domenica 30 dicembre 2007

Oggi che ascolto?


HARDLINE "Double Eclipse" (1992). Nel vocabolario, alla voce "bilanciamento" andrebbe inserito questo album. Quando alla chitarra e alla produzione hai Neil Schon dei Journey la classe si spreca e sai già che non ci sarà una nota fuori posto. Questo esordio degli Hardline è un gioiello di bilanciamento musicale. Da infarto il trittico "Hot Cherie", "Rhythm from a Red Car" e "Everything", oltre alla bonus track giapponese "Love Leads the Way" (migliore bonus track della storia insieme a "Don't Ever Wanna Lose Your Love" degli Shy). Molte potrei dirne, che Johnny Gioeli canta come un Dio del Rock, che la band azzecca quasi tutti i pezzi, che sono spariti dopo questo album, ma la sostanza non cambia: CAPOLAVORO! Da avere senza riserve, ma attenzione a procurarsi un paracadute perchè si rischiano cadute da altezze notevoli! Sconsigliato anche ai fotosensibili, l'ascolto infatti provoca un aumento della luce solare nelle zone adiacenti allo stereo fino a raggiungere temperature californiane.

BON JOVI "7800° Fahreinheit" (1985). Il Biondino del New Jersey stava sulle palle ai Metallari, perchè vendeva ed era pieno di donne, ma negli anni '80 lo ascoltavano tutti, dal Rocker con gli attributi alla liceale "innamoratamaribelledentro" fino al qualunquista che ascoltava "un pò di tutto". Oggi va rivalutato il suo periodo Eighties pwechè così possiamo denigrare il suo stato attuale. La carriera di Bon Jovi si divide in 3 parti: i primi due ottimi album, il periodo da altissima classifica tra la fine degli '80 e l'inizio dei '90 (quando si vendeva a milioni) e quello successivo al successone della ballad "Always" (che lo ha convinto a rinunciare al Rock per lanciarsi su melense melodie pop e sempre meno vigore). Il massimo la band lo diede nella seconda fase, con "Slippery When Wet" (1986) e soprattutto "New Jersey" (1988, c'è il diamante "Wild is the Wind" e basterebbe per l'immortalità), tuttavia i primi due album non vanno assolutamente sottovalutati. "7800° Fahrenheit" ne ha di pezzi spettacolari. Bon Jovi anni '80 ha sempre saputo coniugare potenza e melodia pop, chitarre mai scontate e ritornelli da Sfera Celeste. In più non legava le mani al tastierista come ha iniziato a fare da 15 anni a questa parte. Conseguenza: possiamo goderci una libidine come "Only Lonely" (l'attacco è eroico, mettetevi un materasso sotto i piedi perchè vi buttate per terra sicuro!), ma anche "Price of Love", "Always Run to You" (anthem!!!) e l'hit "Hardest Part is the Night". Non tutto è impeccabile (le hit da stadio "King of the Mountain" e "In and Out of Love" sono figlie di quegli anni, "Tokio Road" è quantomeno anonima) e chi se ne frega? Le gemme dello scrigno bastano per pagarsi un viaggio in Paradiso.


NOCTURNAL RITES "The 8th Sin" (2007). I Metallari aspettano i nuovi Metal Gods e questi esistono già da quasi 15 anni. Svedesi, partiti come cloni degli Helloween (ma piacevoli, "Tales of Mystery and Imagination" del 1997 valeva la spesa), dopo l'ingresso del vocalist extraordinaire Jonny Lindkvist hanno sfornato un album più bello dell'altro, e questo "8th Sin" conferma lo spessore della band. Heavy Metal 100% come Noi vogliamo, ma melodie a tonnellate e arrangiamenti preziosi. La doppia cassa è ridotta al minimo indispensabile, ma i riff contribuiscono alla lesione delle cervicali. Fanno male, i Nocturnal Rites, e lo fanno senza vadere nel pacchiano. Un grande album, alla faccia di quelli che pensano che il Metal non abbia più nulla da dire. I RITORNELLI!!! Hanno un cantante che li mette in riga tutti, ma che ritornelli!!! Procurarselo assolutamente, assieme a "Afterlife" (2000) e "Grand Illusion" (2005, con la mia personale hit "Fools Never Die"). E poi pronti a farsi sostituire le cervicali con tiranti di titanio!

martedì 25 dicembre 2007

HEAVY X-MAS...

