CRAZY LIXX
Ferrock Festival –
Vicenza
16 luglio 2015
La proletaria Vicenza
organizza festival gratuito in parco cittadino nel mezzo di quartiere
popolare. Roba da caduta del muro di Berlino. Viste le premesse, ti
aspetti ci suonino i Nomadi o qualche sventura reggae, cosa che in
effetti accadrà nel fine settimana, ma l'ambìto (per modo di dire)
slot del mercoledì è affidato all'Hard Rock, perché il Rocker se
ne frega della settimana lavorativa e va ai concerti a prescindere:
basta che siano birra, qualche donna discinta e un bancone su cui
appoggiare il gomito per imprecare contro l'Universo.
Ho fatto l'esame che mi permetterà di evitare la deportazione per qualche anno, ho festeggiato in modo poco consono alla mia età e quindi mi sono perso nelle campagne
venete. Finisco per designare in una taverna in stile Terzo Reich arredata con cane che fa
salti di tre metri e risolve problemi logici più velocemente di
molti umani, poi di colpo mi ritrovo a barcollare per il quartiere popolare di
Vicenza in splendido ritardo e con un peso-forma in glorioso aumento
dopo le libagioni. Evitate le gang da “Guerrieri della notte” che
si annidano nei vicoletti, arrivo al festival proprio
mentre iniziano gli svedesi Crazy Lixx.
La band, celebre perché
fa dischi fighi e viaggia a cachet da discount (gira voce che con un
migliaio di euro ti facciano lo show di 3 ore al matrimonio), ha da
sempre un seguito minimo rispetto agli svedesoni che rimorchiano di
brutto in Italia (es., Hardcore Superstar) e la causa è SICURAMENTE (occhio, siamo al 14% di verità) da imputare
a due fattori:
- cantante brutto e in fase di calvizie (ma non puoi farlo fuori, visto che scrive lui tutti i pezzi), oltre che con una circonferenza di coscia sproporzionata rispetto al resto della band;
- batterista da 110 kg minimo, fenomenale ma più adatto a suonare coi Dismember.
Per il resto, hanno il
bassista-bagnino minorenne a uso delle coetanee, mentre il
solista ha la classe e il look per soddisfare donne più mature. Il
ritmico altri non è che lo sciagurato albino dei Bai Bang, che in
mezzo a musicisti normali dimostra di non essere un disgraziato come
invece aveva fatto credere negli show con la sua band
principale.
I CL suonano parecchi
pezzi fenomenali e anche un paio di schifezze che fanno contenti solo
loro. Il cantante inizia che sembra il Ted Poley dell'epoca in cui la
gente sapeva chi fosse Ted Poley, poi a metà show di colpo perde
tutta la voce senza una spiegazione plausibile (a meno che il fonico
non abbia avuto un ictus). Il resto della band vagabonda per il palco
puntando sulla fisicità e sull'impatto, anche se sembra che ognuno
faccia uno spettacolo a sé e risultano poco legati. Il solista, che
ricorderemo soprattutto per le pose da guitar-hero e il cappello a
falde larghe amish-style, rompe una corda e il suono non cambia per
niente, al che ti viene il sospetto che il fonico non si riprenderà
più dall'ictus.
Poi il tutto finisce di
colpo per sfinimento. È mezzanotte, ci sono 30 gradi ed è umido
come in una sauna. La band, se escludiamo cantante e batterista, è
visibilmente denutrita, sfibrata da una dieta di carote e aringhe:
hanno tutti le gambette secche di gente che prende solo l'ascensore,
non possono reggere la calura della Pianura Padana e la potenza dei veneti tirati su a rosso, soppressa e spalate di letame. Gli svedesi
se ne vanno dopo uno show ottimo, con più luci che ombre e comunque
penso che 2-3 donnine le abbiano anche racimolate.
Pollice alto e via nella
notte.
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