lunedì 8 aprile 2019

Gite scolastiche: guida serissima per evitare processi penali



Forte di un record del 100% di studenti riconsegnati sani e salvi dopo i viaggi di istruzione, regalo una breve guida sulla gestione delle scimmiette in gita. Tuttavia spesso il peggio è stato sventato con "fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione" (cit.). Per dettagli, gradito bonifico.
Intanto, ecco le precauzioni basilari.

  • PIANIFICAZIONE E TEMPISTICHE. La pianificazione deve essere spietata, i tempi sfiancanti, gli spostamenti preferibilmente a piedi e le pause poche. Questo perché alla fine della giornata almeno il 50% degli studenti deve essere distrutto e desiderare di andare a letto. Il restante 50% ha spesso prodigiose capacità di recupero e/o incapacità di ascoltare il proprio corpo, quindi: cena esagerata seguita da devastanti discussioni serali coi prof su temi noiosissimi (il disagio giovanile, il bullismo, cittadinanza & costituzione, equazioni, ecc.).
  • VIAGGIO IN CORRIERA (solo per docenti di scuole povere). Ormai, per fortuna del prof accompagnatore, gli studenti si gestiscono tra smartphone, auricolari isolanti, Netflix, siti di scommesse e video di musica trap. Fortunatamente (per noi) chiusi in una bolla che li rende innocui. Un tempo, causa mancanza dei supporti di cui sopra, la noia rischiava di scatenare zuffe, miserevoli approcci per l'accoppiamento, tentativi di fumare o drogarsi, cori da stadio, vandalismo generico. Ringraziamo quindi il dilagante turboindividualismo, che ha generato masse di asociali passivi.
  • ALBERGO. Usanza frequente degli alberghi stranieri è chiedere la cauzione alle scolaresche italiane, per tenersela in caso di danni o schiamazzi. Spesso però tali hotel sono miserevoli catapecchie con porte che collassano e buchi nelle pareti, quindi è saggio fotografare i danni appena entrati ed esibire il tutto al personale dell'hotel. 
    Ovviamente i portieri di notte cercheranno in tutti i modi di dimostrare che gli studenti si accoltellano nottetempo oppure consumano alcol sui cornicioni o intonano cori ultrà nei corridoi. Il che implica telefonate notturne ai prof per segnalare i problemi. E non sanno che così scatenano una reazione perversa per cui i prof battaglieranno fino alla morte per farsi restituire la cauzione: è una questione di principio, il sonno è sacro (ma questo gli studenti lo sapranno solo se leggono questo blog).
  • COLAZIONE E CAZZIATONE. Anche se la colazione è inclusa, molti studenti non lo sfrutteranno, perché vanno a letto alle 5. Poi chiederanno di fare pausa-colazione durante le visite e l'atto del negargliela regala ai prof momenti di altissima soddisfazione.
    Prima di partire per le escursioni, giro per le camere a svegliare i nottambuli. Percuotere con violenza la porta fino alla comparsa dei disagiati, urlare vocali/consonanti a caso ma fare attenzione a inserire “Ritardo... Ti spacco... La tua famiglia... Il senso di responsabilità... Kierkegaard”: i termini non significano nulla, ma i loro cervelli in stand by devono percepire che sei incazzato e non devono peggiorare la situazione.
    È bene, prima di partire per le escursioni, radunare la truppa e fare un cazziatone generale per il comportamento della notte precedente. Anche se non è successo niente. In effetti, essendo adolescenti è quasi certo che qualcosa abbiano combinato, quindi la reprimenda è sempre un buon investimento.
    Minacce consigliate:
    1. “Ti segnalo alla scuola” (va bene se è uno con voti decenti)
    2. “Lo dico ai tuoi” (solitamente se ha voti bassi, ma famiglia presente)
    3. “Ti faccio sputtanare sui social con accuse false e video modificati” (in caso di famiglia assente)
  • ESCURSIONI. Durante le visite la risposta a ogni richiesta deve essere “No”. Se acconsenti, tutti vorranno fare quella cosa (che sia un selfie in un lager, andare in bagno, acquistare bustine per strada o entrare da Zara per comprarsi le mutande) e i tempi si dilateranno: nell'attesa dei fuggitivi, la grande massa sta ferma a riposo e il tuo obiettivo invece è stancarli come ciclistisullo Zugspitze.
  • RIENTRO IN ALBERGO. Una sola parola per gli studenti: “Doccia”. Adeguarsi o soccombere. In casi estremi, profetizzare un futuro di solitudine e rapporti sociali via chat con escort low cost.
  • CENA. La povertà diffusa nel mondo della scuola obbliga a stipulare convenzioni con locali che improvvisano cene per 30-40 studenti ogni mezz'ora. Si mangia stretti come sardine e la qualità del cibo è proporzionale alla media voti in Hegel. Ci sono studenti che mangiano anche i sassi (probabilmente per la fame chimica) e altri che non accettano nemmeno i Gambero Rosso (alle loro lamentele si risponde che la prossima volta, pagando 4mila euro in più, si potrà andare in gourmetteria). I locali tendono a cacciarti in breve per fare spazio ad altre classi, a cui vengono spacciati gli avanzi riscaldati di almeno due sere di scolaresche.
  • GIRO DOPO CENA. Anche se il povero prof vorrebbe andare a letto, a volte l'hotel è malauguratamente vicino al centro e portare fuori gli studenti diventa un'esigenza. Di fatto, scapperebbero lo stesso, quindi meglio averli sotto controllo e provare a stancarli ulteriormente. 
    Non si acconsenta alla discoteca: troppa confusione, non sono monitorabili, hanno resistenza infinita data dall'abitudine mentre noi docenti siamo vecchi e stanchi.
    Meglio tavolata in qualche locale, di modo da gestire l'assunzione di alcolici e blindare l'accesso alle droghe.
  • NOTTE IN ALBERGO. Prima di abbandonare la truppa, pagare sottobanco delatori pronti a spifferare i movimenti notturni. Sono informazioni preziose per anticipare le imprese più ardite, tipo credersi Spiderman e volare tra i cornicioni. 
    Concordare con gli elementi peggiori il permesso di riunirsi nella hall ed eventualmente in aree esterne per fumare, ma illustrare il livello di violenza che scateneranno le uscite di soppiatto.
    Eseguire almeno due raid notturni per intercettare i vili traditori che vorrebbero esprimere il loro disagio esistenziale urinando nei corridoi.
    Dormire con un occhio aperto, stile “Carso 1916”.