BULLET + DYNAMITE
7 giugno 2014
Red Moon Fest (paludi tra
Padova e Venezia)
Rilevanze in ordine
sparso.
PRIMO. Uno dei concerti
più gloriosi del 2014 è GRATIS, a una sagra paesana dalle
dimensioni oceaniche (e 12 spine di birra!), con
vecchi-donne-bambini, sputafuoco e clown sui trampoli.
SECONDO. Ogni festa di
paese ha la bistecca di cavallo, che di solito ha la consistenza
delle espadrillas. Al Red Moon la bistecca è giustissima e MAI, nel
corso del pasto, mi sono pentito di aver contribuito all'abbattimento
di un innocente equino per il mio sollazzo.
TERZO. Solo tre bagni a
disposizione non è d'uopo, se poi hai 5 tipi di birre eccelse e una
clientela di accaniti alcolisti. Per fortuna le tenebre hanno
permesso zampilli tra le frasche in allegra compagnia.
QUARTO. I bikers hanno
sempre il bicipite in tensione a 90 gradi perché reggono la birra,
reggono la donna o reggono il mento.
QUINTO. Informatevi
sul London
Beer Flood.
Non c'entra col concerto, ma fa cultura.
DIZIONARIO DELLO
SHOW IN ORDINE ANALFABETICO.
PANZE. Hell Hofer, il
cantante mannaro, è il risultato di un amplesso tra Bud Spencer e
un'orsa. O tra Galeazzi e un satellite. È abbigliato come il
grandissimo James Brown nei momenti brutti di “Living in America”,
ma senza il senso del ritmo né la permanente. E, bastardi tutti, lo
avete fatto bere. Il panzone non ce la fa neanche a stare in piedi...
al limite alza il dito per puntualizzare concetti sottili come “Fire
and dynamite!” oppure “Wild King, Roadking!”. Filosofeggia con
“Bluauargarghghg...” e poi si siede a fissarsi i piedi.
Roccherolle.
ABBIGLIAMENTO DI HELL
HOFER: pigiama di velluto blu oltremare con bottoni dorati in stile
esercito prussiano, toppa da schiena cucita a mano dalla mamma (con
la copertina dell'album “Full Pull”), chaps in velluto nero con
fregi laterali e zampa d'elefante, rigoroso calzettone dell'Östers
Idrottsförening arrotolato e infilato
nel pacco, scarpe con suola antiscivolo per scongiurare rovinose
rotolate dal palco.
CHIOME. Maledetti Bullet,
hanno tutti i capelli che servono e anche di più. Tralasciando il
cantante, che ha un cespuglio di paglia in testa, gli altri son
dotati nel modo corretto. Chitarrista e bassista hanno la zazzera
boccolosa bisbetica con frangia come Joey Tempest quando l'amavano in
USA (o Coverdale quando ha cercato di ingravidare gli USA), il
batterista ha chioma lungo bionda da vichingo assolutamente naturale
e lo dico io perché dopo lo show gli ho tirato i capelli. L'altro
chitarrista pare Renato Zero con frangetta commovente.
ADDOMINALI. La dieta
scandinava (aringhe salate e cetrioli) normalmente tiene in forma gli
svedesi, in effetti il bassista Adam Hector ha tutti gli addominali
giusti e piallati, quindi facciamogli un applauso. Delle chitarre non
possiamo dire nulla (ma hanno i chiodi comprati da 0-12 Benetton). Il
batterista nasconde gli addominali con panzetta da birra, ma è
magrolino e va perdonato. Hell Hofer quindi è il colpevole dei furti
di cibo e alcol nei catering prima e dopo i concerti, perché la sua
forma sferica non è altresì giustificabile.
DISAGIO. Quando il
chitarrista Hampus Klang si butta in ginocchio per l'assolo eroico,
rimane paralizzato dalla sciatica e l'obeso drummer dei Dynamite lo
tira su di peso, prolungando l'illusione che Hampus sia un trentenne
in grado di suonare.
MOSSETTE SINCRONIZZATE.
Se suoni (bene) un genere che ha dato tutto tra il marzo e l'agosto
1983, non puoi fare il musicista che si guarda i piedi. I Bullet
hanno tutto il repertorio giusto di sincronismi e smargiassate da
band che ha capito tutto. Tra spunti singoli e coreografie di gruppo,
gli svedesi tirano sotto il palco anche gente il cui unico obiettivo
della serata era “sbronza & griglia”. Dal sicronismo è
escluso Hell Hofer, perché l'avete fatto bere.
PUBBLICO. Alla fine, i
Bullet li conoscevamo in pochi. Il resto era variopinta ciurma da
sagra: famiglie con prole, bulli del paese in infradito, bikers da
Deep Purple/Motorhead, profughi dalla Capannina di Jesolo persi in
campagna, leoni e leonesse della pista da liscio, ubriachi molesti e
molestatori di professione, gioventù locale da 20 cicche all'ora e
acrobazie col Fifty. Ma tutti, dico tutti, sotto il palco per i
BULLET.
ESPRESSIONI FACCIALI.
Hell Hofer è talmente preso dall'estasi del Rock (leggi: sbronzo)
che diventa strabico quando il batterista va in levare. I due biondi
basso-chitarra hanno la frangetta sbruffona che copre gli occhi, ma
il ghigno da rocker che se le fa tutte. Il batterista fa la faccia
cattiva. Hampus Klang (altra chitarra) è il più piacione e ogni
volta che fa l'assolo sorride felice per essere riuscito a fare le
note uguali uguali a quando le ha provate in cameretta; poi fa la
bocca “storta e felice” come uno che tira un peto di nascosto in
un ascensore affollato.
FUSIBILI. Dopo due pezzi
il Dio del Rock si rende conto che il cantante Hell Hofer rischia
l'infarto e fa saltare i fusibili sul palco per qualche minuto. La
band non perde tempo e comincia subito a far cagnara per il pubblico,
mentre Hell Hofer può rifiatare sedendosi e fissando nel vuoto: è
come la scena finale di “Conan il barbaro”, solo che Hell Hofer è
vestito peggio e sembra un cinghiale (Sus scrofa majori,
quello più piccolo ma con la testa grossa, prelibatezza delle tavole
d'Italia centrale). Problema risolto in pochi minuti, infarto
scongiurato e via di nuovo a rantolare.
MAGLIETTE A RIGHE. Solo i
gondolieri (da sempre) e i Vardis (solo nel tour del 1982) possono
permettersi le magliettine di Hampus. Beninteso, non fosse che è sul
palco coi Bullet, una riga di insulti dalla società civile non
gliela toglieva nessuno. Per fortuna l'Heavy Metal segue altri
parametri di civiltà.
... e i DYNAMITE? Uguali
agli AC/DC '74-'80.
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