sabato 19 ottobre 2013

Trippa, vino e festose bestemmie



Sovernigo è grande come uno sputazzo per terra: certo, lo sputazzo di un dinosauro, ma pur sempre uno sputazzo. Gli ingenui direbbero che è una frazione di Paese, che è il metodo migliore per prendersi una coltellata dagli abitanti di Sovernigo (e anche da quelli di Paese).
Sono tre strade che si incrociano davanti a una chiesa, che onestamente è proprio carina. L'hanno ristrutturata probabilmente con le elemosine delle vecchiette, visto che a Sovernigo pare abitino solo ottantenni. Le case sono tutte strette l'una all'altra, così la gente può farsi gli affari degli altri senza sforza: basta aprire una finestra. C'è un parcheggio che ai turisti viene forse spacciato come piazza, ma insomma, che turisti possono mai passare per Sovernigo?
Eppure una volta all'anno l'attrazione eccezionale c'è.
La sagretta di Sovernigo.
E' organizzata dai vecchi del posto (“I Lupi”, una specie Proloco con qualche ettolitro di cabernet in più), che però si fanno aiutare anche dalla gioventù perché un'esistenza dedicata all'alcol notoriamente non è il massimo se devi gestire una sagra. Certo, non è che i giovani bevano meno...
L'evento è sotto un tendone che occupa tutto il parcheggio e le attrattive sono da utenza ottantenne: mangiare, bere e giocare a carte (solo dopo ho capito che era un torneo di tressette e non di bestemmie).
CIBO. Prelibatezze assoluto la trippa con polenta e la bistecca di cavallo. Per me si potrebbe anche chiudere qua: trionfo assoluto e tutti a casa. Ma l'organizzazione ci piazza anche altre pietanze (braciola, funghi, fagioli, patate... tutto roba fondamentale se poi ci devi bere sopra 3 litri di vino) e si chiude in gloria con le caldarroste, accompagnate da altro vino, sennò è come fare le cose a metà.
BEVANDE. Vino. C'è anche la birra, ma sono le lattine del supermercato e pure a temperatura ambiente. Niente da fare, con l'età media dei presenti si va di vino, che tra l'altro pare fare miracoli, visto che i consumatori sono ancora tutti in vita (a meno che io non abbia visto un'orda di trentenni mostruosamente invecchiati dagli eccessi). La specialità per intenditori è lo sgroppino, che ha una storia tutta sua e che posso raccontare solo a voce. Chiusura gloriosa col caffé, servito con correzione di mezzo litro di grappa (non esiste l'opzione analcolica).
ATTRAZIONI EXTRA. A quanto riporta il programma, il primo giorno i vecchi si sfogano con il torneo di scopa e tressette. Il due giorni seguenti l'attrazione è la Messa Solenne, evidentemente necessaria per salvare le anime di quell'orda di bestemmiatori che s'è esibita durante il torneo. Resta il fatto che dopo la Messa si torna in sagra, quindi il problema si ripropone. Notare che non ci sono band di liscio, visto che i vecchi sono interessati solo alla Trinità (Cibo-Alcol-Carte) e non accettano distrazioni.

POST SCRIPTUM.
Che i vecchi siano timorati di Dio è solo una leggenda metropolitana. La sequela di bestemmie udite al torneo di scopa & tressette è la prova inconfutabile che i vecchi di Sovernigo non solo non hanno paura di Dio, ma che potendo lo prenderebbero anche a schiaffi.