mercoledì 17 febbraio 2010

20 :: KAPODANNO :: 10 pt.2


Da me, per voi, in questo giorno di giubilo

Edward Mani di Forbice. Alla gara dei disadattati questo finisce sul podio: un ciccione con le manette sulla cintura, abbigliato come un seminarista in libera uscita, il frustino da reduce del Palio di Siena e qualche unghia finta che avrebbe fatto la gioia di Tim Burton (prima che si rimbecillisse e assumesse Depp a tempo indeterminato). Integrazione zero, ballo lento con mano unghiata che agita sensuale il frustino: forse ha fatto eccitare il dugongo, per il resto la vita lo ha sconfitto 10-0.

Il Gobbo Para-sputazzi. Questo lavora al banco delle verdure all'IperLando, ma alla festa c'era il buffet per i vegani e avevano paura che qualcuno andasse a sputare sulle zucchine alla piastra. Quindi hanno presto questo gobbo triste, gli hanno dato le braghe strizzapalle, un chiodo nero per coprire la gobba, un kg di eyeliner e gli anfibi di Terminator 3 (quello interpretato da Andrea Longhi). Poi gli hanno assegnato un compito semplice, tipo “Avanti e indietro davanti al buffet per 22 ore”. Troppo concentrato sulla strada da percorrere, non si è minimamente curato di chi si avvicinasse alle verdure. Ovviamente ho sputato sulle zucchine alla piastra.

Elecro/Nekro/MortVivent. Alla fine era quello col look più giusto, sembrava davvero uno zombi e non un drogato del Rivolta: avrebbe fatto contento Romero, anzi, l'avrebbe fatto scoppiare di invidia perché nei suoi film gli zombi così ben fatti non ci sono. L'entusiasmo esibito nel dimenarsi durante il rave era poco da non-morto, a dirla tutta: passo unico da tarantolato, chiaro segni di abusi di anfetamine che di certo non hanno ancora esaurito il loro effetto.

Rain Woman. Questa era la più persa di tutti. Di certo studentessa universitaria capitata all'indirizzo sbagliato causa Navigatore Satellitare acquistato via E-Bay da qualche onesto rivenditore di Durazzo. Arriva, vede che non conosce nessuno e che il suo look è perdente in partenza, anche se si spogliasse nuda come un verme: si lancia quindi al bancone, beve tutto quello che il portafogli permette, ruba i bicchieri lasciati incustoditi, si stordisce in stile Supersonic-Domenica-Pomeriggio e scende in pista. Ballo in solitario, ma condito da un dialogo con le voci nella sua testa: i ragionamenti di un paio di voci l'hanno sicuramente messa in difficoltà, visto che passa dal sorriso ebete al broncio ebete senza soluzione di continuità.

Ken Shiro. Almeno nelle intenzioni, perché ti vesti da Ken Shiro se sei grosso grosso, altrimenti rischi di sembrare un babbeo. Questo qui non era grosso grosso.

La Cheerleader dei ManOwaR. Quest'anno nel giro Electro/Fetish/Borchiazz/CrestFint va alla grande questo coso che vi allego perché non sarei in grado di descriverlo. Se avessi frequentato gli “ambienti della Treviso-Bene” forse conoscerei i nomi degli indumenti e la fondamentale differenza tra Cavalli/RobertoCavalli/JustCavalli, invece ho speso la mia gioventù tra cotonati e satanisti, quindi al massimo conosco gli spandex e i jeans da forca. Questa riflessione personale perché non so cosa dire su questo indumento che all'inizio degli anni '80 diede ai Manowar la fama degli intransigenti e adesso viene indossato da veline gothic con le chiappe al vento.

Bello Bellissimo aveva uno smoking nero con tuba, roba da far schiattare d'invidia il Conte Duckula. Purtroppo la mamma di Bello Bellissimo, con un tipico lapsus da madre che spera sempre nel matrimonio del pargolo, gli ha lavato lo smoking talmente bene che è diventato bianco. Non essendoci più tempo per procurarsi altri abiti vagamente necrofili, il giovanotto si è presentato in bianco: il risultato è stata una mise degna di Corona se mai deciderà di sposarsi con qualche bambola gonfiabile.

Majin Bu. Ecco il motivo per cui vi pentirete per sempre di non esserci stati. Perché c'era lui. Uguale. Da qualche parte ci deve essere anche una foto che lo comprova, ma fidatevi se vi dico che il più letale nemico di Goku era in pista a ballare la musica da rave insieme a un suo amico vestito da prete (il quale era senza dubbio Babidy travestito). Attenzione, per non farsi riconoscere non ha adottato il costume di Majin Bu, preferendo una più sobria accoppiata “T-shirt fosforescente & pantaloni a zampa color del Fiume Sile con stelle giganti di strass”. A fine serata Majin Bu era molto più grasso che all'inizio, onde per cui si ipotizza che abbia ingoiato Babidy in un attacco di fame (il buffet era sparito, quello vegano lo faceva incazzare e Ciccio Salamella era troppo lontano). Si ringrazia Bebbo per le preziose informazioni sulla saga di DragonBall: la tua giovinezza non è andata sprecata.

Don Ciccio Corleone. Passa per essere il batterista di H.P. Overload e Outlaw Stars, ma tutti noi sappiamo ora che è il capo-cosca più piccolo del Nord-Est. La mafia a San Donà ha un nuovo spietato padrino che fa tremare il territorio, da Meolo a Ponte Crepaldo. Ecco perché le suddette band lo hanno in formazione: chi mai stroncherebbe un loro album, col rischio di trovarsi una testa di anguilla del Piave nel letto? Sandonatesi, attenti a non contraddirlo mai: il vostro Cayenne potrebbe passare un brutto quarto d'ora. Percentuale di attinenza alla festa: zero.


Vedere i dark che non ballavano sulle note di Death To All But Metal degli Steel Panther? Priceless.

Vedere Lamette di Donatella Rettore spacciata per una canzone dark e ballata da un centinaio di casi umani? Priceless.