martedì 13 maggio 2014

Frontiers Rock Festival - Niente più che il superfluo



3 maggio 2014 (che non avevo i soldi per farmi tutti e tre i giorni).
Live Club - Trezzo sull'Adda

Non una riga sulla musica, sia chiaro. Da una settimana la Rete è inondata da centinaia di report e si andrà avanti a litigare per mesi su chi è stato fenomeno e chi ha fatto la figura del dopolavorista. Tanto chi è interessato al genere era presente, chi non ha potuto può guardarsi i video su Youtube e i restanti 6 miliardi di umani sopravviveranno lo stesso ignorando che a Trezzo sull'Adda si è svolto un piccolo miracolo di Festival.

LE BAND.

CRAZY LIXX. Arrivo alla fine del loro show, ma tanto gli svedesi girano per tutto il resto del giorno tra il pubblico, sudati come dei panda in Senegal e visibilmente ciucchi. Il chitarrista moro tinto riesce nell'impresa di accoppiarsi in bagno con una cortese donzella, facendo impennare le quotazione della sua band: essendo il poveretto un turnista, urge regolarizzare la posizione dopo questo exploit. Almeno un contratto a progetto, dannazione!

ISSA. Voce, movenze, look e fisicità prorompente: la stangona norvegese è la perfetta cantante di liscio. Passa il resto della giornata a farsi foto con centinaia di guardoni italiani e stranieri (vabbé, 90% italiani), ammiccando e sbaciucchiando a caso. Nessuno ha avuto il coraggio di criticarla nelle recensioni.

INTERLUDIO “La festa del patronato” ---> Per noi nati in campagna la festa del patronato nel paese vicino era l'occasione per conoscere gente nuova e tentare il rimorchio di ragazze con cui non avevi già compromesso ogni rapporto all'asilo. Poi arrivi alle festa e scopri che conosci tutti, addio rimorchio e giù di vino, fino all'oblio e oltre. Un po' ciò che succede al Frontiers Festival: è la festa del patronato, ci si conosce tutti. Positivo è che puoi fermare gente a caso, di qualunque nazionalità, e al 90% ci si è già visti da qualche parte nei soliti show con 22 paganti. La Frontiers avrebbe dovuto prevedere che il giro dei saluti occupasse ore... ci volevano più gruppi scarsi, così ci si dedicava alla chiacchiera selvatica. L'anno prossimo un paio di gruppi grind ci vogliono.

JEFF SCOTT SOTO. Ogni volta che lo vedo mi chiedo chi è 'sto ciccione che s'è mangiato JSS qualche anno fa. Però canta uguale, si muove come un istruttore di Zumba e ha gli stessi pantaloni bracaloni da 15 anni. Chitarrista e bassista hanno cercato per tutta la serata di acchiappare qualche donnina: missione fallita.

JOHN WAITE. John ricla il vestito usato alle cresima del figlio nel 1986: notevole la giacca con mattoni al posto delle spalline. È pieno di capelli e pare fuori luogo in un festival così ricco di stempiature e riporti. Movenze da rocker consumato, è piaciuto a tutti ma io ero impegnato a contarmi le dita nel giardino esterno (e a fare le foto con Issa, ma l'ha chiesto lei).

INTERLUDIO “Venghino, siore e siori: il circo è in città” ---> A un Festival del genere la prospettiva di ammirare calvizie, alopecia e psoriasi è quasi certezza. E che sorpresa notare che ci sono anche Under 40 con chiome e perfino, udite udite, ragazze... dico ragazze, non le solite tedesche 50enni col mullet e i pantacollant. Certo, gli italiani si distinguono per il look da stupratori e s'accalcano attorno alle musiciste presenti in zona: la giapponese Saeko (che dopo 10 anni in Europa non ha ancora trovato una band che la voglia), la velina scandinava Tave (che padroneggia più l'asta del microfono che il microfono in sé), Issa la Regina della Sagra e via di voyeurismo. Gli stranieri, in numero consistente, esibiscono chiome improbabili e, laddove Madre Natura lo concede, voluminose... a volte, tuttavia, l'operazione si svolge anche senza il consenso di Madre Natura.

