3 maggio 2014 (che non
avevo i soldi per farmi tutti e tre i giorni).
Live Club - Trezzo sull'Adda
Non una riga sulla
musica, sia chiaro. Da una settimana la Rete è inondata da centinaia
di report e si andrà avanti a litigare per mesi su chi è stato
fenomeno e chi ha fatto la figura del dopolavorista. Tanto chi è
interessato al genere era presente, chi non ha potuto può guardarsi
i video su Youtube e i restanti 6 miliardi di umani sopravviveranno
lo stesso ignorando che a Trezzo sull'Adda si è svolto un piccolo
miracolo di Festival.
LE BAND.
CRAZY LIXX. Arrivo alla
fine del loro show, ma tanto gli svedesi girano per tutto il resto
del giorno tra il pubblico, sudati come dei panda in Senegal e
visibilmente ciucchi. Il chitarrista moro tinto riesce nell'impresa
di accoppiarsi in bagno con una cortese donzella, facendo impennare
le quotazione della sua band: essendo il poveretto un turnista, urge
regolarizzare la posizione dopo questo exploit. Almeno un contratto a
progetto, dannazione!
ISSA. Voce, movenze, look
e fisicità prorompente: la stangona norvegese è la perfetta
cantante di liscio. Passa il resto della giornata a farsi foto con
centinaia di guardoni italiani e stranieri (vabbé, 90% italiani),
ammiccando e sbaciucchiando a caso. Nessuno ha avuto il coraggio di
criticarla nelle recensioni.
INTERLUDIO “La festa
del patronato” ---> Per noi nati in campagna la festa del
patronato nel paese vicino era l'occasione per conoscere gente nuova
e tentare il rimorchio di ragazze con cui non avevi già compromesso
ogni rapporto all'asilo. Poi arrivi alle festa e scopri che conosci
tutti, addio rimorchio e giù di vino, fino all'oblio e oltre. Un po'
ciò che succede al Frontiers Festival: è la festa del patronato, ci
si conosce tutti. Positivo è che puoi fermare gente a caso, di
qualunque nazionalità, e al 90% ci si è già visti da qualche parte
nei soliti show con 22 paganti. La Frontiers avrebbe dovuto prevedere
che il giro dei saluti occupasse ore... ci volevano più gruppi
scarsi, così ci si dedicava alla chiacchiera selvatica. L'anno
prossimo un paio di gruppi grind ci vogliono.
JEFF SCOTT SOTO. Ogni
volta che lo vedo mi chiedo chi è 'sto ciccione che s'è mangiato
JSS qualche anno fa. Però canta uguale, si muove come un istruttore
di Zumba e ha gli stessi pantaloni bracaloni da 15 anni. Chitarrista
e bassista hanno cercato per tutta la serata di acchiappare qualche
donnina: missione fallita.
JOHN WAITE. John ricla il
vestito usato alle cresima del figlio nel 1986: notevole la giacca
con mattoni al posto delle spalline. È pieno di capelli e pare fuori
luogo in un festival così ricco di stempiature e riporti. Movenze da
rocker consumato, è piaciuto a tutti ma io ero impegnato a contarmi
le dita nel giardino esterno (e a fare le foto con Issa, ma l'ha
chiesto lei).
INTERLUDIO “Venghino,
siore e siori: il circo è in città” ---> A un Festival del
genere la prospettiva di ammirare calvizie, alopecia e psoriasi è
quasi certezza. E che sorpresa notare che ci sono anche Under 40 con
chiome e perfino, udite udite, ragazze... dico ragazze, non le solite
tedesche 50enni col mullet e i pantacollant. Certo, gli italiani si
distinguono per il look da stupratori e s'accalcano attorno alle
musiciste presenti in zona: la giapponese Saeko (che dopo 10 anni in
Europa non ha ancora trovato una band che la voglia), la velina
scandinava Tave (che padroneggia più l'asta del microfono che il
microfono in sé), Issa la Regina della Sagra e via di voyeurismo.
