martedì 29 agosto 2006

METAL CRUSADE pt. 6 - The Night Before, The Morning After


Perché rassegnarsi alla fine del Wacken se possiamo farlo durare in eterno? È un pensiero molto logico dopo 5 litri di birra, svariati superalcolici e una grigliata…
E quindi non ci rassegniamo. Fuga all’accampamento, ingestione di birra-grappa-benzina-insetticida-idromele-bistecche, attraversamento furibondo dell’area campeggio e ingresso trionfale nell’area del Metal Karaoke.
Il DJ crede di essere a Jesolo e mette su canzoni al cui confronto “Sweet Home Alabama” sembra grind. Mai domi, ci lanciamo nella Danza delle Scuse, il cui creatore è sotto il titolo. I Metallari presenti sembrano non capire, poi pensano che sia qualche danza popolare finlandese e, siccome i Korpiklaani sono di gran moda, si uniscono a noi. Una parata di macachi ubriachi.
Ad un certo punto la musica finisce. Sono le 5. Ci incazziamo. Siamo Italiani, noi! In Italia alle 5 mangiamo la pasta con le sarde e poi siamo pronti per spaccare di nuovo.
Restiamo nell’area insieme a qualche altro frustrato. Un punkabbestia di Bergamo cerca di intrattenere conversazione con noi, ma la vergogna è troppa per poterlo sopportare e viene giustiziato nei vespasiani.
Alcuni nostalgici inscenano una protesta vibrante incatenandosi alle transenne del WET Stage. Poi capiamo che sono stati 3 teppisti italiani a legarli con l’inganno. Pazienza, resteranno lì fino al 2007, ad imperituro monito per tutti coloro che si fidano di noi Italiani! Pizza Mafia Rulez!
Un’alba grigia scaccia le tenebre. Il rientro verso le tende è lento e greve come la scalata di Gesù al Golgota. Alcuni valorosi stanno già caricando auto, pulmini, carrozze, slitte, per evitare la coda del mattino. Altri valorosi dormono ai bordi del sentiero, immersi nelle pozze di piscio altrui: gente tosta, sono 4 giorni che li vediamo dormire lì e non hanno nemmeno cambiato posizione.
C’è tempo per qualche altro alcolico, giusto per svenire. Tra un po’ sorgerà il sole e tramuterà le tende in camere a gas: meglio essere privi di sensi. Al risveglio peso 35 kg e sono alto meno di un metro. Qualcosa si è aspirato tutta l’acqua del mio corpo. Forse quella testa enorme che occupa quasi tutta la tenda?
Esco. I compagni di viaggio stanno già caricando le auto. Ma sappiamo che è troppo presto per partire. Meglio mangiare tutti gli avanzi dei 5 giorni.
Nel frattempo… Vandalismo! I Tedeschi al Wacken si portano dietro una quantità di cose che poi abbandonano lì (gazebo, tende, castelli di carta, tavoli, divani, frigoriferi, bambole gonfiabili). È usanza, per quelli che si trattengono un po’ più a lungo, fare a pezzi ciò che resta nel campeggio. Vista la superiore capacità devastatrice di 3 animali che ci siamo portati su da Treviso, una giovane fanciulla si avvicina e chiede: “Volete distruggere dei fusti di birra?”. I fusti durano pochi secondi. Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!
E infine si parte! Tappa al Supermarket per lasciare i vuoti (visto che ti restituiscono dei soldi) e fare il pieno di schifezze per il viaggio (patatine al sapore di arachidi… donano subito 3 kg in più!). Poi via verso il Burger King di Itzehoe.
Ma questa è un’altra storia e bisognerà raccontarla un’altra volta…

