venerdì 9 luglio 2021

Leroy Fitzgerald IV - La Saga completa


Leroy Fitzgerald IV 

Una tragicommedia in 3 parti.


Atto Primo.


A detta dei genitori, Leroy sin da piccolo era brillante e dinamico, praticamente un fenomeno. Si sentirono in dovere di dirglielo anche quando riusciva a centrare il water con la pipì, creando un’autostima traboccante di inconsapevolezza dei propri limiti.

Venne valorizzato in una scuola strabiliante dove imparò a coltivare salvia, scalare pareti verticali e costruire casette per pipistrelli. A parte un paio di infortuni legati a un abuso del martello, furono anni formativi.

Nel frattempo era diventato anche bellino, tipo surfista, molto apprezzato dalle ragazzine. Quel tipo di bellezza che spesso faceva passare in secondo piano il suo essere babbeo. Leroy era infatti prodigioso nel non riuscire mai a calcolare le conseguenze delle sue azioni. Uno di quelli che regolarmente si fa venire il mal di testa perché mangia il gelato troppo velocemente e non impara mai.

Era anche convinto di essere divertentissimo, perché i genitori ridevano sempre delle sue battute e le ragazzine altrettanto. Forse, con la maturità, avrebbe capito che essi ridevano per altri motivi, ma la maturità a oggi non è ancora pervenuta.

Alle superiori non fu capito, dissero i genitori: non riusciva a stare seduto, faceva battute in continuazione senza grande riscontro tra i professori, preferiva costruire castelli con le gomme e correre dietro alle ragazzine (che perlopiù gradivano).

Portò all’estremo la tecnica dello studio all’ultimo minuto, arrivando sistematicamente impreparato. Ma, onesto, in classe ci andava sereno a prendersi le sue insufficienze, perché fiducioso di poter recuperare con un paio d’ore di studio che non arrivavano mai.

Era l’idolo delle feste studentesche e delle assemblee grazie alla passione per il ballo, ma tale competenza non venne minimamente valutata quando si presentò agli scrutini con tre materie col 10 e il resto col 4. 

Bocciato, passò l’estate coi genitori in qualche malga a pascolare capre, per poi ritornare ancor più bello e ancor meno operativo a ripetere il primo anno, che si concluse sempre col rapporto 3 materie col 10 - il resto 4.


Atto Secondo.


Esperienza pluriennale al biennio e acrobatico cambio di indirizzo: Leroy giunse in terza senza problemi e con l’acquisita consapevolezza che studiando una volta a settimana si può fare strada, soprattutto se hai ripetuto la prima due volte e il corpo docenti ha pietà di te.

Questa consapevolezza non lo abbandonò nemmeno quando, circa a metà della terza, gli venne spiegato che le insufficienze rimediate non sarebbero state sanabili. La famiglia non colse il messaggio in codice e Leroy venne bocciato. 

E quando ti sei sporcato il sedere in modo quasi irrimediabile, chi chiamerai per un gigantesco foglio di carta igienica? Il Recupero Anni Scolastici.

Anno irripetibile, fatto di assenze a manetta, studio non pervenuto, grandi storie d’amore dalla durata raramente rilevante (Spighetta durò, pare, due settimane) e una chioma ingestibile che non veniva tagliata perché giovava all’immagine ma obbligava Leroy a soffiare via il ciuffo dagli occhi ogni due minuti. Grande anno, grandi risultati, grande promozione conseguita presso l’Istituto Superiore Magistrale di Perfezionamento “Gustav Thoeni” di Otranto. 

Il filo conduttore di Leroy in questa fase fu la scoperta del sesso. Fino ad allora riteneva le ragazze essenzialmente distributori di complimenti, risatine e compiti svolti. Si trovò però ad essere un giovane quasi maggiorenne, di bell’aspetto, in una classe di teppisti (e teppiste) più giovani di lui, alcuni con esperienze sessuali piuttosto complete e la fedina penale non immacolata.

Leroy capì con entusiasmo che la disponibilità era notevole e che non doveva fare chissà che sforzi per ottenere soddisfazioni. Grazie al carico ormonale dovuto all’età si tolse parecchie soddisfazioni sia a scuola sia ai giardinetti, dove la classe si spostava in massa nei giorni delle verifiche, in modo da consumare serenamente alcolici di qualità opinabile e oppiacei misti a corteccia di platano.

