lunedì 26 febbraio 2018

Rhapsody + Beast in Black + Scarlet Aura : back to basics

RHAPSODY + BEAST IN BLACK + SCARLET AURA
18/2/2018
New Age Club (TV)



Non ci sarei dovuto essere: la prima band non la conosco, i Beast in Black mi piacciono quando si chiamano Battle Beast e i Rhapsody dal vivo hanno senso quanto uno show di Gianni Dego (monumento del liscio da balera nella Sinistra Piave). Però buttando la spazzatura in tangenziale ho trovato 33 euro per terra e sono volato al New Age per vedere se Turilli ha ancora le canottiere da wrestler.

Locale pieno, neanche suonassero i vincitori di qualche talent show. Maggioranza di ex ventenni come il sottoscritto, ma anche un buon numero di giovani Metallari confusi (ormai troppi under 25 ascoltano musica a caso, quindi sono Metallari ma anche appassionati di jazz, latinoamericano e trap). Presenti anche diverse umane (femmine), sorvegliate a vista dai compagni Metallari che, una volta beccata una donna, non la mollano più perché certi treni passano solo una volta.

SCARLET AURA.
Melodic Metal dalla Romania, con cantante ossigenata. Band dalla statura media sorprendentemente bassa. Colgo tre note, me la cavo con una formula da prof: hanno le capacità ma non si applicano (tradotto per gente spietata: non ci arrivano).

BEAST IN BLACK.
Portano sul palco un impatto da veri bulli, con un quintale di basi e un sound volutamente iper-sintetico, ma anche potente e melodico. Per una volta il bassista si sente, anche ha lo stesso suono di R2-D2. Basi di tastiere, basi dei cori, basi per qualche passaggio di batteria, roba che neanche Alberto Camerini a Suoni di Marca versione karaoke (che però aveva un cachet di 100 euro).
Il tutto comunque funziona: il cantante è ganzo e si fa anche tutto lo show con una palandrana da docente di Hogwarts (a fine concerto ha perso 5 kg in sudore e qualche anno di vita), gli altri strimpellano e il chitarrista n°2 (che non serve a nulla) fa le faccine simpatiche.
Ci sta bene pure una pacchianata come “Crazy Mad Insane”, che fondamentalmente è un pezzo di Ivana Spagna anni '80 su cui la band indossa occhiali LED che avrebbero scatenato gli entusiasmi degli smandibolati a Jesolo nel 1994.
Promossi, almeno fanno finta di cantare i cori.

RHAPSODY
(con introduzione in stile disputatio medievale perché mi sono appena informato su Wikipedia).
QUAESTIO.
  • Vale la pena?
RESPONDENS.
  1. Tour d'addio
  2. Reunion con membri storici
  3. Suonano proprio gli album che mi piacevano da ventenne
OPPONENS.
  1. Non ci crede nessuno. I Kiss sono in tour d'addio dal '96, gli Scorpions da 15 anni, i Manowar faranno durare il loro tour per 20 anni.
  2. Ci sono Turilli e Lione, ma manca la drum machine dei primi album e Staropoli costa troppo in shampoo e balsamo, quindi se ne resta a Trieste.
  3. Forse li suonano anche uguali, ma tanto si sentono solo le basi, Lione, delle zanzare e delle padelle.
DETERMINATIO.
  • Ho ragione io

Tonnara magistrale per circa un'ora: a parte la splendida voce di Lione, si sentono solo basi, una zanzara (chitarra di Turilli) e delle padelle della AMC (la batteria). Basso e altra chitarra non pervenuti, tanto valeva mettere due sagome di cartone e spartirsi i soldi in tre.
Detto che i suoni nell'ultima mezz'ora migliorano, faccio l'anziano e mi focalizzo sulle incongruenze:
  1. la band investe in studio per il sound calibrato e hollywoodiano... poi va al New Age e senti i suoni di una cover band dei Rhapsody al pub;
  2. nelle ballad e nelle parti atmosferiche rimane solo Lione sul palco con le basi orchestrali ed è subito provino di X-Factor;
  3. la band neanche ci prova a far finta di fare i cori... nessuno si sente un po' babbeo quando la gente non urla eppure sembra di essere lo stesso al Maracanà?

A questo punto vivo una scissione interiore.
Il Me ventenne: capelli XXL e magliette XXL (unica misura, non come oggi che fanno pure i tanga metal), resistenza alla birra massimo due medie e poi svenimento, a scuola con il chiodo anche a giugno e zero donne. Zero. Il Me ventenne amava i Rhapsody, primi due album da fanatismo vandalico. Il Me ventenne gli perdonava tutto ai Rhapsody, anche 40 minuti di scandalose zappate sul palco del Gods of Metal 2001.
Il Me attuale: egli ha conosciuto l'età adulta, il precariato, le 48 ore per recuperare la sbronza di tre birre medie. Il Me attuale ha detto addio a tante cose... molti capelli, i videogiochi, chiodo e maglietta in inverno. Egli vorrebbe forse credere per una sera ancora in Algalord e Aresius, ma come si fa se sul palco i Rhapsody mi portano le tonnare?

E ora, il Gran Galà della Rilevanza:
  • Divisa dei Rhapsody: stock di magliette della salute nera prese al mercato, pochi capelli (salviamo Lione), jeans neri (bassista in pantaloni bracaloni gotici, giusto per spiccare sulla massa), scarpe a caso.
  • Mobilità dei Rhapsody: Lione ben piantato in centro, Turilli vagabondaggio generico con manine agitate al cielo (mi piace Turilli, ci crede sempre come agli inizi e l'arringa finale vale almeno 3 euro del biglietto), basso con moto causale e centrifugo, chitarra n°2 isolata a destra con scarso desiderio di farsi notare (sia nei suoni, sia nella presenza), tastierista invisibile ma presente ovunque (tipo la sostanza di Spinoza, oppure la sfiga).
    A me piacciono le band che fanno le mossette sincronizzate. Se proprio non si riesce a provarle in sala prove perché non esiste una sala prove dei Rhapsody, almeno ci si eserciti da soli a casa a fare le pose eroiche, però poi serve coordinarsi. Sennò salta fuori il disagio.
  • Lione, in veste Pippo Baudo, presenta ogni pezzo come a Sanremo, ma la cadenza toscana chiama la bestemmia e la mancanza di essa ha onestamente un po' deluso noi baldi agricoltori veneti, che alle tradizioni ci teniamo e un 33 euro per sentire qualche bestemmione li paghiamo anche volentieri, ohibò.
  • Cantante femmina che compare sul palco per 48 secondi, improvvisa con Lione una coreografia minimal da “High School Musical”, scatena ululati da parte del pubblico in evidente carenza ventennale di donne e sparisce per sempre nella notte.
  • La cover di Bocelli: Lione introduce con una storia che non ascolto, forse ha incontrato Bocelli in autogrill e hanno chiacchierato, da qui l'idea della cover. Per fortuna che i Righeira non li becchi mai in autogrill.
  • Fine concerto con pubblico esaltato che chiede un altro pezzo, ma la band aveva finito le basi.


Finlandesi dappertutto