lunedì 28 agosto 2006

METAL CRUSADE pt. 5


Sabato 5 agosto.
METAL CHURCH. Costretti a esibirsi a mezzogiorno sul Party Stage (mentre sul Black Stage gli Aborted ci fanno vergognare di essere Metallari), gli eroi di Seattle rispondono da loro pari. Canzoni che ancora oggi non hanno perso un’oncia del loro valore, compattezza e potenza a profusione. Il nuovo cantante squarcia i timpani. “Watch the Children Pray” e “Metal Church”… bastano come biglietto da visita?
Le band seguenti le ho trascurate per disinteresse (Caliban, Fear Factory) o perchè le avevo già viste (Arch Enemy… e i fans che sbavano per quel trans di Angela). Metal Market (conquisto la discografia di Lizzy Borden!) e Chili con Carne! E sono di nuovo pronto per il Metal!!!
MORBID ANGEL. Li avevo abbandonati all’epoca della fuga di Vincent, me li trovo adesso che il figliol prodigo è tornato all’ovile. Grandi come sempre, molto meno dozzinali di quello che si può pensare. Trey resta un maestro nell’evocare i Grandi Antichi con i suoi solos (davvero sembrano le melodie dei flautisti ciechi che circondano il demone sultano Azatoth!). Ma quanto è invecchiato Dave Vincent…
THE DOGMA. Italiani da supportare. Power prog, tra Labyrinth e Symphony X… Italian Metal, nel bene e nel male. Ma sono preparati e coinvolgenti. Un po’ di esperienza in più e potrebbero riservare delle sorprese. Paiono piacere alle ragazze, peccato che al Wacken le donne fai prima a saltarle che a girarci intorno!
GAMMA RAY. Kai (calvizie incipiente camuffata sotto coppoletta di lana) e soci fanno il solito concerto dei GR. Le canzoni ci sono, la voce stavolta tiene, il pubblico partecipa. 20 anni sui palchi servono eccome! Il periodo di “Land of the Free” non tornerà più, ma le canzoni ce le gustiamo lo stesso. Immarcescibili.
SOULFLY. Devo sorbirmeli per mantenere la prima fila (Whitesnake in arrivo!). Mi hanno sempre fatto ridere, col loro voler essere a metà strada tra “Roots” (Sepultura) e il flirtare col nu metal. Non cambio idea dopo questo show. Un gruppo inutile, che si scioglierà quando si riformeranno i Sepu e di cui nessuno si ricorderà.
WHITESNAKE. Mr Coverdale arriva sul palco con camicia aperta, il petto esposto all’adorazione delle donne. Donne? Sissignori: donne! Mai prima d’ora mi era capitato. Signorine di ogni età (compresa un’armata di tardone sui 50) che urlano isteriche mentre l’arzillo sessantenne rotea l’asta del microfono e si lustra il popparuolo con fare lascivo. Lo sguardo che feconda? Sissignori, lo sguardo che feconda. E fortunati noi in prima fila che siamo stati letteralmente molestati da ragazze in calore. Irripetibile. Il concerto? Coverdale ci mette un paio di pezzi a carburare, poi spacca il mondo. La band trasuda talento a ogni nota e non sbaglia un colpo. Doug Aldritch (che non vede l’ora di sfoggiare gli addominali) e Reb Beach sono perfetti, il batterista (uguale alla Befana!) spara un assolo a mani nude. Inutile elencare la scaletta. Troppo poco 1 ora abbondante per rendere giustizia alla storia della band. Ma quello che abbiamo avuto, signori, ce lo siamo goduto!
EMPEROR. Suonare dopo i Whitesnake... Gli Emperor sono esattamente come su disco. Nel bene e nel male. Per quanto mi riguarda, encefalogramma piatto. Ma forse è perché non digerisco più tutta l’ideologia che sta attorno al black metal. E forse non la digeriscono nemmeno gli Emperor…
ROSE TATTOO. Rock’n’Roll! Non ho mai sentito una canzone dei RT, non me ne ricorderò nemmeno una dopo questo show. Però mi sono divertito. Concerto a tratti commovente, un po’ per la partecipazione di band e pubblico, un po’ perché il Festival sta finendo. Altra band scandalosamente relegata nel Party Stage… Meditate, organizzatori, meditate quando farete la scaletta per la prossima edizione.
FINNTROLL. È la terza volta che li vedo e non hanno mai avuto suoni decenti. Sono sfigati o non sanno suonare? Il dubbio è lecito!
FOREVER SLAVE. Siamo molesti. Del gruppo spagnolo (Nightwish dei poveri, nulla di più) non ce ne frega niente, anche se hanno una cantante che si fa notare (non certo per la voce). Balliamo al ritmo della Danza delle Scuse. I Tedeschi non capiscono ma sono in fase scimpanzé e gradiscono. Conosciamo un gruppo di Spagnoli che tifano contro i Forever Slave perché sono il loro gruppo concorrente: diamo corda per ottenere birra, ma sono dei pidocchiosi.

