BRUDSTOCK
4 luglio 2015
Vigonovo di Fontanafredda (PN)
Non vorrei parlar di
musica, ma tanto alla fine due righe scappano sempre.
Cominciamo dalla basi:
Brudstock è un festival anni '60-'70, ispirato palesemente a
Woodstock. Poi ti guardi in giro e sei in un agriturismo-vivaio di
trote, con un'umidità paludosa e zanzare carnivore (sarà per
tenerle lontane che tutti accendevano incensi e strane pipe?). Non so
come fosse Woodstock, probabilmente neanche chi c'è stato saprebbe
spiegarlo a causa delle varie esperienze di espansione mentale che si
vivevano a fine anni '60, comunque lo spirito mi è parso quello:
musica, serenità, poca voglia di rogne che già ce ne sono troppe,
un generico amore universale, bonghi (sia musicali che non), uno
spirito del passato che guarda al presente con un piede nel futuro
(qui si sentono i residui del fumo passivo).
La strada di
avvicinamento al festival è un sentiero in mezzo ai campi, che
riconcilia con lo spirito agreste di questa terra considerata Veneto
dai friulani e paese balcanico dai Veneti.
La vasta e variegata
umanità, quella sì, è degna della Summer of Love. Certo, alcuni
meritano l'amore più di altri (io non sarei molto propenso a donare
il mio amore agli avventori maschili, ma qualche esagitato la pensa
diversamente), eppure alla fine ci si vuole tutti bene come se
vivessimo in mondo senza testosterone. Essendoci un disastro di
persone e una illuminazione da zona industriale, mi sono dovuto
andare a cercare i fenomeni da baraccone con la pila da
guardaspiaggia, ma alla fine sono stato premiato. In realtà non
serviva neanche fare strada: moltissimi si sono occultati sotto una
tenda beduina a fumare il narghilè e a bere una roba bollente verde
(che doveva per forza essere allucinogena, sennò non si spiega
perché la bevessero tutti nonostante i 37 gradi e l'effetto sauna
che ha colpito tutto il Nordest). Alcuni si sono buttati per terra a
caso, li calpesti e loro ti vogliono bene lo stesso. Poi c'è chi
crede di essere alla Festa dell'Unità, chi a Ibiza, chi voleva
pescare e s'è trovato il vivaio pieno di gentaglia...
In pieno stile anni
'60-'70, il campeggio è organizzato a caso. Arrivi; butti per terra
una tenda o, visto il caldo, anche solo uno zerbino; bevi una birra;
bevi un Tavernello; mangi un tortino dall'odore sospetto; bevi
un'altra birra; ti passano una sigaretta che odora come il tortino →
avanti così per 3 giorni. Ricordiamo che ci sono eroi con chiome
fluenti, camicia aderente e pantaloni a zampa nonostante il clima da
foresta pluviale: questi sono gli eroi. Speravo però di vedere più
gente nuda.
Abituato ai festival dei
Metallari, mi trovo spiazzato senza i sacrifici umani, i caproni che
scorrazzano furibondi e il Diavolaccio Belzebù che si manifesta per
tirare schiaffoni sulle orecchie, ma mi abituo rapidamente appena
m'accorgo che c'è birra. E poi sudo come un'anguilla, ho bisogno di
recuperare sali minerali che temo di non trovare nella poltiglia
verdastra che servono nella tenda beduina, né credo che il peyote
sia questo grande integratore, ergo birra e pace universale.
Sul palco si esibiscono
gruppi in linea con lo spirito del festival, quindi essenzialmente
calvi. Rilevo solo la presenza di quel panzone di Bernie Marsden,
chitarrista dei Whitesnake nel periodo hard-blues, poi cacciato dalla
band perché era troppo brutto (anche se sembra una cialtronata, è
la tragicomica verità). Produzione sul palco da paura, nel senso che
roba del genere la trovi a festival dove paghi dobloni sonanti, qui
invece l'ingresso è gratis e ti chiedi in quale Stato mitteleuropeo
ti trovi.
Vorrei scrivere una
conclusione, ma devo anche recensire i Crazy Lixx e quindi vado di
risparmio energetico. Sintonizzati per nuova recensione, almeno finché non arriva gente a farmi bere.
1 commento:
Bellissima descrizione.... ho voglia di sudare come un'anguilla pure io.
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