... a tutti!
E che l'anno nuovo sia sette volte meglio dell'anno passato!

venerdì 21 dicembre 2007

OUTLAW STARS: tutta la verità



Outlaw Stars: quantomeno una band chiacchierata. Nel bene e nel male. L’importante è che se ne parli, si dice. Sentiamo dunque cosa hanno da dire. Partecipano Sexy Jaxy, Mr. Shot, Starsky e Strike. Di deliri ne sono usciti parecchi.
Per contattare la band, ascoltare qualche pezzo e vede i video glitterati, http://www.myspace.com/outlawstarsrock.

(GN) E’ una vita che suonate in giro, ma quando uscirà qualche prodotto musicale a nome Outlaw Stars?
(MS): In realtà è già uscito, ma lo teniamo ben nascosto.
(SJ): Sì, sotto i CD degli Warrant in camera di Mr. Shot. In effetti è dal novembre 2004 che non siamo sul mercato, quando in maniera acerba abbiamo stupito la periferia trevigiana e quella veneziana col nostro primo demo. Piacque anche nel padovano, grazie a varie soluzioni del Country Star e di Pacino (cantante dei Bastet e sorta di Cardinal Richelieu della Nord Est Rock’n’Roll Family, ndr).
(MS): Anno nuovo, vita nuova e cd nuovo. Se la line-up resta stabile, dovremmo entrare in studio tra gennaio e febbraio.
(SJ): Abbiamo cambiato più musicisti dei Guns’n’Roses negli ultimi due anni! C’è uno spirito nuovo che ci porterà definitivamente a un full-lenght. In effetti è tanto che suoniamo, ma non abbiamo mai pubblicato niente di serio perché volevamo entrare nel mercato con un cd vero e proprio, 8-10 pezzi Outlaw Style.

(GN) Che cosa ci dobbiamo aspettare di nuovo nei dettagli?
(Sta): Un disco rotondo.
(SJ): Una cover di Renato Zero.
(Str): Qualcosa che rispecchi la band in questo momento, con la formazione attuale e con il nuovo sound del gruppo.
(SJ): Il sound nuovo? Ascoltate le nostre “The Mirror” e “This Lovin’” con tutti i loro limiti e le loro caratteristiche innegabilmente positive. Abbiamo parlato spesso dei pezzi che andranno sul disco: quelli che ho citato prima e “Dangerous Boys”, ma anche “Our Disease” e “Full Throttle”, magari difficili al prima ascolto ma 100% Outlaw.
(Sta): Se vuoi i gruppi di riferimento non finiamo più. Strike viene dal Metal e dai Seventies, io pesco dagli anni ’70 (Queen, Lou Reed, Bowie, ecc.) e sto recuperando gli ’80 adesso, su Sexy è stato detto tutto e il contrario di tutto…
(SJ): Per chi ascolta musica, il nostro sound è interessante anche per queste sfumature. Noi vogliamo sfruttare queste diversità che per gli stolti possono rappresentare invece dei limiti.
(Str): All’inizio la band era in stile Motley Crue e Poison, con l’arrivo del sottoscritto e di Starsky il sound si è molto irrobustito. Nel nuovo album ci saranno gli anni ’80, ma non solo, perché suoniamo in maniera moderna. Puntiamo molto sull’avere un’ottima produzione sull’album: stiamo infatti decidendo se affidarci a un produttore di genere. Sicuramente non sarà un demo, ma un prodotto da presentare nei negozi. Non puntiamo a una casa discografica, ma se si presentasse l’opportunità, saremmo ben pronti con un cd che ci rappresenta in pieno.
(MS): Qui tra Metallari, rockers anni ’70-’80 e bluesman il risultato sarà (per citare qualcuno) un mix con basso pulsante, chitarre taglienti, batteria incalzante, voce che spacca il silenzio in frammenti di quarzo. In effetti mancano solo i tastieroni che planano.

(GN) Insinuazione: Outlaw Stars grandi dal vivo ma sono i Pretty Boy Floyd del Nord Est, cambiano line-up ogni quarto d’ora…
(SJ): Posso confermarti che i problemi di formazione sono risolti. Se gli Outlaw Stars andranno avanti, lo faranno con questi musicisti: Strike, Starsky, Shot, Switch & Sexy. Ormai siamo insieme da 2 anni, ci sono stati anche litigi ma siamo sicuri che questa è la soluzione vincente per mantenere un sound tagliente e graffiante.

