Un breve riepilogo.
Faccio il professore alle
superiori.
È quel mestiere in cui:
- lavori solo di mattina,
- hai 3 settimane di ferie a Natale e 3 mesi d'estate,
- se sei sbronzo dalla sera prima puoi fare compito a sorpresa e dormire in cattedra,
- a volte non vai a lezione e ti nascondi in bagno che tanto nessuno studente andrà mai in direzione a chiedere dove sia finito il prof,
- puoi esibire la tua cultura come un surrogato del pene facendo citazioni colte che tanto nessuno può smentire,
- eccetera eccetera
Tutto falso, ma a molti
lettori rimarrà comunque il dubbio che sia vero, giacché voi miei
coetanei invecchiate, ingrassate, vi stempiate e vi illividite col
mondo, mentre io non invecchio, sono in gran forma, sono sempre
gioioso e non mi stempio (perché l'ho già fatto a 12 anni)...
...da cui si potrebbe ritenere che effettivamente io non lavori...
La scelta per
esclusione
Sta di fatto che ho
deciso di farlo diventare IL LAVORO, in modo da abbandonare attività
collaterali (come ladro di proteine o gonfiastorie) in cui non sono
granché bravo.
Va da sé che il
Ministero della Pubblica Istruzione (d'ora in avanti MIUR) il lavoro
non me lo dà gratis, devo abilitarmi all'insegnamento (i dettagli
nel mio prossimo romanzo “Corsi, ricorsi e concorsi”).
Mi abilito all'Università
dopo un concorso per l'accesso e troppi mesi di sfruttamento: me la
cavo facendo finta di essere scemo (tattica che, in un ambiente di
saccenza autoreferenziale, paga sempre), ma il MIUR, non soddisfatto
per avermi rovinato due estati, mi fa sapere che mi devo fare anche
un concorso pubblico.
Il concorso: dinamiche
minime di preparazione
Avendo da gestire un
centinaio di studenti (e non potendo mettere una mia sagoma di
cartone in aula) e altre amenità, la soluzione adottata è stata
“Studia quel poco che puoi, poi ti giochi il tutto per tutto sulla
retorica: nel caso non bastasse, cerca di nuovo di passare per
scemo”.
E poi mai ho fatto un
concorso pubblico vero e proprio (se vogliamo escludere il TFA, che
era in effetti un concorso, ma probabilmente il MIUR teneva le dita
incrociate dietro la schiena mentre preparava il bando), quindi
un'altra esaltante esperienza di vita in questo periodo.
Il MIUR, che ci
tiene a testare per benino la mia erudizione, ha previsto non una, ma
due prove scritte per la mia classe di concorso, così avrò il
piacere di visita la ridente Camposampiero e di sfidare poi la
dedalica viabilità di Padova.
Allettato dall'idea di
mettere tutto ciò nel curriculum, casomai cercassi lavoro come
tassista, decido di iscrivermi alla modica cifra di due birre medie.
Poi mi compro un testo tanto per far vedere che sto studiando quando
mi addormento sulle panchine lungo il Sile e non faccio in tempo a
esaltarmi per le foto delle scimmie dentro il ponderoso tomo che
vengo a sapere che non serve a niente, perché le scimmie non sono
argomento d'esame. E non lo è neanche la “Guida alle espressioni
severe da usare in aula”.
Realizzo
quindi che è il caso di studiare altro, per esempio cercare di
capire cosa significhi “la
Decostruzione è la denaturalizzazione del naturale”... missione
fallita per la ventesima volta nella mia vita. Ripiego
sull'apprendere la preparazione del pollo tandoori e addio.
L'approssimarsi
della data: meno un mese... escalation di paranoia
Mica
la mia, di paranoia.
Io
mi agito solo se finisce il cibo.
Oppure
se arriva qualche malattia grave come il raffreddore.
O
se mi perdo in Asia.
La
paranoia è di tanta brava gente che partecipa al concorso e cerca
qualche sicurezza o qualche dritta attraverso i social network, i
quali però sono tutt'altro che tranquillizzanti: su FB ti dicono di
farti la doccia col Napisan prima di toccare i bambini, di evitare i
vaccini sennò diventi un alieno, di ringraziare il Duce per la
tredicesima e di far girare roba prima che la censurino... come si fa
a pretendere un sereno avvicinamento al concorso?
In
qualche settimana si assiste quindi a un livello di allarme
crescente, con strisciante vociferare che scatena slavine di deliri
incontrollati. Potrei utilizzare un linguaggio ancor più
apocalittico, tuttavia il panico mi piace solo da spettatore
disinteressato e quindi decido di dedicare piuttosto il tempo a una
preparazione superficiale ma solida su argomenti basilari della
Storia (es., la guerra del 1812 tra USA + pellerossa buoni contro
Inghilterra + pellerossa cattivi, con tanto di fondamentale battaglia
navale sul lago Erie) e della Filosofia (es., il pensiero di
Bertrando Spaventa).
Attendete
speranzosi la prossima puntata...
5 commenti:
C'è un errore.... professore stia attento: "...da cui si potrebbe che effettivamente non io lavori..."
Che Anonimo (chiunque sia) si vergogni della nota. Novello è il migliore sempre, quindi non erra mai. Ma rimaniamo invece affamati di sapere, curiosi di verificare la conclusione di tale avventura!! Come sempre magistralmente descritta tanto da creare il solo desiderio di viverla da parte del lettore.
Grazie anonimo, correggo!
E grazie Fortissimo per l'appoggio, ti porterò 3 capponi in dono
Novello non corregge mai la sua pronuncia. Se per caso pronuncia male una parola, la crusca semplicemente cambia la pronuncia attuale.
Ecco.. sono passati a picchiarmi quelli della Crusca.. devo smettere di commentare le sacre parole di Novello!
Posta un commento