lunedì 31 luglio 2006

Addio alla Leggenda

In memoria di David Gemmell (1948-2006)

... E sulle sue mura si erge un guerriero che non ha mai perso una battaglia, un uomo che non ha mai tradito i propri principi: Druss, la Leggenda.

Un giorno, forse, scriverò qualche recensione degli splendidi romanzi di David Gemmell.
Ma ora è tempo di elevare un commosso addio ad uno dei più grandi scrittori moderni.

mercoledì 26 luglio 2006

SUNSET BOULEVARD


Sentite questa!
Metal Sludge (il miglior sito al mondo per la musica anni ’80, http://www.metalsludge.tv/home/, andate e innamoratevi) ha recentemente intervistato Marq Torien, cantante dei BulletBoys.
Il suo gruppo era uno dei 6 milioni di gruppi hard rock-glam che, usciti a fine anni ’80, hanno venduto alla grande il primo e il secondo album (all’epoca vendevano davvero tutti!) e poi si sono messi a fare grunge e sono stati giustamente dimenticati.
Marq porta ancora avanti il progetto, tra il disinteresse generale. Tanto per capirci, l’intervista l’ha fatta dopo un concerto davanti a 12 persone!
Nel 2003 ha fatto uscire un nuovo album dei BulletBoys, acquistabile solo tramite il sito ufficiale (che non aggiorna da 3 anni!) oppure ai concerti.

METAL SLUDGE: Quante copie ha venduto il nuovo album fin’ora?
MARQ: Non so di preciso, ma di sicuro tra le 20.000 e le 40.000 copie!

BOOM!

20-40mila copie? Con un sito che riporta news di 3 anni fa? Con concerti davanti a 12 persone?
Marq, poveretto, è solo uno di quelle centinaia di musicisti degli anni ’80 che hanno avuto i loro 10 secondi di fama, i loro 5 grammi di coca, le loro 3 grupies da sollazzare… e che vent’anni dopo non riescono a capacitarsi di come possa essere tutto finito!
Ce ne sono parecchi in giro. Vivacchiano suonando i loro vecchi successi davanti a platee di quarantenni nostalgici, ubriacandosi di rum da discount e di ricordi lontani, sfasciando camere di motel perché credono di essere all’Hilton (ma il giorno dopo devono svuotare il conto in banca per pagare i danni!).
Estrema sindrome di Peter Pan.
Per ridere e per piangere… http://www.metalsludge.tv/home/

venerdì 21 luglio 2006

REVIVAL PAGANO


Gli Amon Amarth sono un gruppo che ha sfruttato al meglio gli stereotipi del Metal. Musica è cupa e marziale, ma con una valida tensione epica, cantante che grugnisce inni a Odino e accuse al Cristianesimo, l’immagine all black dressed e una infarinatura di conoscenze storiche e superstizioni.
Vogliamo bene ai gruppi così. Una volta erano i Manowar a scrivere “Gates of Valalla” (con molta più classe, ovviamente) e adesso abbiamo questi Svedesi dalle folte chiome e dalle generose panze gonfie di birra e polpette.
Quello che stona in tutto ciò è il modo in cui viene percepito il gruppo. Alfieri del paganesimo… preservatori delle tradizioni nordiche…
Senza nulla togliere al presunto orgoglio nazional-pagano di questi cinque soggetti, mi pare che sarebbe meglio se li considerassimo per quello che sono: gente che parla in maniera superficiale di questioni che richiedono ben altro spessore.
I testi degli Amon Amarth viaggiano a cavallo tra la scopiazzatura di leggende dell’Edda e scenette da Conan il Barbaro. Chiariamoci: i Vichinghi non hanno mai assalito i Crisitiani in nome di Odino, semmai lo hanno fatto in nome di Bottino!
E poi, è mai possibile ridurre a mero ammazzacristiani una figura come il Dio Monocolo? Dio della guerra e dei misteri delle Rune, adorato da guerrieri, da politici e incantatori, ma anche da poeti… cedette un suo occhio un cambio della Conoscenza e per nove giorni e nove notti pendette da Yggdrasil ottenendo i segreti della Magia e delle Rune.
Odino è una delle figure più complesse e affascinanti di tutta la mitologia umana. Il suo essere volubile e a cavallo tra due mondi, l’abisso delle conoscenze misteriche che sottendono alla sua venerazione. Che ha a che fare con il vecchio barbuto, ubriacone e guerrafondaio che ci spacciano gli Amon Amarth e gli altri cialtroni scandinavi?
Prendiamo tutto questo revival paganeggiante per quello che è: spettacolo folkloristico tipo Lord of The Rings (il film, ovvio).
Anche per definirsi pagani, amici miei, bisogna studiare un po’…

mercoledì 19 luglio 2006

LA DOLCE VITA

Marchetta per un orgoglioso fumettista e Metallaro (prima fumettista o prima Metallaro?)…