(GN) Solo per il gusto del gossip, qualche commento sugli ex membri della band?
(SJ): Hanno collaborato al nostro progetto, alcuni meglio e altri peggio. Ci sono state delle comparse e io getterei fango soprattutto su queste. Ma chiunque abbia condiviso il palco con noi merita rispetto, a prescindere dalle scelte che poi ha fatto.

(GN) Cosa rispondete a chi dice che suonate saltuariamente e per pochi intimi?
(SJ): Nella nuova Finanziaria degli Outlaw Stars è prevista l’esibizione in locali più in voga e di farlo con clamore! Del resto siamo un gruppo ruffiano, quindi potresti vederci anche in luoghi inconsueti per il genere. Certo non in disco, mi arrestano all’ingresso!

(GN) Altre band (stesso genere, stesso livello, stessa qualità) stanno facendo più passi in avanti rispetto a voi. C’è chi ha già prodotto il disco, chi fa da supporto a band importanti, chi fa tour italiani e a volte riesce anche suonare all’estero.
(SJ): Allora ci scoperemo le loro mogli quando andranno in tour…
(Str): Ok, io ci provo a dire una cosa seria. Il problema finora è stata la line-up, oltre ai problemi lavorativi, visto che in Italia non si vive di musica e ciascuno di noi ha un’attività collaterale. Ma quando avremo in mano un prodotto da presentare a chi di dovere, di sicuro il nostro nome girerà. Outlaw Stars non passano inosservati. A gennaio saremo in studio, a marzo avremo il disco finito.

(GN) Non siete più il gruppo di qualche anno fa, vuoi per i cambi di musicisti vuoi per la ricerca di un nuovo sound…
(Sta): Siamo dei grandissimi arroganti, litighiamo in continuazione e ogni tanto cambiamo qualcuno.
(MS): E’ difficile lasciare le impronte sul cemento secco…
(SJ): E comunque noi le impronte le lasciamo solo sul Sunset Boulevard.

(GN) Ma qui, per questioni climatiche, le palme non ci sono. Però c’è abbondanza di nebbia. Come la gestiamo la situazione?
(MS): Niente droga, niente alcol e niente sigarette.
(Str): Con quello che fumo sono abituato a destreggiarmi nella nebbia.
(SJ): Gli Outlaw Stars sono per 4/5 assuefatti alla nicotina, quindi la nebbia non è un problema. Siamo abituati, non influenza il sound!

(GN) Nella scena Rock del Nord Est i musicisti suonano in tanti gruppi contemporaneamente…
(Str): Questo vale pure per alcuni di noi, tuttavia Outlaw Stars sono la priorità. La creatività la sfoghiamo anche altrove, ma questa è la casa madre.
(Sta): Io suono ovunque, sono la puttana del Rock.
(SJ): Non ho progetti paralleli, anche se non sono mancate le proposte. Mi voglio concentrare sugli Outlaw Stars. La mia attività collaterale sono le danze davanti allo specchio, ma la band ne trae grande giovamento e quindi non vedo perché rinunciare. Ascolta la seconda strofa di “The Mirror”.

(GN) Avete una reputazione di cover band.
(MS): Musica è comunicazione, esprimere qualcosa. Non è possibile comunicare qualcosa di proprio suonando i pezzi altrui. In futuro sarà lasciato spazio alla nostra musica. Le cover sono divertenti da suonare e attirano il pubblico, resteranno nel repertorio ma ci concentreremo soprattutto sulla nostra produzione.

mercoledì 19 dicembre 2007

Recensione Vicious Rumors


Mi sono prodigato per completare la recensione del concerto dei Vicious Rumors, visto e considerato che il sito che la pubblica mi ha anche fatto entrare gratis allo show...

Qualcuno contesterà che si tratta di un live di settembre, il che è vero. Ma non ero capace di ridimensionare le foto e non riuscivo a trovare qualcuno che potesse darmi una mano. Pensa te che tristezza. Era meglio quando le recensioni si incidevano sulla pietra...

Basta clickkare su...


Ricordo che si tratta di una band storica dell'Heavy Metal americano. Il leader Geoff Thorpe è stato così gentile da sopportare anche una intervista nel mio inglese stile Al Capone.

martedì 11 dicembre 2007

Tanta roba...


