La trasversalità del Metallaro veneto all'estero
Durante il festival si
dorme a Stetten. Trattasi di paesino 100% teutonico: ospita solo
famiglie di militari che si addestrano là vicino, ha più panifici
che edicole, l'erba dei giardini è regolata con le forbicine, la
spazzatura è inesistente e le piste ciclabili volendo ti portano
fino in Danimarca (1000 km più a nord).
Si parte per il rientro
a Monaco. Saltiamo il viaggio di 200 km nel quale le donne si vantano
delle conquiste fatte al BYH (soliti tedeschi con panza da birra e
mullet) e diciamo che si arriva a Monaco verso il pomeriggio: piove
in orizzontale, così ti lavi la faccia senza sforzi rilevanti, poi
smette e il sole spacca, ti scopri e ricomincia a piovere.
Il centro di Monaco è
affollato di gente e stand gastronomici, cosa inusitata perché i
bavaresi di domenica normalmente stanno a casa a recuperare la
sbronza e a girare film porno amatoriali. Dunque festa in un paio di
piazze, con musica, griglia di wurstel e hamburger, birra e cocktail
(matti per il mojito, perché credono di essere ai Caraibi anche se
piove e son 17 gradi). Ti fanno anche il nostrano spritz, però da
mezzo litro con “vino di Valle di Reno” e 7 euro minimo.
All'arrivo nella piazza
secondaria è pieno di gente e le casse sparano roba danzante tra
Cher e Scissor Sisters, mentre in pista c'è un fenomeno con braghe a
zampa e baffo teutonico che canta in playback: al suo fianco il
ballerino 65enne con camicia della cugina Daisy e mocassini con la
zeppa. In effetti sembra la festa delle media, con maschi da una
parte e femmine dall'altra. Vado a prendermi una birra e il tipo
della spina sembra felicissimo di vedermi (applaude e saltella); il
gettone del vuoto a rendere è a forma di cuoricino; le donne non mi
guardano ma guardano le nostre signorine; i maschi sono tutti uguali
(rasati, pizzetto, T-Shirt scollatissima con gilet, sciarpetta) e
arrossiscono quando vedono l'energumeno Bonny nel suo trionfo di
muscoli depilati.
Insomma, siamo finiti al
Gay Pride di Monaco. Prontamente lo ribattezzo BANG YOUR ASS. Non
avendo alcun problema di omofobia, mi lancio nella calca, perchè
finalmente riesco a rimorchiare anche io e a fargliela vedere a
quella smorfiosa della V che si era beata dei suoi spasimanti
oversize al BYH. Ottengo birra gratis e probabilmente qualche
complimento (anche se in tedesco qualunque frase sembra un
rimprovero), cerco anche di farmi offrire da mangiare, ma intuisco
che in cambio è richiesto qualcosa di poco eterosessuale e rinuncio.
Tappa in metropolitana
per sfruttare i sempre funzionali bagni pubblici (fondamentali in una
nazione che consuma birra 20 ore al giorno) e si ammira l'eroe della
giornata: il “fissapeni”. Questo gay di mezza età si è piazzato
a una estremità dell'orinatoio collettivo e, fingendo di espletare,
fissa spudoratamente i peni degli altri avventori, senza nemmeno
sforzarsi troppo di nasconderlo.
La sera è festa a
Marienplatz, dove hanno montato un palco da grandi occasioni e i
trans più ganzi della Germania fanno spettacolo per un pubblico
eternogeneo e decisamente ubriaco (ma dignitosissimo). Le battute
sono in tedesco, quindi ci perdiamo il raffinato umorismo locale, ma
il Gran Trans Gay Imperiale sul palco intona anche una canzone in
italiano dove sostiene di amare i “bei ragazzi con la braciola” e
via tutti ad applaudire saltellando.
Nel concerto finale si
esibisce una paladina dell'amore saffico di cui non ricordo il nome,
musica elettronica esecrabile che però piace un sacco da queste
parti: il pubblico gay si dà a effusioni plateali, soprattutto il
versante femminile è in gran spolvero. Irrompe anche un gruppo di
turchi ben brilli che provano ottusamente a rimorchiare le signorine,
non capacitandosi del perché due donne che si baciano non possano
accogliere tra di loro un nanetto scuro di comprovata virilità.
Per il resto le feste di
piazza tedesche sono tutte uguali: si mangia maiale in mille
versioni, si beve birra, ogni tanto si varia con dolci la cui
pesantezza è fuori scala, poi si beve altra birra, poi
Jaegermeister, poi cocktail, poi si mangia ancora, poi a letto presto
che è pur sempre domenica e da lunedì bisogna tornare tutti precisi
e funzionali.
Nessun commento:
Posta un commento