DANGER DANGER. Perdo almeno 20 minuti a chiedermi se il cantante Ted Poley ha i capelli biondi o bianchi, di certo ha tatuaggi schifosissimi. Conscio anche lui di questo, a un certo punto abbandona il palco e si fa un giro al bancone del bar e in mezzo al pubblico (pubblico emozionato per l'esperienza e traumatizzato dalla sudorazione di Ted). Il chitarrista Rob Marchello è uguale a Issa. Il batterista ha suonato un'ora abbondante con la felpa e Dio solo sa che scommessa ha perso per essere costretto a soffrire così.

INTERLUDIO “Il combattimento di galli”---> il pubblico dei DD è fanatico e vuole tutto ciò che la band tira dal palco: le bacchette, le magliette, gli assorbenti di Marchello, i plettri... soprattutto i plettri. Scene brutte, quando i DD lanciano i plettri. Ma ne lanciano pochi e i sanguinosi tafferugli si estinguono in fretta. Ed è qui che interviene, per il suo e il mio sollazzo, un intrigante rocker triestino (mirabile chitarrista, compositore deluxe, impareggiabile esperto di comics e action figures, sagace degustatore di patatine in sacchetto, alto come un titano, pien de cavéi... e ha anche un lavoro fisso): comincia a gettare per terra i plettri della sua band e poi li indica per scatenare cruente risse tra il pubblico, come neanche le battaglie tra galli messicani. Chi è questo fustigatore delle umane debolezze? La privacy mi blocca, ma gli dedico una sentita citazione:
- Cos'è il Genio?
- È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.

WINGER. Io dei Winger ho visto le ultime tre canzoni. Non posso commentare niente di niente, a parte il fatto che il secondo chitarrista l'hanno tirato su all'autogrill mentre si sfondava di camogli e il girovita ne era la prova inconfutabile. Io ero fuori a discutere con un nano scozzese (ma sembrava un cipriota) e ad ammirare un paio di cinquantenni inglesi colate dentro dei babydoll da incubo. Solo quando quei due pachidermi mi hanno sfoggiato un sorriso molto british a 5 denti ho capito che era il caso di entrare a godersi i Winger.

NIGHT RANGER. Gli Stati Uniti d'America sono la Patria del Rock e i Presidenti degli USA del Rock sono i Night Ranger. Io voglio solo citare il chitarrista Brad Gillis che, oltre a essere uguale al 1982, con la sua chitarra sicuro ci si lava i denti, gira gli hamburger, picchia i quaccheri quando suonano il campanello al mattino presto e sancisce senza appello chi è degno della Cattedrale del Rock e chi si deve accontentare del Patronato del Reggae. Colossali.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre meglio, sempre più piacevole leggere il blog. Peccato ci siano così pochi post ultimamente!

Alessandro Fort ha detto...

Sempre assolutamente ironiche e divertenti le descrizioni di personaggi che probabilmente alle fine delle serate rientrano nella loro dimensione parallela al nostro mondo. Di sicuro quando arrivano nel "nostro" apprezzano il cibo e la birra, taluni anche il sesso consumato in modo più o meno avventuroso e non sempre con efficacia. Si ha comunque la sensazione che lo spettacolo offerto da una buona parte di tali artisti risieda non solo e tanto sul palcosenico, bensì nelle fasi precedenti e successive allo spettacolo vero e proprio. Ma del resto, l'artista lo si apprezza anche al di fuori del suo ruolo ufficiale. In ogni caso, bravissimo il nostro descrittore... si ribadisce la convinzione che se ne potrebbe fare un'opera da diffondere ovunque. Alessandro Fort

Giampiero Novello ha detto...

Grazie per i complimenti... i post sono pochi, in effetti, ma è dovuto al fatto che scrivo solo quando mi sento ispirato e quindi ciò che si legge è sempre il meglio (o il peggio) di quello che mi viene in mente ;)