... da dire ma poca voglia di scrivere... vediamo se le cose vengono fuori lo stesso...
  1. Ho visto al cinema "Nightmare Before Christmas 3D"... potete anche togliere il 3D, non solo non aggiunge niente al film ma ho i miei seri dubbi che ci sia veramente. Detto questo, il film è sempre godibile e chi non l'ha visto al cinema a suo tempo può rimediare. Tim Burton non è quel genio che vuol farci credere, ma qui il suo immaginario fa centro e forse dovrebbe dedicarsi a tempo pieno all'animazione, invece di dirigere vaccate come "Il Mistero di Sleepy Hollow" (ma quel Johnny Depp è uno scandalo). Inoltre il film dura solo 117 minuti, per cui se non vi piace sapete che è una tortura breve. Tuttavia a me piacque.
  2. Venezia, nella sua veste di città di servizi, va abolita.
  3. "Heroes Are Forever" del debutto dei Crazy Lixx (http://www.myspace.com/crazylixxmusic) è la mia canzone di Natale 2007.
  4. Mi è venuta voglia di vedere Gerusalemme. I motivi sono parecchi e il fatto che Carlo stia giocando ad "Assassin's Creed" NON è tra questi. Mi sa che è meglio che mi sbrighi, prima che gli integralisti la facciano saltare in aria o che Ratzinger lanci una crociata e la bombardi.
  5. Consiglio per la lettura: J.J. NORWICH, Bisanzio, Mondadori (2001)____ se non sapete nulla dell'Impero Bizantino e volete una lettura rapida, interessante, ricca di colore e di intrigo, assolutamente divulgativa, di scarsa attendibilità ma godibile e con una sconsiderata propensione per il gossip, ecco l'acquisto di Natale. Da ostentare in pubblico per fare la figura degli intellettuali.
  6. Ma perchè quelli che giocano a Dungeons&Dragons sono tutti sfigati? Me lo chiedo perchè quelli del mio gruppo non lo sono: è gente sveglia, che si sa relazionare col gentil sesso (chi più chi meno), si veste dignitosamente, non ha l'acne (vantaggi dell'età), non parla solo di quello (chi più chi meno), ma soprattutto sa divertirsi.
  7. Citazione di Marco Concoreggi: "I Metallari si dividono in 3 categorie: i Galantuomini (chi legge questo blog, ndMe), i Modernisti (di cui non si parla) e i Satanassi". Concordo con lui, concordo soprattutto con me stesso e ricordo che i Satanassi sono giustificati solo se sono minorenni. Dopo dovete evolvervi in Galantuomini. Ascoltare gli astrofisici non è da Galantuomini.
  8. Sarkozy che manda a cagare gli intellettuali da salotto e firma contratti miliardari con Gheddafi... è un grande, una versione occidentale di Putin. Notato come in tutta Europa stanno emergendo figure di "uomini forti" (o donne, nel caso della Merkel) come capi del governo? In Italia non ne abbiamo nè a destra nè a sinistra, tantomeno al centro, e gli intellettuali invece che in salotto stanno in parlamento.

sabato 1 dicembre 2007

BONFIRE, 23 novembre 2007, New Age

Con Claus Lessmann (Bonfire)