La trasferta della classe a Otranto per gli esami di idoneità pare sia stato un vero e proprio campo di battaglia, in cui Leroy si è distinto per tenacia e coraggio. Le leggende parlano di acrobatici passaggi da un terrazzo all’altro, appuntamenti in ascensore con scotch sul pulsate di blocco, flebo di energy drink, il record per il corteggiamento più breve della storia prima di arrivare a una richiesta di matrimonio e successiva fuga nella notte dopo aver ottenuto ciò che desiderava, tafferugli coi giostrai locali per una questione di donne. (Le mie fonti su tali episodi risultano del tutto inaffidabili).

Insomma, diede tutto e pose le basi per un anno in Quinta che degenerò quasi subito… 


Atto Terzo.


La famiglia Fitzgerald decise di iscrivere Leory a una scuola paritaria, per evitare che andasse a procacciarsi un diploma riconosciuto solo alle Isole Cayman.

Sconosciuta è la griglia di valutazione usata per scegliere l’istituto, tutti però concordano che quell’anno Leroy meritava il riformatorio e non una classe.

Arrivato all’età in cui alcuni già fanno figli e firmano contratti capestro, il ragazzo decise di sperimentare la ribellione adolescenziale che gli era mancata negli anni prima.

Siccome il non-studio non era una ribellione ma un atto dovuto, il nostro eroe decise per un’escalation che si consumò con le seguenti tappe…

Settembre: stringe amicizia coi peggiori utenti dell’istituto, gente che di lì a poco sarebbe finita a deporre l’uno contro l’altro dopo una retata in sala giochi.

Ottobre: bullismo light (solo coppini e qualche merendina requisita) e qualche cliché tipo fumo in bagno; sbadigli a bocca aperta di fronte a lezioni noiose (a detta sua, tutte).

Novembre: in coincidenza con la prime insufficienze, accuse ai docenti di essere prevenuti e, nel caso delle professoresse, inviti a praticare attività poco dignitose lungo le grandi arterie stradali.

Dicembre: calo sensibile del rendimento, vittimismo accentuato, aggressività in aumento, tentativi di non consegnare un compito in bianco adducendo teorie complottiste. Rissa prenatalizia con un compagno, irritato dopo che Leroy aveva collocato le sorelle del suddetto lungo le arterie stradali.

Gennaio: approfittando delle ferie lunghissime che la famiglia Fitzgerald si concedeva, il consiglio di classe deliberò una combo di “lettera di segnalazione per insufficienze + voto in condotta basso + avviso paternalistico a fare il bravo”. Al ritorno, Leroy non consegnò i compiti delle vacanze e rifilò un coppino al compagno che rideva. Prima sospensione, un paio di giorni a pulire la biblioteca: Leroy non si presentò.

Marzo: pare che dalla famigli arrivasse un ultimatum e Leroy cercò di recuperare manipolando le ragazze della classe, ma dopo averle prese per i fondelli per mesi nei suoi profili social non ottenne soddisfazione. Frustrato, all-in sul vittimismo e la cattiveria del corpo docente. 

Aprile: falliti i compiti di recupero, Leroy decise di non accettare passivamente i torti subiti e, una mattina, ricoprì di insulti i docenti, finì due volte in presidenza ed venne infine scortato a casa dai genitori entro la fine della terza ora. Seconda sospensione, stavolta ai domiciliari, dove si diede a fotografare tazze di caffè e postare sui social citazioni di Morgan Freeman presidente del Sudafrica. 

Maggio: tentando il recupero, venne beccato a copiare un compito,  inoltre tenne il profilo basso, ma continuò la campagna diffamatoria sui social, cinicamente riportata dai compagni alla presidenza. 

Scrutini finali: materie a rotoli e due sospensioni, “ritenti e sarà più fortunato”. A stappare le bottiglie sono altri compagni con materie a rotoli, ma zero sospensioni. Uno citò Hobbes mentre legge il tabellone degli ammessi: apprezzabile, qualcosa resta…

Leroy partì per una qualche isola atlantica a rigenerarsi e trovare le motivazioni per una Quinta da fuochi d’artificio.

Non le ha trovate.