A breve, la conclusione della serata e the morning after…

giovedì 24 agosto 2006

METAL CRUSADE pt. 4


Venerdì 4 agosto.
“My Ass is Virgin”. Questo recava scritto un cartello ostentato da una soave fanciulla avvolta in una bandiera della Finlandia. Solo a Wacken! Se fa una cosa del genere in Italia, in 3 minuti le sverginano anche le orecchie…
Altre brevi recensioni delle band che mi hanno intrattenuto.
WINTERSUN. Tra Children of Bodom (anche per la voce) e power nordico, si confermano gruppo inutile e colonna sonora per la visita al Metal Market.
LEGION OF THE DAMNED. Death-black ignorante suonato da zappatori. Musica per bambini satanisti, grazie a gente così il Metal sarà sempre preso per il culo.
DANKO JONES. Una gradevole sorpresa. Rock’n’roll minimale ma carico di groove e di energia animalesca. Danko è un istrione, la gente apprezza anche se di canzoni veramente buone ne ha scritte 5-6. Da vedere live.
NEVERMORE. Di sicuro il gruppo più “pesante” del Festival, con buona pace degli appassionati dei generi più estremi. Nessuno è riuscito a tirare mazzate sui denti così dolorose. “Pesanti” nel bene e nel male: o li si ama, o li si odia. Io mi godo i pezzi che conosco, poi passo oltre.
SOILWORK. Confinati nel Party Stage e ci stanno stretti. Mentre gli Opeth fanno addormentare la gente fino in Danimarca, i Soilwork spaccano. Grandi suoni, melodie interessanti, coinvolgenti sul palco. Avessero inciso un paio di dischi in meno, non avrebbero disperso così tanto il loro talento. Promossi.
KORPIKLAANI. Amati da tutti gli ubriaconi, sono sacrificati sul Party Stage. Resisto per 2 pezzi, poi i suoni impastati e la calca disumana mi spingono alla fuga. Bella impressione, ma tutto il folk metal finnico mi sembra una gran pacchianata e non riesco a trovare gruppi che valga la pena di ascoltare.
CARNIVORE. Peter Steele unico membro originario. Il gruppo ha sempre fatto cagare, ma lo sapevano anche loro. Suonano da cani, Peter esegue più sorsate di vino che note col basso. La gente apprezza le prima canzoni, poi si disinteressa. Le battute di Mr Steele sono sempre argute e acidissime, potrebbe dedicarsi solo a quelle...
CHILDREN OF BODOM. Ero a mangiare, ma pare che abbiano fatto un concerto normale, benedetto da uno straordinario afflusso di gente. I medici hanno avuto il loro bel daffare. Molte donzelle tra le prime file, per accaparrarsi le occhiate malvagie di Lahio. Ma solo un cantante al mondo può “ingravidare con lo sguardo”!
CELTIC FROST. La Storia del Metal Estremo. Suoni pessimi ma carisma da vendere. Non me ne è mai fregato nulla dei CF (a parte l’album glam “Cold Lake”), ma sono stati impeccabili e hanno riscosso il meritato tributo. Tom Warrior, volto gonfio come un pallone, non ha più capelli e indossa un berretto uguale a quello di Kai Hansen (un altro la cui stempiatura corre inesorabile verso la nuca).
DESPAIRS RAY. Abbandono i CF per scoprire questo splendido gruppo giapponese. Modernissimi (tra Nine Inch Nails e Rammstein) ma con riff cromati anni ’80 e compressi come esige il nuovo millennio. Si dimenano come ossessi, hanno un frontman che sputa sangue e un tiro micidiale. Peccato che gli album siano introvabili. Dal vivo mi hanno impressionato, sarebbe giusto verificare la resa su CD.
MINISTRY. Casino allo stato puro, cacofonie insopportabili per un gruppo che non aveva alcuna ragione di esibirsi a Wacken. E i comizi politici andate a farli davanti alla Casa Bianca, pagliacci!
METAL INQUISITOR. Più classici di così! Clonano riff di Iron, Judas, Accept, Saxon. Il cantante ha più voce che capelli e l’abbigliamento in spandex e giubbotti con toppe anni ’80 li ghettizza tra i nostalgici. In Germania avranno anche il loro seguito, ma in Italia abbiamo gruppi dello stesso genere che spaccano il doppio e copiano la metà. Divertenti, suvvia!
BATTLELORE. Gruppo che scrive concept sul Signore degli Anelli. Power metal con doppia voce (femminile pulita e maschile gutturale). Indigesti come un kebab con peperoni e banane.
PRIMAL FEAR. Bravi bravi bravi. Copiano, ma con classe e rispetto. Scheepers è una macchina da acuti e la sua definizione muscolare ha raggiunto l’ideale compromesso tra massa grassa e fibra resistente.
AMON AMARTH. Joan Hegg irrompe sul palco a petto nudo e Wacken lo ama: panza da birra degna dell’80% dei Tedeschi del Festival. Uno di noi (anzi, di loro)! I fonici pensano sia una grande idea eliminare le chitarre, in modo da farci godere l’esibizione del batterista più statico e monotono del Festival. A metà concerto sale sul palco una compagnia di rievocazione storica che inscena uno scontro tra Vichinghi e qualcos’altro. Divertente e interessante. Peccato che poi torni a suonare il gruppo. “Once Sent from the Golden Halls” resta il picco compositivo, il successo successivo è slegato dalla qualità musicale.
Ma noi stiamo già strisciando verso l’accampamento…