Ogni tanto al New Age si ricordano del sottotitolo “Rock Club”. Sempre meno, a dirla tutta. Basta farci un salto il sabato sera per realizzare che il Rock lì non hanno idea di cosa sia. Se la cavano con i concerti, comunque.
E infatti posso assistere all’unico show italiano dei Bonfire. Hard Rockers teutonici, primo album nel 1986, quindi nel Decennio Giusto. Almeno due opere che vale la pena di possedere (“Fireworks” del 1987 e “Point Blank” del 1989, preferisco il secondo causa presenza di più ritornelli ruffiani) e il desiderio di vedere se sarebbero riusciti a migliorare rispetto all’unico concerto a cui ho assistivo, l’altalenante esibizione al Badia Rock 2006.
Mi sorprende quando trovo molta più gente del previsto. I Bonfire mi piacciono parecchio, ma so che per loro i tempi di gloria sono finiti nel 1989 e che in Italia non hanno mai avuto un seguito consistente; ma il fatto che sia l’unica data ha mobilitato molti dinosauri del Nord-Est Rockettaro. Volti noti, molte stempiature (per non parlare di vere e proprie pelate), giacche jeans con le toppe, stivali a punta, qualche ruga, insomma tutto il campionario del Rocker anni ’80. Ci sono anche le nuove leve, in parte perché aprono lo show i Burning Black da Roncade e in tanti sono venuti a supportare i compagni dell’oratorio. Quindi l’affluenza non è il disastro che mi aspettavo, anche se voci dal backstage mi riferiscono che i Bonfire sono un po’ delusi. Se fosse vero (ma ho i miei dubbi), ho un messaggio: “Realtà chiama Bonfire! La festa è finita da un pezzo. Non aspettatevi niente in termini di pubblico dall’Italia e tantomeno dal New Age. Anzi, siate contenti che ci siano state quelle 150 anime, è un successone. Il vostro pubblico italiano ha mediamente 35-40 anni, il che vuole dire famiglia e lavoro, non Rock’n’Roll All Nite!”. Che poi io ritenga che i Bonfire siano meglio di quasi tutto ciò che si ascolta adesso, questo conta poco.
BURNING BLACK. Heavy Metal tra Judas Priest e Accept, sono reduci da un paio di show di spalla a UDO e Primal Fear. Buona presenza on stage, borchiati come da contratto, cantante adeguato al genere (screams, pose da Metal God, cuoio, ecc.). Giocano in casa e il pubblico partecipa. Per me i Primal Fear sono il meglio in quanto a clonazione dei Judas Priest e i Burning Black non ci si avvicinano, ma sono convinti e qualche riff sfascia-cervicali lo snocciolano. Li preferisco di gran lunga quando si lanciano sul Class Metal, tra Dokken e Accept. Lì riescono a piazzare un paio di songs di qualità. Restiamo in attesa del full-lenght.
BONFIRE. Quando parlerò di umità e dedizione, mi verrà in mente Claus Lessmann (cantante dei Bonfire) che ferma una canzone per applaudire il pubblico che canta a memoria. O che scende dal palco e canta in mezzo al pubblico, stringendo la mano a tutti visibilmente emozionato. Grandi Bonfire, questo io mi aspetto da un gruppo di pedigree! Le canzoni da 18 carati le fanno quasi tutte: “Sword & Stone” (testo macho-pacchiano, non per nulla c’è lo zampino di Paul Stanley), “Tony’s Roulette”, “Bang Down the Door”, “American Nights” (scritta quando si sperava di fare il botto oltre Oceano), “Ready 4 Reaction” (Claus non ce la fa, ma immola la gola con commovente dedizione). Manca “Know Right Now” e non potrò mai perdonarli per questo. Ottima prestazione della band, anche se Claus non ce la fa dopo 5-6 pezzi. Ma non me ne frega niente. Grandi Bonfire! E poi i cori li fanno da Dio!
Qualche nota:
1. Da bravi tedeschi, i Bonfire si distinguono per l’abbigliamento disgustoso. Claus alterna la tenuta da Metallaro 15enne a una camicia da cantante country. Hans Ziller (chitarra, l’altro leader della band) ha i pantaloni in pelle e le scarpe inglesi basse, in più la faccia ha la circonferenza di un pallone di Germania 2006! Il bassista è uguale a John Belushi, il chitarrista ritmico ha le movenze da glammer ma non l’aspetto, il batterista si danna l’anima e ci sta simpatico.
2. Pubblico tendenzialmente stempiato, con qualche eccezione. Presenti anche eroi da Milano, Modena, Bologna ecc., e a loro va un applauso.
3. Finito il concerto, qualcuno del giro dei Bonfire si appropria della console e mette su una serie di Canzoni Giuste. Improvvisamente il New Age sembra un Rock Club, ma in breve si assiste al passaggio Iron Maiden-Metallica-Lacuna Coil-Depeche Mode e da lì giù nell’abisso più oscuro del rock modernista (per certa gente, anche ska-reggae-punk-ecc. fanno parte del Rock… viviamo in tempi neri come la pece). Cambia il pubblico: gli Eletti non possono mischiarsi con la plebaglia e con gli ignavi. Il locale torna a riempirsi della solita fauna e noi siamo felici di potercene andare.
4. Finalmente Claus Lessmann è riuscito a fare una foto con me. Bravo, vedi che con la perseveranza si ottiene ciò che si vuole.Un altro mattone per la Cattedrale del Rock. Tra novembre e dicembre dovremmo riuscire a tirare su almeno mezzo campanile.