA FESTIVAL DAY 2
2 giugno 2019
Live Club (Trezzo sull'Adda – MI)



Il Day 2 del Festival vende l'anima all'Hard Rock.
Bene, perché il pubblico del Frontiers può rivedersi nello stesso posto di aprile senza troppi traumi da cambiamento, che l'età porta a essere abitudinari.
Il tocco di colore, come sempre, lo dà la ciurma di Rockerz tatuati e parruccati, con collane in stile Mr T.
Età media sempre gloriosamente over 35, tendente 45: patologie più frequenti la sciatica, la prostatite e il campo di distorsione della realtà.
I look svariano da jeans&maglietta (trasversale, qualunquista, rassicurante) ad avanzo di galera (RayBan, tatuaggi, fedina penale inzaccherata), da tigre della tangenziale (stivaloni, reti da pesca) ad aspiranti cloni di qualunque disperato che abbia fatto una foto promozionale a L.A. nell'86.
Curare il look per sembrare una Rockstar e produrre invece un clone di Vince Neil 2019 mi riuscirebbe anche bene, ma la concorrenza ormai è imbattibile.
Detto che la location è impeccabile e che il cibo vegano incuriosisce come uno show dei Watain al Firefest, partiamo con le band. Purtroppo si insiste a lasciare il Live Club a Trezzo sull'Adda, invece di spostarlo nella più conveniente Treviso, quindi perdo le prime band. Dicono siano stati bravi, di certo hanno dato tutto in pubbliche relazioni nel corso della giornata.

RAIN.
Ormai sono “quelli con le pole dancers”.
A me hanno sempre dato l'impressione di volersi accoppiare molto più spesso di quanto gli riesca. Almeno a giudicare dai testi degli ultimi album. Ci sta quindi la carta delle ballerine, che funzionano nel loro obiettivo: attirare l'attenzione sul palco.
Certo, poi non si può pretendere che lo spettatore medio si ricordi anche le canzoni.
Ma se panem et circensesdoveva essere, poteva andarci ben peggio. 

HELL IN THE CLUB.
Ho visto gli Elvenclub la prima volta nel parcheggio di un bowling, zona industriale di Motta di Livenza (TV). All'epoca suonavano anche alle feste di compleanno. Apprezzai, come apprezzo sempre le cose strane e fuori luogo (tipo un professore felice o un estintore vestito con un frac). Ma sono bravi anche in contesti come il Metalitalia. Voglio bene al batterista che si tira le bacchette in testa. E mi piace il chiodo del cantante, che potrebbe andare bene a mio figlio di 4 anni. Non li ho mai visti molesti nel backstage, il che può significare che sono persone educate oppure che io non sono mai stato in alcun backstage.

Riporto ragionamento di scalcinato utente del Festival. 
Le maglietti ufficiali costano tra 25-30 euro. 
Una birra costa 5 euro. 
5 birre e sei leader of the pack, parli 8 lingue, attacchi bottone con tutti, vivi l'illusione di essere bello e di piacere a chiunque, poi svieni. 
Altrimenti prendi la maglietta e la indossi nella vita di tutti i giorni per ottenere in cambio isolamento sociale e accuse di satanismo.
Meditate.

CRAZY LIXX.
5 album (di cui almeno 3½ bellissimi), talmente tanti pezzi belli che ne saltano sempre troppi nelle setilist. Sono talmente anni '80 che ormai fanno le grafiche delle maglie col Commodore 64. Hanno tutti i capelli.
Eppure devono avere gravissimi problemi personali con ogni singolo fonico in Italia, visto che le chitarre non si sentono e che, senza nemmeno le basi di tastiera, pare una serata in sala prove quando il chitarrista pacca all'ultimo ma hai già pagato il mese in anticipo.
Toccherà espatriare di nuovo per sentirli al pieno potenziale.
Spero che i loro finanziatori occulti (NWO? Soros? Illuminati? Rosacroce?) continuino a fargli incidere gli album incredibili, se gli tocca trovarsi un lavoro perdiamo moltissime magliette coi loghi ottantiani.