mercoledì 23 agosto 2006

Prossimamente... abbiate fiducia

METAL FAMILY

Che bello incontrare a Wacken mia zia Peppina. Suona la chitarra nei Destruction e si dimentica sempre di depilarsi i baffetti. Vai zia, sei l’orgoglio di tutta la famiglia! La zia è quella a sinistra, pagliacci!

lunedì 21 agosto 2006

METAL CRUSADE pt 3

Gli Scorpions salutano i lettori di questo Blog e incornano Padre Pio

Giovedì 3 agosto.
Dopo aver ceduto all’esuberanza verbale nei primi 2 post, mi rimprovero da solo: sarò più conciso. Passo quindi a una breve recensione dei gruppi che hanno suonato il primo giorno.
FASTER INFERNO: stavo digerendo, quindi non ho prestato attenzione. La professionalità si spreca… però come chitarrista c’è il figlio di Michael Schenker, che in tarda serata si esibirà anche con gli Scorpions senza suscitare entusiasmi.
VICTORY: saranno anche banali, ma al sottoscritto piacciono. Hard Rock con gli attributi, ottima presenza scenica, un cantante che dà l’anima e i polmoni. Un po’ di riff per fare headbanging, qualche ritornello ruffiano ma virile da cantare a squarciagola. Che volete di più? E poi “On the Loose” e “Standig Like a Rock” restano grandissimi pezzi!
MICHAEL SCHENKER GROUP: ennesima reincarnazione del MSG. Non li ho badati troppo perché dovevo soddisfare la mia dipendenza da pasta e aringa affumicata. Mi ha impressionato il cantante, per quello ho sentito. Il rissoso Schenker non sembra più Obelix con la chitarra, quindi forse beve e si droga un po’ meno. I Tedeschi lo amano e non fanno mancare il dovuto supporto
(Quando un Tedesco supporta un gruppo, fa su e giù con la testa e beve birra. Quando non lo supporta, resta immobile a guardare e beve birra).
SCORPIONS: veri eroi in Germania, si presentano con un set lunghissimo che ripercorre tutta la loro discografia. Soprattutto i primi album, così riescono a far suonare qualche pezzo anche a Uli Jon Roth (il fratello di Zeno!!! Chi ha orecchie per intendere…) e a Michael Schenker. Klaus, il cantante, non perde una nota e fa una gran figura, ma il trionfatore è Rudolf Schenker, che essendo molto più scarso degli altri chitarristi decide di attirare l’attenzione con copricapi da Carnevale di Rio e passando tutta una canzone a testa in giù (senza suonare, e i maligni a dire che non si è sentita la differenza). Le canzoni famose ci sono tutte, manca “Wind of Change” e forse è un peccato, ma è sempre meglio una ballad in meno e una canzone rock in più. Il batterista si ridicolizza col peggiore drum solo del Festival. Impagabile Michael Schenker che non suona la ritmica quando sono gli altri chitarristi a fare gli assoli. Uli Jon Roth crede di essere Hendrix e chi siamo noi per smentirlo?
Gran concerto, grande partecipazione del pubblico, enorme produzione sul palco. Molti abbandonano Wacken dopo l’esibizione degli Scorpions, il che la dice lunga sull’affetto che il gruppo suscita in Germania.