Gli stranieri, in numero consistente, esibiscono chiome improbabili
e, laddove Madre Natura lo concede, voluminose... a volte, tuttavia,
l'operazione si svolge anche senza il consenso di Madre Natura.
DANGER DANGER. Perdo
almeno 20 minuti a chiedermi se il cantante Ted Poley ha i capelli
biondi o bianchi, di certo ha tatuaggi schifosissimi. Conscio anche
lui di questo, a un certo punto abbandona il palco e si fa un giro al
bancone del bar e in mezzo al pubblico (pubblico emozionato per
l'esperienza e traumatizzato dalla sudorazione di Ted). Il
chitarrista Rob Marchello è uguale a Issa. Il batterista ha suonato
un'ora abbondante con la felpa e Dio solo sa che scommessa ha perso
per essere costretto a soffrire così.
INTERLUDIO “Il
combattimento di galli”---> il pubblico dei DD è fanatico e
vuole tutto ciò che la band tira dal palco: le bacchette, le
magliette, gli assorbenti di Marchello, i plettri... soprattutto i
plettri. Scene brutte, quando i DD lanciano i plettri. Ma ne lanciano
pochi e i sanguinosi tafferugli si estinguono in fretta. Ed è qui
che interviene, per il suo e il mio sollazzo, un intrigante rocker
triestino (mirabile chitarrista, compositore deluxe, impareggiabile
esperto di comics e action figures, sagace degustatore di patatine in
sacchetto, alto come un titano, pien de cavéi... e ha anche un
lavoro fisso): comincia a gettare per terra i plettri della sua band
e poi li indica per scatenare cruente risse tra il pubblico, come
neanche le battaglie tra galli messicani. Chi è questo fustigatore
delle umane debolezze? La privacy mi blocca, ma gli dedico una
sentita citazione:
-
Cos'è il Genio?
-
È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.
WINGER. Io dei Winger ho
visto le ultime tre canzoni. Non posso commentare niente di niente, a
parte il fatto che il secondo chitarrista l'hanno tirato su
all'autogrill mentre si sfondava di camogli e il girovita ne era la
prova inconfutabile. Io ero fuori a discutere con un nano scozzese
(ma sembrava un cipriota) e ad ammirare un paio di cinquantenni
inglesi colate dentro dei babydoll da incubo. Solo quando quei due
pachidermi mi hanno sfoggiato un sorriso molto british a 5 denti ho
capito che era il caso di entrare a godersi i Winger.
NIGHT RANGER. Gli Stati
Uniti d'America sono la Patria del Rock e i Presidenti degli USA del
Rock sono i Night Ranger. Io voglio solo citare il chitarrista Brad
Gillis che, oltre a essere uguale al 1982, con la sua chitarra sicuro
ci si lava i denti, gira gli hamburger, picchia i quaccheri quando
suonano il campanello al mattino presto e sancisce senza appello chi
è degno della Cattedrale del Rock e chi si deve accontentare del
Patronato del Reggae. Colossali.
3 commenti:
Sempre meglio, sempre più piacevole leggere il blog. Peccato ci siano così pochi post ultimamente!
Sempre assolutamente ironiche e divertenti le descrizioni di personaggi che probabilmente alle fine delle serate rientrano nella loro dimensione parallela al nostro mondo. Di sicuro quando arrivano nel "nostro" apprezzano il cibo e la birra, taluni anche il sesso consumato in modo più o meno avventuroso e non sempre con efficacia. Si ha comunque la sensazione che lo spettacolo offerto da una buona parte di tali artisti risieda non solo e tanto sul palcosenico, bensì nelle fasi precedenti e successive allo spettacolo vero e proprio. Ma del resto, l'artista lo si apprezza anche al di fuori del suo ruolo ufficiale. In ogni caso, bravissimo il nostro descrittore... si ribadisce la convinzione che se ne potrebbe fare un'opera da diffondere ovunque. Alessandro Fort
Grazie per i complimenti... i post sono pochi, in effetti, ma è dovuto al fatto che scrivo solo quando mi sento ispirato e quindi ciò che si legge è sempre il meglio (o il peggio) di quello che mi viene in mente ;)
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