martedì 26 febbraio 2008

Studentelli!

Queensryche



TREMATE, perchè sto correggendo i vostri temi, ma sto anche e soprattutto ascoltando l'album di sinistra e la consapevolezza che voi non abbiate idea di cosa sia mi spinge a sganciare gravi insufficienze a tutti.
Addio professionalità, addio coerenza di testo, addio lingua italiana... saranno sufficienti solo quelli che mi diranno la tracklist del capolavoro e che mi canteranno l'ultimo pezzo in stile Geoff Tate (anni d'oro)

martedì 12 febbraio 2008

KISS, 13 maggio, Arena di VERONA

kiss


CONFERMATI!

I posti sono a sedere.
I biglietti vanno dai 50 ai 100 euros, a seconda del posizionamento all'interno dell'Arena.
Vengono con l'orchestra.
I KISS sono i KISS.
Sarà una caccia al biglietto, nonostante i prezzi, perchè il fanatico della band è fanatico sul serio, questi ammazzano a coltellate per poter vedere i beniamini. Nel mondo del Rock si è indulgenti se si uccide per i Kiss. Attenzione alle spalle.
Ci sarà anche la band di supporto. Girano voci incontrollata, pare che saranno quelli che hanno il batterista con un braccio solo. Non si possono nominare sennò Ganesh non entra più nel blog: afferma che portano sfiga. Rispettiamo le sue credenze pagane.
E io che faccio? Non ho mai visto i Kiss... Non ho voglia di prendere il biglietto adesso, ma non posso certo permettermi di fare l'italiano che va su all'ultimo minuto. I bagarini li venderanno almeno a 200 euro fuori dall'Arena. Dubbio... e poi, mi tocca vedere i Kiss da seduto? E poi c'è l'orchestra. Dovrò consultare l'Oracolo di Delfi per avere un responso.
Verona è la capitale del ROCK in Italia. Nel giro di un mese ha THE POODLES e KISS. Da panico. Godetevela, veronesi: per la legge del contrappasso avrete 15 anni di cover band di fiasco rossi.

domenica 10 febbraio 2008

ITALIA-INGHILTERRA 19-23

italy rugby


Credo sia lo scarto minimo nelle decennale serie di capitolazioni dell'Italia di fronte al Colosso d'Albione. La peggior Inghilterra degli ultimi 30 anni batte la solita Italia piena di buona volontà ma pasticciona e ottusa al punto da continuare a fare il suo gioco anche quando era ormai palese che non sarebbe andata da nessuna parte. Sia chiaro, le partite vengono impostate sullo 0-0, ma quando vai sotto di due mete per colpe assolutamente tue, si richede la lucidità di cambiare approccio. Cosa che in campo oggi non si è vista. Bravi a rispettare il piano A, ma le partite si portano a casa soprattutto col piano B, perchè le cose non vanno mai come noi italiano pianifichiamo.

Non nascondiamoci dietro la scusa dell'ennesima sconfitta onorevole, perchè di onorevole non c'è nulla stavolta. Abbiamo perso per errori nostri. Potevamo vincere ma abbiamo perso.
PROMOSSI.
Il pubblico. L'Italia gioca "in casa" nel vero senso della parola. Grande il pubblico degli appassionati giunti da tutta Italia. Un esempio per tutti.
I Bergamasco. Mauro uomo ovunque, placca e recupera palloni. Mirko splendido in attacco soprattutto nella fase finale, quando regge la baracca quasi da solo: ma resta il suo difetto di non passare la palla quasi mai.
Parisse. Validissimo soprattutto in difesa, scattante e reattivo. Può e deve dare di più in attacco, solo così sarà considerato un vero numoro 8 di valore internazionale.
Canale. Vedi Mirko Bergamasco. Vorremmo però che i due centri avessero il coraggio di usare il piede, ogni tanto. Con testa, senza esagerare, ma usatelo.
RIMANDATI.
Masi. Bravo soldatino, rispetta le consegne di Mallett e fa il playmaker giocando alla mano tutti i palloni. Certo, non è un fenomeno col piede, ma una vera apertura deve saper leggere il gioco, non solo seguire il piano A: i nostri non attaccano in avanzamento e penetrano sbatacchiando contro gli avversari. La prima meta inglese l'ha inventata Wilkinson con un calcetto a seguire sopra la linea di difesa azzurra: a volta il piede è utile, questo Masi lo deve assolutamente capire.
Lo Cicero. Tanto cuore, ma le tanto decantate ripartenze dai ragguppamenti non incidono. Lo Cicero ha 1 metro di avanzamento al massimo, che è abbastanza per un pilone del campionato italiano ma non per un pilone del 6 Nazioni.
BOCCIATI.
La touche. Tanto valida contro l'Irlanda quanto confusa e fallosa contro gli inglesi. Ma la gente è sempre la stessa. Attendiamo la prova del nove col Galles, ma quella che sembrava una certezza per gli Azzurri ritorna a essere un'incognita.
Robertson. Come con l'Irlanda, non è mai in partita. Si sacrifica in difesa, gioca d'anticipo su Vainikolo (il gigante tongano ha comunque deluso) ma in attacco è uno di quelli che dovrebbe fare la differenza e invece non emerge. Nell'unico spunto viene bloccato con una francesina del fenomenale (in difesa) Noon.
Bortolussi. Rischia di diventare il capro espiatorio delle sconfitte italiane. Ma non è sicuro in difesa, ci costa una meta e anche nei calci piazzati, pur essendo migliorato, non fornisce garanzie. Sicuri che non ci sia di meglio in giro?