Il resto della giornata era stato occupato assaggiando le mille prelibatezze alimentari che offre il Festival. Quest’oggi: panino con aringa, panino con gamberetti, chili con carne! E ancora, durante l’MSG, pastasciutta al curry incendiario gentilmente offerta dallo chef dell’Accampamento Trevisano. Poi, in giro per il Metal Market, la Festa della Birra, Metal Karaoke, cessi a pagamento…
Stay Metal fino a domani!

venerdì 18 agosto 2006

METAL CRUSADE pt. 2 - Grill Odyssey


Wacken by night: non si dorme. Tra generatori che stantuffano, stereo che eruttano tutto lo scibile in campo metallaro, cori bavaresi, rutti e peti, è impossibile concedersi al sonno.
Se non puoi batterli, unisciti a loro. E quindi, grande grigliata al campo della Brigata Metallara. Annaffiata da ettolitri di birra, ovvio. E dopo l’esagerazione alimentare, via all’esagerazione alcolica: grappa, vodka, Jack, sakè (Only for the Brave). La resistenza degli intestini è messa a dura prova. Ma perché dobbiamo essere solo noi a godere di tanto ben di Odino? Condividiamo dunque coi nostri vicini di accampamento, Tedeschi panzoni dediti al culto della birra e di Satana. Solitamente timidissimi, gli abitanti di Germania si sciolgono nell’ebbrezza e diventano socievoli come scimpanzé, anche se finiscono per molestare solo i maschi. Evidentemente il Metallaro nordico vede le donne con timore e preoccupazione. In soccorso delle donzelle devono intervenire gli Italiani!
La notte avanza, i contorni si fanno confusi, la musica rimbomba nelle orecchie mentre il nettare degli dei viene avidamente ingurgitato dai voraci Metallari di Treviso. Chi si ricorda che è successo? Strani fenomeni da baraccone invadono il nostro campo… un gay ubriaco cerca di ingropparsi qualcuno di noi, un pelato satanista chiede delle salsicce da sacrificare a Satana… personaggi dalle passate edizioni del Festival vengono a ripetizione di degustazione di alcolici (i Tedeschi trangugiano senza ritegno, desiderosi di ubriacarsi per scendere i gradini dell’evoluzione umana nel minor tempo possibile).
Un enorme samurai di 2 metri dalla testa sproporzionata irrompe biascicando in veneto-giapponese. Pare abbia perso dei preziosi animali da compagnia. Butto giù altro sakè e lo seguo al Metal Karaoke, dove vago sperduto in mezzo a capelloni barbuti. La Provvidenza mi riconduce al campo, dove si continua a inserire alcol nello stomaco. Vedo più gente a 4 zampe che a 2…
Ma perché facciamo ciò?
Signori, tira una brocca spaventosa di notte a Wacken! La temperatura precipita verso la solidificazione dell’acqua, la nebbia invade il campeggio e lo trasforma nel cimitero di Dracula. O si accende un falò, col rischio di dare alle fiamme gli antri dei nostri vicini satanisti, oppure si dà fondo alle bottiglie di alcol e ci si getta a dormire a caso su qualche superficie morbida.
La tenda che ha l’onore di ospitarmi è condivisa con altri 3 uomini dall’odore molto penetrante. Mentre dormono, hanno anche la cortesia di imitare gli animali della savana. Una testa grande come uno Zeppelin minaccia di schiacciarci. In più, appena spunta il sole la tenda si trasforma in camera a gas con temperature sahariane. L’istinto di sopravvivenza mi impone si strisciare fuori. Sono circondato da migliaia di Metallari, eppure sono solo a contemplare i resti della grigliata ricoperti di rugiada (poesia, poesia).
Intanto, in sottofondo, i Cannibal Corpse mi augurano il buongiorno…

IL PROTETTORE DEGLI ITALIANI A WACKEN



Il Santo Birraiolo di Petralcina ha protetto i nostri intestini per tutta la durata del Festival. Mille grazie a lui e ai suoi amici Odino e Satana.

