lunedì 30 giugno 2008

Post per arrivare a 3 nel mese di giugno


Qualche recensione a ruota libera, di film vecchi e nuovi.


Il Petroliere (2008). Uno dei migliori film recenti. Un'epopea americana a largo respiro, mai un cedimento né una concessione al melenso. Daniel Day Lewis (nella parte del petroliere Daniel Plainview) è spettacolare e di una superbia luciferina, una prova da applausi a scena aperta. Soprattutto nella conclusione, dove si scatena insolente e impenitente nell'umiliazione dei suoi avversari: se si dovesse dare un volto all'angelo ribelle che sfidò Dio, il volto è quello del Daniel Plainview di Lewis. Il personaggio è uguale al ferocissimo villain di “Gangs of New York”, dimostrazione che la carogna gli viene proprio bene. Attore che si riscatta quindi dal peccato originale di aver girato un polpettone indigeribile come “L'Ultimo dei Mohicani” (emozioni da fast-food per Titanic-dipendenti).


Il Mercante di Pietre (2006). Film italiano con Harvey Keitel, Jordi Mollà (il magistrale Filippo II di Spagna nel nuovo “Elizabeth”, ma fa anche lo spacciatore in “Blow”) e F. Murray Abraham (l'attore americano più amato dai registi italiani... ma questo lavora solo da noi?). In due parole, una vergogna. Le intenzioni: film sugli attentati dell'Islam estremista, legando il tutto con una regia ultramoderna, molto “americana”. I risultati: film dalla trama ridicola, in cui la questione dello scontro religioso viene ridotta a una serie di proclami in stile Borghezio-Fiore e la regia indugia in soluzioni da videoclip che NULLA hanno a che vedere col resto. Capirei se fosse un action-movie, ma qui il massimo dell'azione sono i rapporti sessuali di Harvey Keitel. Che certamente non attirano il curioso. La star del film, proprio Keitel, è una sopravvalutata faccia di legno, rugoso e monoespressivo, che deve la sua fortuna a qualche film nei quali aveva ruoli di secondo-terzo piano (“Taxi Driver”, “Le iene” e “Pulp Fiction”) e ad un masturbatorio esercizio di stile (“Lezioni di Piano”, ce lo ricordiamo perché aveva il culo fuori... vedi te...). So che in certi ambienti filo-governativi quest'opera viene elogiata per il coraggio con cui affronta tematiche spinose da un punto di vista inconsueto (almeno per l'Italia), ma vorrei ricordare che le cose, oltre ad avere il coraggio di dirle, bisogna dirle bene. La critica cinematografica, covo di divoratori di infanti, l'ha fatto a brandelli: è come sparare sulla Croce Rossa, ma per una volta sto con loro.

Occhio, compare anche Lucilla Agosti, che a molti non dirà nulla e forse è meglio così.


Lady in the Water (2006). Ignoranti consumatori di mortadella, voi quando andate al cinema preferite spegnere il cervello e criticare i film che hanno più di mezzo livello di interpretazione. Shyamalan (regista de “Il sesto senso”, penso che possa bastare) non fa film facili ed è per quello che la massa bovina che li vede si sente in dovere di denigrarli. Ma l'indiano è un genio e per fortuna non ascolta mai le critiche e fa quello che gli pare. Già con “The Village” aveva girato una mirabile opera sulla mitopoiesi e se ne sono resi conto 4 in tutto il mondo (quelli che sono venuti a vederlo con me, e crepi anche l'umiltà). “Lady in the Water” è una bella favola, certo, ma considerarla solo così sarebbe come dire che “The Crimson Idol” è un bel disco. Per mia fortuna, si parla anche d'altro: della comunicazione tra le persone (e della incomunicabilità), di noi che cerchiamo uno scopo nella vita ma mai ne siamo sicuri, di amore e di amicizia, Shyamalan parla di tante cose ma un po' bisognerebbe impegnarsi a leggere tra le righe. Sennò uno può sempre andare a vedersi Muccino o Ridley Scott. Questo ovviamente non vale solo per “Lady in the Water” ma per tutti i film di questo regista, che meriterebbe molta più considerazione dal pubblico, ma che sicuramente non perde il sonno se una massa di villanzoni si adirano al Cinecity. Inciso: ci recita Paul Giamatti... è il migliore attore che abbia visto in giro di recente, non sbaglia un film e se anche lo sbaglia ne viene fuori sempre alla grande.


venerdì 20 giugno 2008

VINNIE VINCENT INVASION - "That Time of Year"

Ecco la canzone che mi distruggerà per tutta l'estate. 
Anno 1986, il talentuoso e scalcinato chiarrista Vinnie Vincent ha mollato i Kiss (dopo "Lick It Up", 1983) e lancia il suo progetto solista. Primo album di Hard Rock scoppiettante, con Robert Fleischmann alla voce: ottimo, ma troppo "bravo ragazzo" per quello che Vinnie ha in mente. Per il secondo album Vinnie mescola un pò le carte. Assolda il vocalist Mark Slaughter, che nel video qui sotto sembra un liceale ma che si muove con l'arroganza del navigato filibustiere. Dana Strum al basso, il babbeo più disperato del music business, ma la folta chioma lo ha salvato almeno fino a metà anni '90. Mr Muscolo Bob Rock alla devastazione delle pelli (segnarsi il nome, ha suonato solo in album capolavori e ha scolpito il suo fisico statuario esclusivamente con proteine vegetali... monastico). L'album vive sulla sagacia di un chitarrista che compone canzoni affilate come il rasoio di un barbiere di Al Capone, ma che al momento giusto sa piazzare la zampata melodica. Seta e Acciaio!
L'anno è il 1988. L'album è "All Systems Go". La canzone è "That Time of Year". Io credo che per 4.34 minuti il mondo possa fermarsi ad ascoltare...

martedì 10 giugno 2008

Incipit MAESTOSO



In principio era il Verbo e il verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Questo era in principio presso Dio e compito del monaco fedele sarebbe ripetere ogni giorno con salmodiante umiltà l'unico immodificabile evento di cui si possa asserire l'incontrovertibile verità. Ma videmus nunc per speculum et in aenigmate e la verità, prima che faccia a faccia, si manifesta a tratti (ahi, quanto illeggibili) nell'errore del mondo, così che dobbiamo compitarne i fedeli segnacoli, anche là dove ci appaiono oscuri e quasi intessuti di una volontà del tutto intesa al male.

Inizia così una delle opere più mirabili del secolo passato. Opera profonda, ricca di significato, che ancora oggi ama rileggere con sorprendente frequenza. Un plauso a chi riuscirà a individuarla.

A breve nuove aggiornamenti su questo blog, ora che il lavoro è diminuito (come pure il denaro, ma come faccio a parlare di pecunia con un incipit del genere..???).