domenica 3 febbraio 2008

IRLANDA-ITALIA 16-11

6 nations


Una sconfitta di misura in trasferta ci può anche stare. Pesa che l'Italia abbia perso per errori suoi, piuttosto che per la strapotenza dell'Irlanda.
In particolare la meta irlandese è frutto di gravi errori di coordinazione tra l'estremo e l'ala. Aggiungiamo altri 3 punti subiti a causa di un fallo plateale e inutile di Canavosio sotto gli occhi dell'arbitro e altri 3 generati da un errore di Bortolussi su un calcio di liberazione.
Insomma, si poteva fare meglio. E si dovrà fare meglio, visto che la prossima partita sarà contro un'Inghilterra desiderosa di riscattarsi dopo la sconfitta-suicidio contro il Galles.
PROMOSSI.
Bergamasco Mauro. Uomo ovunque, in attacco e in difesa. Seriamente, un'Italia che vuole essere competitiva non può permettersi di rinunciare a Mauro nemmeno quando gioca contro la Namibia. Talento vero.
La prima linea. Per quanto mi riguarda, la prima linea irlandese stanotte avrà gli incubi. In particolare nel secondo tempo l'Italia ha avuto una supremazia qualitative nelle meschie e nel gioco di raggruppamento, il che lascia l'amaro in bocca per la gestione poco oculata.
La touche. Ottimi Del Fava e Dellapè, grazie soprattutto alla precisione al lancio di Ghiraldini. Una bella sorpresa quella del tallonatore di Calvisano, anche perchè la touche irlandese è da anni considerata una delle più temibili al mondo.
Masi. Mi è piaciuto. Non sa cosa sia il gioco tattico al piede, ma è solido e prova a giocare da playmaker senza timori reverenziali. In difesa è una sicurezza. Da lui ci si aspetta che riesca a proporsi come regista più che come tramite per lanciare i trequarti, ma la solidità e la freddezza non gli mancano.
DA RIVEDERE.
Travagli. Gestione della palla in generale adeguata, ma pessimo nel gioco al piede. Assolutamente inadeguati i suoi calci di liberazione e gli up-and-under in rovesciata. Troncon ci aveva abituati meglio. Ciononostante, il ragazzo ha carattere e sa farsi rispettare. Attendiamo ulteriori test.
Parisse. Piace a tutti, è sempre nella classifiche dei migliori a fine anno, è un talento, ha mezzi fisici straordinari, ecc. Allora qualcuno mi può spiegare perchè con l'Italia non riesce quasi mai a fare la differenza? Non dico che giochi male, anzi, ma con tutto quello che la Nazionale investe su di lui, quand'è che vedremo prestazioni da campione? Su Parisse persistono seri dubbi, ma è anche vero che meglio di lui da far giocare non ce ne sono.
BOCCIATI.
Bortolussi. Esordisce sbagliando una presa al volo. Copre in maniera poco accurata la profondità. Spesso commette errori di posizionamento. Perchè gioca? Perchè è l'unico calciatore decente tra quelli a disposizione di Mallet. Ma se piazza col 50% e sbaglia diversi calci di liberazione e di spostamento (uno ci è costato 3 punti preziosi), allora tanto vale evitare di schierarlo.
Canavosio. Imballato e poco reattivo. Non è un gigante e sui calci alti l'avversario Trible fa il bello e il cattivo tempo. Inoltre gioca la palla da terra in un raggruppamento davanti all'arbitro, ingenuo! Mallet lo toglie dopo mezz'ora, il posto per il resto del torneo sembra esserselo giocato.
Robertson. Mai in partita, non brilla particolarmente nemmeno in difesa.