giovedì 23 ottobre 2008

FIREHOUSE + Markonee

CJ Snare e Bill Leverty


Sottotetto (BO), 21 ottobre 20008


Ruolino di marcia. 

Inizio giornata lavorativa ore 7,50: 6 ore a scuola. Partenza verso Padova e cerimonia di laurea con successivo rinfresco. Fuga alle 18 da Padova verso Terme Euganee. Arrivo a Terme Euganee, abbandono dell'auto per saltare sull'automezzo di Rockers curiosamente più interessati agli anni '70 che agli '80. Partenza verso Bologna. Arrivo a Bologna, verifica esistenza del locale, pizza e ingresso al Sottotetto.

Concerto.

Rientro a casa per le 3 di notte. Sveglia alle 7, ancora 6 ore di scuola. Il resto è leggenda.


La fredda cronaca dello show. 

MARKONEE: suoni così così, privilegiano l'impatto sonoro ma i cori campionati “ingrassano” canzoni che mi sono sembrate piuttosto ordinarie. Gran cantante, giovane e potentissimo, forse potrebbe far “svoltare” la band. Essendo di Bologna avevano parecchi compagni di classe e parenti sotto il palco, elemento che ha giovato non poco.

FIREHOUSE: vecchi ma non ridicoli, professionali e coinvolgenti. CJ Snare dosa la voce con esperienza e se la fa durare fino alla fine dei 90 minuti di show. Invece delle solite parrucche fluenti usate da altre ex-rockstar, CJ opta per un inedito tupè riccioluto “coda di barboncino”. Paffuto e col pizzetto, in buona forma, piange per problemi tecnici che però non compromettono l'esibizione. Bill Leverty ha il taglio da pastore metodista e pure il fisico smilzo celato sotto una T-shirt oversize. Suono di chitarra pauroso, riff da schiaffoni sulle orecchie e assoli “classe cristallina”. Canta pure un pezzo con voce intonata, così aiuta CJ a rifiatare. Il batterista Michael Foster nel tempo libero fa certamente il carpentiere, batte duro sulle pelli anche sulle ballad in stile grezzone e tira calci ai piatti rischiando più volte di cadere dal seggiolone. Il bassista è uguale a Jon Oliva inizio anni '90, canta “Highway to Hell” con dignità e si gode gli applausi (AC/DC, Metallica e Iron sono per definizione le band con fanno sbattere la testa all'italiano, qualunquismo allo stato puro). I pezzi belli li hanno fatto tutti, eccetto “Overnight Sensation” e “Hold Your Fire” (invece della cover e dei pezzi brutti potevate suonare queste, babbei!), purtroppo ci hanno anche infilato le ballad, che nello stile-Firehouse sono canzoni da bimbe quindicenni ma che all'epoca gli fecero guadagnare abbastanza soldi da campare per qualche anno. Hit della serata “Reach for the Sky”, che sarebbe bella anche se la suonassero i Cult, ma ho riscoperto anche “Helpless”: in generale tutti i pezzi sono stati suonati alla grande, con Leverty sugli scudi.


Pubblico numeroso, più del previsto. Molti glam cotonati e leopardati, grazie di esistere così posso ridere di voi e del fatto che sicuramente andate a lavorare vestiti così. Bassa percentuale di gente calva, soprattutto perché i cotonati hanno max 22 anni: li rivedremo tra qualche tempo con le piste di atterraggio sulla nuca. In ogni caso, tali concerti sono belli perché è come essere al Circo Togni. Saluti a tutti quelli che ho incontrato, a quelli che mi hanno mandato a salutare e a quelli che non mi conoscono ma che intuiscono le mie potenzialità. 

Da segnalare tra il pubblico i soliti sloveni, femmine belle e maschi catorci, già ubriachi prima dell'apertura dei cancelli. Per quello sono sempre meno ad ogni concerto: di sicuro si perdono per strada.

Chi c'era si è divertito, chi non c'era ha dormito.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

profonda invidia...ma i dettagli me li racconti lo stesso quando ci vediamo o ti limiterai a queste fredde parole...?!

Anonimo ha detto...

io ho chiamato il vikingo della Rovere...comunque la tua recensione è degna di nota , ma non con toni profetici... io avrei sborato di più... ma quella sera ero a casa a disegnare... mentre voi vi gustavate un giusto concerto...io definivo la distruzione del Nord-Est... domenica fiera a Verona... ma dalla prossima settimana ho deciso di sbatterene le palle... e andare a concerti infrasettimanali. Almeno distruggerò l'ambiente per un motivo. Il rock. Viva.

Giampiero Novello ha detto...

I toni profetici servivano il giorno del concerto per farti sentire in colpa. Adesso è il momento della fredda cronaca. E poi se scrivo un report in stile Apocalisse di Giovanni la gente si spacca le balle. Invece così, parlando di parrucche e carpentieri, sono molto più a-la-page.

Cara Erika, ovviamente quando ci vediamo ti racconto tutto, anche le cose che NON sono successe