oro!! grazie mille...domani mi metto...xò faccio una cs ke riguarda sl qll materia...x il prox anno pensavo qlk tipo il d day tt qll ke lo precede l'importanza dell'aviazione x preparare lo sbarco i paracadutisti ecc cose le lei ben saprà e qlk citazione di Winston Churchill x darghe el contentin a quea de inglese se parla dei ferri da stiro ke c'erano allora in aria basi di aerotecnica navigazione traffico xkè nasce il mayday in quei giorni ke oggi è standar cm frase ecc me par cicciotto no?
giovedì 15 maggio 2008
lunedì 12 maggio 2008
Qui si ride dalla disperazione...

Ho visto un filmaccio osceno.
"La casa dalle finestre che ridono", un thriller-horror del 1976 di Pupi Avati. Basso budget ed esaltazioni della critica perché rappresenterebbe il trionfo delle idee che emergono anche e soprattutto grazie alla povertà di mezzi. "Conta l'ambientazione, importanti sono i particolari" e baggianate del genere.
La verità è che si tratta di uno dei film più scombinati che abbia mai visto, roba alla Dario Argento (responsabile del PEGGIOR FILM di tutti i tempi, "Il Fantasma dell'Opera").
La cosa migliore è l'ambientazione, un paesino della Pianura Padana all'inizio degli anni Sessanta. L'atmosfera provinciale piace, sembra "Amarcord" di Fellini.
Poi iniziano i guai, praticamente appena i personaggi entrano in scena. Questi sono volutamente grotteschi: ci sono le vecchie pazze e il prete sornione, lo scemo del villaggio, il nano e l'ubriacone, tutto lo zoo umano che serve per ridere e inquietare. Ovviamente si tratta di caratteri bidimensionali, che nascondono TUTTI qualcosa e ciò balza all'occhio da subito. Solo un minus habens come il protagonista (interpretato da tale Lino Capolicchio, sguardo stolido ed espressivo come un calzascarpe) può andare avanti per l'intera vicenda a non capire niente di quello che sta succedendo. Tra l'altro il ritmo generale è talmente lento che Stefano (questo è il nome del nostro eroe) potrebbe girare un altro film tra una scena e l'altra. Veramente, questo stordito vive probabilmente in un paradiso artificiale creato dalla migliore bamba del Perù, perché se sai che in casa (dove vivi con una vecchia paralitica che canta canzoni in portoghese) c'è un assassino cosa dici alla tua amata che ha paura nel cuore della notte? Ovviamente: "Io vado un attimo in paese (a 2 ore di strada, ndr), tu vai a letto e dormi!". Ditemi se uno così non merita di venire giustiziato...
La trama evito di riassumerla. Lo svolgimento segue una logica quantomeno improbabile, per cui si arriva al gran finale (che tutti lodano, a me è sembrata una presa per il culo) solo grazie all'idiozia di tutti i personaggi, che fanno a gara a chi dice più stupidate e a chi fa la scelta più sconsiderata.
Se lo sceneggiatore avesse avuto un minimo di considerazione per l'intelligenza del pubblico, avrebbe lasciato che i personaggi si ammazzassero da soli. Sarebbe stato uno snodo assolutamente logico, viste le limitate capacità intellettive dimostrate in tutto il film da Stefano (che quando bacia l'amata ho lo stesso sguardo di quando viene accoltellato) e compagnia. A volte gli attori si scambiano occhiate di intesa (forse lo sceneggiatore si era preso una pausa di riflessione), ma la loro scarsa attitudine all'arte della recitazione dona attimi di involontaria comicità. Avati piazza anche un paio di scene di triste contenuto erotico, che non c'entrano nulla con la trama e che quindi sono perfettamente coerenti con il disastro.
Qualcosa di interessante c'è, ma non lo cito perché è molto meglio parlare male, la gente si interessa di più. Risate garantite se decidete di vederlo con amici dalla battuta pronta.
Film inutile: seri dubbi sulla validità del tanto decantato filone horror-thriller italiano anni '70.
martedì 6 maggio 2008
In lettura, giusto per passare il tempo


venerdì 2 maggio 2008
Stasera
