W.A.S.P.
31 ottobre 2010
New Age (Roncade – TV)
Una recensione breve nel primo atto,
una coda di lamentele e recriminazioni nel secondo
(saltate la prima parte se volete solo le cose brutte).
PRIMO ATTO: lo show.
Prima di Lawless hanno suonato due band di supporto. I Rain non li ho visti, ma tanto sono sempre i soliti. Gli Shadowside sono brasiliani, hanno una donnina alla voce e suonano un incrocio tra Iron Maiden e power metal europeo. Non ero interessato a nessuno dei due, troppo concentrato nello scovare disperati & fenomeni da baraccone in un New Age gremito oltre ogni aspettativa.
Una band chiamata W.A.S.P., di fatto, nel 2010 non esiste e, forse, non è mai esistita neanche negli anni d'oro. I W.A.S.P. sono Blackie Lawless. Se Lui è in forma e ha voglia, la band è strepitosa; al contrario, nemmeno Gesù Bambino in persona potrebbe risollevare uno show dove latitasse l'ispirazione del leader. Stavolta, per fortuna, Blackie è stato all'altezza della sua fama. Concerto intenso, pochi fronzoli e prestazione ottima: anche troppo precisa, al punto che, oltre al consueto playback nei cori, si è avuta la sensazione che anche la voce di Blackie fosse “aiutata” nelle strofe. L'acustica sempre mediocre del New Age penalizza le chitarre, impastate e confuse nelle ritmiche (come da tradizione W.A.S.P., comunque), mentre il basso sono anni che non si sente. Batteria abbondantemente triggerata, ma battuta con foga da minatore e quindi sopra la media. Il solista Doug Blair si ritaglia una manciata di minuti da guitar hero con pose a effetto e atteggiamenti bulleschi, mentre Blackie suona qualche accordo qua e là, con poco impegno ma tanto tanto carisma.
Lato dolente è la scaletta, perché Mr Lawless ha passato i 50 da un po' e umanamente non ce la fa a suonare più di un'ora: meglio un'ora bene che due ore da cani, certo, ma lasciare fuori pezzi da 90 del repertorio (niente “Chainsaw Charlie”, roba da suicidio commerciale) e piazzare 3 pezzi dall'ultimo album non è proprio una genialata. È vero che i W.A.S.P. sono una delle poche band degli anni '80 che ha continuato a pubblicare CD, a volte belli e a volte meno, ma è anche chiaro che non li compra nessuno e ai concerti i fans vogliono solo i classici.
***
SECONDO ATTO: lamentele e recriminazioni.
La tanto pubblicizzata “Festa di Halloween” del New Age è stata un'atrocità. Perché chiamare ben 3 DJs dal Nobile Pedigree Metallaro, se poi li si obbliga a piazzare le solite “canzoni da New Age” a uso e consumo della solita clientela?
Dopo un inizio incoraggiante con qualche pezzo Hard&Heavy che fa ben presagire, ben presto si sprofonda nella solita monotonia che da anni rende il locale sempre uguale a se stesso, sabato sera dopo sabato sera. Un buon modo per tenersi buoni i soliti aficionados, un'occasione persa per far divertire tutti gli altri, che hanno deciso di passare la serata lì invece che altrove.
Poco male, sono anni che sto lontano dal New Age (esclusi sporadici concerti) e quando ci torno trovo conferme sul fatto che in giro c'è molto di meglio.
Resta da dire qualcosa sui disperati. Tralascio volontariamente tutti gli utenti classici del locale, che tanto saranno sempre lì anche tra vent'anni, e passo alle new entry.
Attirati dall'americanata di Halloween, in diversi hanno optato per look da streghe-vampiri-designers-zombie-drogati, il che è sempre un bel vedere.
Non scordiamo i cotonati del Glam, che hanno passato il pomeriggio a spruzzare lacca e che presto si sono trovati come pesci fuor d'acqua a ballare i Limp Bizkit.
Citazione particolare per un simpatico pirata con l'eye-liner e il capello da Luigi XIV: un mirabile incrocio tra Lady Oscar e i Running Wild, che in sostanza si è sprecato tanto solo per l'ora di show dei W.A.S.P., perché dopo l'orrida musica del locale lo ha confinato in un angolo.
Ed ecco a voi Il Giovane Nerd. Maglioncino rosso e occhiali da frustate con asciugamano bagnato: entra in pista spaurito su un pezzo dei Guns, poi si scatena sul “repertorio New Age” tramite mosse scoordinate ed entusiasmo motivato solo da un'infanzia di “World of Warcraft” e porno su internet. Inevitabilmente, fa il vuoto attorno a sé.
“Darwin Award” al siciliano che mi ha domandato se gli vendevo “uno spinello” (ha detto proprio così) e poi si è anche offeso perché l'ho mandato a cagare. Il personaggio in questione poi è andato a esigerlo dal DJ che stava mettendo i dischi. Probabile che l'abbia chiesto anche alla pattuglia parcheggiata fuori dal locale.
5 commenti:
Insomma mi pare di capire che fondamentalmente ci siam persi po...Volevamo venire per il battezzo di metallo della pupa ma le finanze scarseggiano quindi tutto rimandato...Come mai non si cita Bonny? Non c'era ad esibire il suo bicipite? ihihihih
Facebook è intasato di foto del bicipite del Bonny. Non volevo rischiare la sovra-esposizione. E comunque la classifica dei fenomeni da baraccone tiene conto delle New Entries, non dei vecchi habitué. ;)
Io mi fido del Masi, il Masi ha detto che i Wasp hanno spaccato e quindi così è stato. Ormai ho creato il Masi in modo che sappia quando una band spacca e quando no. Inutile dire che 3 canzoni da Babylon servivano, sono 3 classici WASP. Certo servivano altre 25 canzoni, ma bisogna fare i conti con Blackie Lawless che mica suona per diletto !!! suvvia ... se il cache quello è, lui può suonare quel tempo ... ogni canzone costa. Lui è una persona dalla profonda moralità politico-economica.
In effetti i WASP hanno fatto un gran bel concerto, stavolta. Tre pezzi da Babylon non servono a nessuno, ci sta che Blackie li suoni perché è disadattato e crede ancora che i tour servano a promuovere gli album (mentre sono gli album a promuovere i tour).
Sull'ora di show, si sapeva e io sono indulgente coi vecchi: del resto "Crimson Idol" dal vivo l'hanno fatto tutto nel tour precedente.
Avanti così
Che il tour sia promosso dal disco è opinabile, oggi si direbbe che il tour è promosso dal download, ma Blackie è evidente sia ancora un guardone di se stesso. Col tempo farà tour da 45 minuti, poi da 30 minuti, fino al tour definitivo, quello in cui si presenterà sul palco senza emettere suono. Omaggiare il suo pubblico ed andarsene. Peccato solo lo abbiano già fatto 30 anni fa sulle rive di un piccolo rio situato a nord-est. Io comunque rispetto sempre chi ha il dono di copiare.
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