Parcheggio
miracolosamente in centro Jesolo Lido durante un'assolato inizio
agosto e la mail mi conferma che:
- sono stato ammesso all'orale del concorso
- ho un voto talmente basso che mancava solo la mail si concludesse con “Si vergogni!”
A
questo punto parte il flusso di coscienza, mentre procedo ciabattando
verso la spiaggia insieme a un'orda di russi clamorosamente sbronzi
alle ore 9.44 del mattino.
- Non avendo studiato niente di niente, l'ammissione è un bel risultato (più o meno come trovarsi in semifinale a Wimbledon dopo aver passato 8 turni per infortuni degli avversari)
- Hanno fatto fuori circa il 70% dei partecipanti allo scritto, quindi la selezione è stata fatta abbondantemente a caso
- Come conseguenza del fatto di cui sopra, la commissione dovrebbe condurre a caso anche la prova orale
- Ho trovato parcheggio a Jesolo e mi hanno ammesso: il quoziente massimo di fortuna estiva è stato raggiunto, quindi meglio restare al mare a tempo indeterminato
- E come faccio con lo studio? Esattamente come ho fatto con lo scritto, ohibò!
- Birretta al chiosco, AC/DC, headbanging e nichilismo
L'anno
scolastico (perché in effetti faccio un concorso per accedere a un
lavoro che faccio già) si apre con uno stillicidio di riunioni in
cui il mio contributo principale è stato arrivare quasi in orario.
Impegno da poco, ma abbastanza per rimandare ulteriormente lo studio
e comunque situazione adeguata per migliorare una delle mie
interpretazioni più riuscite: il morto apparente (fondamentale per
schivare incarichi tipo responsabile dell'orientamento o coordinatore
di dipartimento).
In
effetti, l'impegno maggiore è stato capire come arrivare al Liceo
Nievo di Padova in moto per ridurre al minimo i tempi di attesa. La
commissione dell'orale mi attende infatti gioiosa il giorno 13
settembre alle ore 14 per estrarre la traccia su cui svolgere
l'esame: operazione di 32 secondi che rischia di cancellare almeno 4
ore della mia giornata, ore vergognosamente sottratte al bracconaggio
o al taccheggio. Purtroppo la viabilità padovana (in sostanza un
tributo a Escher) non si può affrontare, stop. Quindi treno.
Partenza,
arrivo a Padova, scarpinata fino al Nievo, estrazione della traccia:
“Il Concilio Vaticano II”, bestemmia, rientro a casa, bestemmia,
studio, preparazione PowerPoint con foto di papi e cardinali, file
audio con pontefice che arringa la folla, bestemmia (sempre mia, non
del pontefice), a letto a sognare un mondo migliore in cui per
lavorare non debba fare più selezioni di un partecipante a X-Factor.
Risveglio,
ripasso, visione di 2 puntate di “Vikings” (prima serie) per
acquisire motivazioni, partenza per Padova, scarpinata al Nievo con
discreto anticipo e l'idea di ripassare con calma, arrivo al Nievo e
la commissione mi chiama subito dentro. Bestemmia.
Orale
gestito dal sottoscritto come una televendita di pentole: sguardo
fisso in camera, gesticolare da bazar berbero, impostazione
drammatica incrociando “MacBeth” e “Ogni Maledetta Domenica”.
Tempo a disposizione: 35 minuti. Tempo sfruttato: 20 minuti scarsi.
La commissione riempie il tempo facendo domande talmente contorte e
verbose che alla fine rispondo a caso, con sorriso sicuro e affabile.
Poi il colloquio in inglese, ove sfodero tutta la mia conoscenza
dello slang di “Sons of Anarchy” (prime 3 serie, poi
trascurabile).
Risultato
finale: promosso, ma senza amore.
Comunque
promosso, ragione sufficiente per mescolare birra e sangria. E poi
pentirsene, ma alla fine mi pento anche di non aver seguito
abbastanza bene catechismo, sennò sai che esposizione top gli facevo
su questo Concilio Vaticano II?!
Detto
ciò, che ne sarà di questo concorso (vincitori e vinti) ad oggi
nessuno lo sa. Metafora dell'incertezza dell'esistenza, in cui
pianificare è inutile giacché le cose cambiano incessantemente e
quando vanno per il verso giusto dovresti chiederti chi ti sta
inchiappettando di nascosto.
Per
fortuna, essendo nato ottimista in quanto bello e ricco, me ne torno
in classe a fare il bullo e in radio a discettare di Heavy Metal.
1 commento:
Ma sempre vincitore.... ennesimamente (con avverbio discutibile)coinvolgente con quella punta di ironia che ti copisce e che ti fa sperare che il testo non finisca mai, e arrivi alla fine con la tristezza della consapevolezza... purtroppo è proprio finito. Attendiamo altri esami solo per aver occasione di sentire altre storie narrate... e vissute.
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