Sovernigo è grande come uno sputazzo
per terra: certo, lo sputazzo di un dinosauro, ma pur sempre uno
sputazzo. Gli ingenui direbbero che è una frazione di Paese, che è
il metodo migliore per prendersi una coltellata dagli abitanti di
Sovernigo (e anche da quelli di Paese).
Sono tre strade che si incrociano
davanti a una chiesa, che onestamente è proprio carina. L'hanno
ristrutturata probabilmente con le elemosine delle vecchiette, visto
che a Sovernigo pare abitino solo ottantenni. Le case sono tutte
strette l'una all'altra, così la gente può farsi gli affari degli
altri senza sforza: basta aprire una finestra. C'è un parcheggio che
ai turisti viene forse spacciato come piazza, ma insomma, che turisti
possono mai passare per Sovernigo?
Eppure una volta all'anno l'attrazione
eccezionale c'è.
La sagretta di Sovernigo.
E' organizzata dai vecchi del posto (“I
Lupi”, una specie Proloco con qualche ettolitro di cabernet in
più), che però si fanno aiutare anche dalla gioventù perché
un'esistenza dedicata all'alcol notoriamente non è il massimo se
devi gestire una sagra. Certo, non è che i giovani bevano meno...
L'evento è sotto un tendone che occupa
tutto il parcheggio e le attrattive sono da utenza ottantenne:
mangiare, bere e giocare a carte (solo dopo ho capito che era un
torneo di tressette e non di bestemmie).
CIBO. Prelibatezze assoluto la trippa
con polenta e la bistecca di cavallo. Per me si potrebbe anche
chiudere qua: trionfo assoluto e tutti a casa. Ma l'organizzazione ci
piazza anche altre pietanze (braciola, funghi, fagioli, patate...
tutto roba fondamentale se poi ci devi bere sopra 3 litri di vino) e
si chiude in gloria con le caldarroste, accompagnate da altro vino,
sennò è come fare le cose a metà.
BEVANDE. Vino. C'è anche la birra, ma
sono le lattine del supermercato e pure a temperatura ambiente.
Niente da fare, con l'età media dei presenti si va di vino, che tra
l'altro pare fare miracoli, visto che i consumatori sono ancora tutti
in vita (a meno che io non abbia visto un'orda di trentenni
mostruosamente invecchiati dagli eccessi). La specialità per
intenditori è lo sgroppino, che ha una storia tutta sua e che posso
raccontare solo a voce. Chiusura gloriosa col caffé, servito con
correzione di mezzo litro di grappa (non esiste l'opzione
analcolica).
ATTRAZIONI EXTRA. A quanto riporta il
programma, il primo giorno i vecchi si sfogano con il torneo di scopa
e tressette. Il due giorni seguenti l'attrazione è la Messa Solenne,
evidentemente necessaria per salvare le anime di quell'orda di
bestemmiatori che s'è esibita durante il torneo. Resta il fatto che
dopo la Messa si torna in sagra, quindi il problema si ripropone.
Notare che non ci sono band di liscio, visto che i vecchi sono
interessati solo alla Trinità (Cibo-Alcol-Carte) e non accettano
distrazioni.
POST SCRIPTUM.
Che i vecchi siano
timorati di Dio è solo una leggenda metropolitana. La sequela di
bestemmie udite al torneo di scopa & tressette è la prova
inconfutabile che i vecchi di Sovernigo non solo non hanno paura di
Dio, ma che potendo lo prenderebbero anche a schiaffi.