A ogni singolo concerto ho beccato i CL a spasso, molto disposti a chiacchierare coi fans (soprattutto con le fans, ma come fargliene una colpa?) a parte il cantante Danny Rexon. 
Che fine fa? 
Lo chiedo all'ursino batterista Joel, meraviglioso con ciabatte da campeggio e unghie nere che gli impediranno a vita i piaceri fugaci del sesso nel backstage. Joel ammette che il cantante scrive i pezzi, produce, fa promozione e social management, fa la spesa e pulisce casa, ma quando si è trattato di rispondere ha preferito deviare il discorso sugli incomprensibili dialetti dell'Andalusia.
Seriamente. 
Lo ha fatto. 
Quindi il mistero resta. Che fine fa Danny Rexon dopo ogni show? Gioca da solo a Cluedo? Scrive i prossimi 7 album? Guarda per la millesima volta Miami Vice per copiare i look clamorosi? Con opportuni finanziamenti, la risposta l'avrete al prossimo show.

PHIL CAMPBELL AND THE BASTARD SONS.
Mentre era nei Motorhead Campbell ha trovato il tempo di sfornare e allevare 3 figli, musicisti pure loro. Tenendo conto della durata dei tour con Lemmy, probabilmente hanno conosciuto il padre verso i vent'anni. Per recuperare, la famigliola ha messo su una band, ha ingaggiato un cantante e ha fatto uscire un album “sudatissimo e polveroso” (cit.), per poi partire in tour ovunque.
E basta...
Ero fuori in giardino.
Ho sentito “Born To Raise Hell” e sono corso dentro.
Poi sono uscito a sedermi.
Gli anni delle 12 ore in piedi in transenna sono iniziati e finiti nel 1997.
Ormai l'obiettivo è vivere per scrivere un'altra recensione.

HARDCORE SUPERSTAR.
A me stanno sulle balle perché non scrivono abbastanza canzoni che mi piacciano. Al massimo 3-4 per album, con tendenza al calo negli ultimi.
Però live sono tra i migliori al mondo.
E lo sanno anche loro. Per quello scrivono gli album nei ritagli di tempo durante i weekend di pesca al salmone.
Pare che la preoccupazione principale del pubblico fosse la presenza o assenza del baffo di Jocke Berg. Appena il cantante irrompe sul palco e tutti realizzano che il baffo non c'è, partono caroselli in stile vittoria ai mondiali '82.
Mi perdo a guardare il dinamico Vic Zino, uomo realizzato e sorridente: era nei Crazy Lixx, ma si vede che è felice dove sta, perché girano molte più donne e la sua chitarra sul palco si sente.
Nel dopo show saltano sempre fuori i nostalgici che rimpiangono l'ex chitarrista coi denti marci e i concerti del 2001 nei centri sociali. Suvvia, mancano anche a me, ma solo perché ero giovane, bellissimo e credevo nel suffragio universale.

Noto nelle dinamiche da area esterna che la tensione da riproduzone praticamente non esista. Non perché manchi il desiderio, ovviamente, visto che i Rockerz hanno la spiccata tendenza ad accoppiarsi tra simili.
E' che ormai tutti conoscono tutti e quello che poteva accadere è già accaduto da anni oppure non accadrà mai. 
Praticamente adesso ci sono le dinamiche da crociera dei pensionati.

GOTTHARD.
La band della giornata col repertorio migliore.
Pure le coriste che cantano davvero e non sono là solo a dimenarsi... grazie, non sono abituato, è roba da gente coi soldi...
Noto che si vede il batterista: di solito è invisibile perché alto come un puffo, infatti mi dicono che per questo tour sia sostituito dal drummer degli Helloween.
Leo Leoni è sempre uguale al mio elettrauto Toni con la parrucca.
Concedo 3 pezzi, perché devo puntare verso la terra della Punteggiatura a bestemmie (il Veneto).
I Gotthard sicuramente lo sanno e sanno anche che tirerò fuori la solita storia dell'elettrauto, quindi mi cacciano due pezzi recenti (con Maeder) che ovviamente non conosco perché … dai … veramente ascoltate i nuovi pezzi dei Gotthard???
La terza canzone è “Hush”, che sarà anche scalpitante e sculettina, ma è una cover anni '60 e solo il cappellino in testa mi blocca la caduta dei capelli.
Poi basta. Autogrill o morte.
Grandi Gotthard, avevate il piglio dei professionisti in mezzo ai disperati, ma i lettori di questo blog mai sapranno come state vivendo la vostra seconda vita.

Metalitalia, grazie.