domenica 31 maggio 2009

27 giugno 2009, ancora Gods...


Ecco la seconda parte della recensione: tutto vero come sempre, solo la verità in questo blog, per le menzogne mi sto attrezzando.


EDGUY. Tobias irrompe sul palco saltando come una cavalletta, tira un acuto pauroso e perde la voce per il resto dello show. La band allora rimedia suonando un'ora di cover dei Voivod, cantate da gente che transita casualmente sul palco (in Italia il palco è sempre pieno di personaggi dal ruolo indefinito). Tobias allora può concentrarsi sulle donne: cerca di attirarle agitando il culo, ma pesta un piede a Marty Friedman che gli sfascia la sua chitarrina da GuitarHero sulla pelata. Tobias allora si rifugia nell'alcol per cercare di scrivere i cori del prossimo Avantasia.


LITA FORD. Dopo 10 minuti di concerto il pubblico realizza che Lita è lì per suonare e non per mostrare le tette né per dispensare fellatio casuali a chiunque le sorrida con simpatia. Trasferimenti di massa nel parcheggio del Brianteo, dove i Fear No Beer hanno aperto la loro distilleria ambulante. Sotto il palco solo i vecchi Rockerz incalliti, quelli che conoscono il refrain di “Kiss Me Deadly” e che sperano almeno in una lap-dance dell'ultimo minuto. Lita li ignora ed esegue un assolo talmente triste che solo Marty Friedman si esalta perché lui lo sa suonare con l'orecchio destro.


QUEENSRYCHE. Geoff Tate ha finito la voce la sera prima al karaoke e per coprire le sue pecche ospita sul palco tutto il coro parrocchiale di Cessalto. Curiosità per il nuovo chitarrista, la cui identità è sconosciuta: alla fine si rivela essere una gigantografia di DeGarmo, la quale suona molto meglio dei suoi predecessori. La band si è convertita alla cultura vegetariana e suona tutto “Hear in the New Frontier”: dal pubblico piovono ortaggi in abbondanza, la band gradisce. Ganesh invade il palco e chiede a gran voce dei pezzi da “Mindcrime” o da “Empire”, i 'Ryche gli propongono “American Soldier” e dimostrano che il loro declino è causato da una perdita di udito collettiva.


TESLA. Uno dei migliori show della giornata, peccato che il pubblico fosse nel parcheggio ad assistere alla sfilata di lingerie del nuovo catalogo Outlaw Stars: la band, incapace di registrare un album, ha deciso di darsi all'abbigliamento. Le modelle vengono licenziate 10 minuti prima di sfilare e sostituite da Sexy Jaxy, che ad ogni sculettata insulta le modelle e urla “Cusì se fa!”. Gli altri componenti degli OS stanno al bancone dei Fear No Beer e improvvisano uno show senza avere a loro disposizione la strumentazione: sullo sfondo i Tesla suonano i loro pezzi migliori, ma il pubblico non se ne accorge e fa i complimenti agli Outlaw Stars. La band decide allora di sciogliersi perché oggi è umido.


HEAVEN & HELL. Il parterre viene recintato e nelle prime 5 file si accede solo se si è stempiati e con un lavoro a tempo indeterminato: questo per permettere ai quarantenni di ammirare la loro band preferita. Un sedicenne urla “Paranoid!!!”, viene catturato dai cani dei Backyard Babies e divorato dai Backyard Babies. Le donne vengono fatte accomodare all'esterno dello stadio, perché la loro presenza potrebbe turbare dei musicisti troppo abituati ad avere un pubblico di padri di famiglia. Lo show è impeccabile, le canzoni degli album storici sono riproposte alla perfezione e Dio canta come solo lui sa fare, Geezer Butler suona sempre 38 note di basso in più del dovuto e Toni Iommi passa due ore a contare le corde della sua chitarra. Alcuni aspiranti cantanti cercano di imitare gli acuti di Dio, ma ne escono umiliati e ripiegano sull'imitazione delle bevute di Vince Neil: umiliati due volte.


MOTLEY CRUE. Gli stessi calvi quarantenni che lacrimavano per i gorgheggi di Dio indossano le sgargianti parrucche dei bei tempi andati e si preparano per l'ingresso dei Motley Crue, la band che ha fermato il tempo perché i suoi componenti sono sempre uguali almeno da 15 anni... Tommy Lee è in gran forma, Nikky Sixx sembra sempre lo stesso (perché sotto i chili di cerone e le hair-extensions potrebbe nascondersi anche Gene Simmons, per quel che ne sappiamo), Vince Neil è ciccione ubriaco che finisce la voce mezz'ora prima di salire sul palco, Mick Mars è defunto nel 1985 ma ha bevuto talmente tanto quell'anno che la morte non riesce a farsi strada nel suo corpo. Ospite speciale Moira Orfei, che si è portata dietro i mangiafuoco e i nani danzanti, mentre gli orsi ballerini sono impersonati dai Voivod. I Crue hanno sì inciso un nuovo album, ma nessuno lo vuole ascoltare dal vivo e allora è meglio eseguire tutto “Doctor Feelgood”, che tanto Vince quelle incise dopo non se le ricorda.