giovedì 17 agosto 2006

METAL CRUSADE pt.1



Perché Wacken? Perché lì si avverano i desideri del Metallaro. Birra a fiumi, grigliate sfrigolanti, esseri (umani?) discinti e in preda all’ubriachezza, stand che vendono le cose più assurde e metallare. E, soprattutto, c’è il METAL.
Martedì 1 agosto, ore 22. La Brigata Metallara di Treviso (con intrusioni da parte di ausiliari “stranieri”) parte per la MISSIONE. 1317 km a nord. Tutta la Germania da attraversare. Lucidiamo i cavatappi e siamo pronti al viaggio.
Un orrorifico kebab della Bianca™ mi concede il privilegio di usufruire di numerosi WC tedeschi nel corso del viaggio. Per il resto, tutto molto professionale, con consumi di birra ridotti al minimo (meglio evitare di trascorrere le ferie nelle galere teutoniche).
Alfine si giunge a Wacken, ridente villaggio di pecore a circa 80 km da Amburgo. Vantaggio: ha abbastanza campi da contenere un campeggio di 50mila Metallari. Svantaggio: attira tutte le piogge del Nord Europa. Così veniamo accolti da un infame acquazzone che rimanda le nostre menti all’edizione 2005, meglio nota come l’Odissea nel Lago di Fango.
Tappa al Supermarket di Wacken, assediato da Metallari che cercano di accaparrarsi birra e carne per grigliata. Non siamo da meno. Grandi acquisti a prezzi modesti. In Germania mangiare e bere costa in media la metà che in Italia, il che spiega anche le vergognose panze di cui sono dotati molti Tedeschi. Una cosa è certa: il Supermarket di Wacken lavora per 5 giorni all’anno, poi vanno in ferie per 9 mesi.
Siamo una ventina di fieri guerrieri, ma in 9 non abbiamo acquistato il biglietto, sperando nel bagarinaggio (i soliti Italiani). Solo 2 di noi riescono a prendere un biglietto a un prezzo ragionevole, gli altri devono pagare 100 euro. Ma per godere dell’atmosfera del Wacken si spende senza problemi.
Avvicinamento all’ingresso, carichi di birra e salsicce come Bud & Terence in “Altrimenti ci Arrabbiamo”. Il paesino è già invaso da Metallari di ogni genere e provenienza. Energumeni panciuti che trascinano casse di birra, darkettoni dai capelli corvini con ricrescita bionda, leggiadre donzelle di 80 kg strizzate in corpetti gotici, vecchi rockers che sfoggiano orgogliosi mullet da denuncia penale. Da scriverci un manuale di sociologia…
La nostra carovana irrompe prepotente nell’area campeggio e con estrema cafonaggine occupa un’area spropositata, che serve a contenere: automobili strapiene di cose inutili, numero non quantificato di tende, gazebo per proteggere la birra e noi stessi da sole o pioggia, griglia, superficie libera per collassare sotto il sole, spazio per le abluzioni (poche e generalmente eseguite con il favore delle tenebre, per non essere presi per il culo). In seguito si raccatta un giovane nomade da Treviso che è giunto a Wacken con mezzi di fortuna dopo 3 giorni di dissolutezza in terra teutonica. E poi ci si avvia sbraitanti verso l’area concerti.
I gruppi cominciano a suonare il giorno seguente, giovedì 3 agosto, ma l’area concerti è già affollata da ubriachi. L’atmosfera è da festa della birra, solo che al posto dei gruppi di liscio ci sono i Cannibal Corpse in sottofondo (!).
Ci distinguiamo, noi Brigata Metallara di Treviso. Intanto siamo vestiti meglio! Poi intoniamo cori a profusione, millantando la vittoria di un certo campionato mondiale. Addestrati al New Life, possiamo ingerire litri della leggera birra teutonica senza accusare minimamente perdite di equilibrio. Poi, sbruffoni, ci lanciamo all’assalto dello stand del pesce e ci riempiamo di panini con l’aringa. In un vorticoso turbine di Metallosità, entriamo nel Metal Market e seminiamo il caos tra le bancarelle.
Alcuni vorrebbero già darsi alle molestie delle fanciulle, ma siccome nessuna di esse sembra riuscire a stare sotto gli 80 kg si opta per un ritorno al campo base, per dare il via alla grigliata.
Il racconto della grigliata e della notte seguente sarà online a breve…

domenica 13 agosto 2006

WACKEN 2006



A breve...

Resoconto sul viaggio
Recensione delle bands
Storia di una Metal Crociata attraverso la Germania
Botte e Minchia per tutti

Stay Tuned!!!