http://www.andrealonghi.it

Si tratta il celebre Andrea Longhi, universalmente noto per atti osceni in luogo pubblico che lui non ricorda di aver compiuto.
Vai tranquillo, Andrea. Anche se non esistono prove video o foto delle tue imprese, la MEMORIA COLLETTIVA e le CICATRICI bastano e avanzano.
Io di fumetti non me ne intendo (leggevo solo quelli di Conan) ma dicono che il buon Longhi se la cavi bene…
E poi è Metallaro…
Massimo supporto. Se avete qualche libro per l’infanzia da colorare, sapete a chi rivolgervi ;)
Andate a leggervi il suo Blog all’interno del sito (si ride, si piange, si beve) e lasciategli qualche commento. Anche perché pare che i commenti siano tutti di appartenenti alla Setta Massonica dei Fumettisti.
Una domanda. Ma quanti fumettisti ci sono in Italia? E quanta gente invece legge i fumetti? Non vorrei che fosse una scena come quella della NordEst Rock’n’Roll Family (composta solo da musicisti che vanno a vedere i concerti degli altri musicisti e via così, sempre gli stessi).
Stay Cartoonist!

martedì 11 luglio 2006

BADIA ROCKS


Sabato 8 luglio. Mentre tutti i Rockers del NordEst se la fanno sotto per paura della pioggia, un gruppo di 4 noti facinorosi decide di mettersi in strada per godersi la prima (e probabilmente unica) esibizione in suolo italico dei BONFIRE.
Destinazione Val Badia, per la nuova edizione del BADIA ROCKS FESTIVAL. Un viaggio estenuante tra tornanti di montagna, boschi, deliri sui gruppi più sconosciuti (e quindi fondamentali) che abbiano mai registrato qualcosa (anche un demo del 1982 in presa diretta va benissimo). Il prodigo Walter sbaraglia la concorrenza con un monologo di almeno 12 ore… Santo Subito!
Breve tappa a Brunico per salutare un BrunoRock felice come un pinguino in Congo. Doveva suonare al festival ma, causa infortunio del bassista, ha dovuto rinunciare. Birretta e panino gommoso in compagnia, poi di nuovo a scalare montagne come una tappa del Giro d’Italia. Posti suggestivi, certo, ma una tempesta di pioggia e vento a luglio scaglia la temperatura al di sotto della decenza. Vivere in un posto del genere? 9 mesi di neve e 3 di acqua? Lascio volentieri l’esperienza di cacciatore di orsi a qualcuno di più malato di me.
Arrivo nell’inclinato villaggio di Pedraces, dove tra una seggiovia e un costone roccioso è stata ricavata l’area concerti: un parcheggio asfaltato (che ci risparmia il fiume di melma) con palco dignitosissimo, stand di birra, rivenditori di CD (a pochi euros) e di magliette (a prezzi esorbitanti). È pieno di gente della zona, che parla un fluente tedesco e un italiano da Sturmtruppen: dall’accoglienza tutto sommato cordiale capiamo che sono tutti già ubriachi alle sei del pomeriggio.
Breve recensione dei gruppi:
RAIN. Precisi, puntuali e irrilevanti come al solito. Persone sotto il palco: 4.
SCONOSCIUTO GRUPPO FRANCESE. Chiamati a sostituire BrunoRock, ci deliziano con un punk’n’roll monotono e senza mordente. Persone sotto il palco: 6. Durante la cover dei Ramones: 12 (tutti punk che finita la canzone sono tornati a elemosinare birra).
HOLY MOSES. Gruppo storico del thrash tedesco, che però suona death (!). Fanno un casino infernale, Sabina (la cantante) rutta come un camionista e gli altri dimostrano perizia tecnica e abilità nel comporre songs tutte uguali. Persone sotto il palco: almeno un centinaio. Si comincia a temere che con i Bonfire ci ritroveremo in 4…
BONFIRE. Gran bel concerto, anche con un cantante un po’ a corto di voce (“Ready 4 Reaction” abbassata di tonalità e quasi irriconoscibile) e vestito come un metallaro di 15 anni. Suonano un centinaio di date all’anno da 20 anni e si vede. Qualche problema tecnico non compromette una buona prestazione. Suonati quasi tutti i pezzi più celebri (ma non “Know Right Now”, assassini!!!) anche se quelli da “Fireworks” e “Point Blank” restano i veri classici. Ne è valsa la pena. E la gente sotto il palco era parecchia, per fortuna!
Qualche premio:
IL PIU’ PACCHIANO. Un rasta con poncho peruviano, ovviamente etilizzato, che cantava (!) con espressione feroce le canzoni degli Holy Moses.
IL PIU’ EROICO. Il cantante dei SAVERS e la sua donna, venuti su da Roma in treno e bus (!). Rock Spirit!
IL PIU’ UBRIACO. Quasi tutti gli autoctoni erano distrutti, ma un paio di ragazze (forse sorelle, di sicuro minorenni) dopo mezz’ora erano finite, si sono rotolate per terra nella cacca, hanno fatto headbanging per tre ore, poi hanno vomitato e hanno ripreso a bere e a rotolare.
IL PIU’ LOQUACE. Un folkloristico personaggio da Vigonovo.
Ringrazio Michele, Alex Masi (versione friulana) e Walter per la giornata, i Bonfire per un gran concerto, la gente della Val Badia per avermi fatto capire che l’unico rimedio per il maltempo è l’alcol, BrunoRock per la birra e il panino gommoso, più tutti i nemici della sobrietà che ho avuto la ventura di incontrare.