WELKIN. In un palco addobbato a festa coi ritagli della Gazzetta dello Sport i Welkin celebrano l'uscita del loro album “Waves of Midnight”, quello con la copertina disegnata su una tovaglia del pub. Abbigliati come al solito da pacchetti di Marlboro, i ragazzi suonano per interno la loro suite dedicata a Elio Corno, poi invitano sul palco i loro sponsor Anthony Nokia, Jimmy X-Box e Franz Spritz, ringraziandoli per tutti questi anni di invecchiamento precoce. Un elicottero sgancia sulla folla adorante qualche centinaio di videopoker. Momento unplugged: luci soffuse, il palco viene ricoperto di sabbia di Jesolo, si posizionano ombrelloni e lettini e pontili, qualche marocchino che vende fumo e qualche guardia giurata che fa sloggiare i minorenni ma non le minorenni, i Welkin suonano finché arriva l'alba e la loro astinenza da “Tuttosport” li obbliga a concludere lo show. Ringraziamenti a tutti e rientro trionfante in penitenziario. 

mercoledì 27 maggio 2009

27 giugno 2009, Gods of Metal... la recensione



Per tutti coloro che non possono venire al Gods 2009, ecco la recensione della prima giornata. La seconda non si è tenuta perché Briatore ha comprato lo stadio di Monza nel cuore della notte e lo ha trasformato in una Accademia per PR.


EXTREMA. Un ottimo motivo per arrivare in ritardo. La band più sopravvalutata della scena italiana si esibisce nel solito show adrenalinico, con balzi a piedi uniti, strofe grugnite e ritornello urlati, basso slappato, magliette del Milan e chili di retorica sull'attitudine. Una sicurezza, gli Extrema: al Gods 2019 saranno ancora la band di apertura.


LAUREN HARRIS. La figlia di Steve Harris per la prima volta suona senza essere di spalla al babbo. Fine della novità. La aiutano strumentisti della manovalanza rock albionica, di quelli che se non sonno in tour stanno al pub a insultare gli irlandesi. Per il resto, 25 minuti di canzonette pop-rock che fanno sembrare Avril Lavigne una novella Patti Smith, ma Lauren non tira fuori le tette e il pubblico del Gods reagisce con disinteresse. 


VOIVOD. La band canadese si è dimenticata di assoldare un chitarrista per la tournee e quindi spera di riempire la mezz'oretta a sua disposizione raccontando barzellette. Ma Marty Friedman, ubriaco di sakè, irrompe sul palco e si propone come guitar-player: senza ascoltare la risposta della band, comincia ad eseguire tutta la discografia dei Cacophony a velocità doppia. I Voivod cercano di andargli dietro, ma non sono capaci e dopo 3 minuti abbandonano il palco e scappano tra il pubblico, dove si improvvisano con successo venditori di panini.


BACKYARD BABIES. Salgono sul palco quando ormai l'acqua da bere è finita in tutto lo stadio (causa temperature africane): gli svedesi sono esultanti perché anche stavolta riescono a evitare di lavarsi. Mal informati sullo stile musicale del festival, propongono le loro canzoni più punk e finiscono il repertorio con 20 minuti di anticipo, così suonano anche le loro canzoni più rock e dopo 3 minuti hanno già finito. Provano a invitare qualche donzella sul palco, ma il pubblico è fuggito sulle gradinate del Brianteo a causa del tanfo pestilenziale e i BB devono accontentarsi di portare a spasso i loro cani sullo stage per i restanti 10 minuti.


EPICA. La band olandese da forfeit a causa delle cacche di cane che insozzano il palco. Una cacca gigantesca viene spalata via con un muletto e solo dopo qualche minuto si scopre che era il sacco a pelo di Dregen, chitarrista dei BB, che ci stava schiacciano un pisolino. Dregen esce dalla cacca barcollante, si avvicina al microfono e chiede al pubblico se qualcuno ha 1 euro da prestargli, perché deve fare il biglietto per il treno. Gli inservienti lo attirano nel backstage agitando del metadone.


MARTY FRIEDMAN. Marty non ha mai abbandonato il palco da quando ha salvato l'esibizione dei Voivod, solo che gli avevano staccato l'ampli: il chitarrista però non ha smesso di suonare, e quando gli ridanno la corrente sta suonano i pezzi dei Megadeth. Un'oretta sparata a palla, poi gli tolgono ancora la corrente e lo lasciano a lato stage a masturbare la chitarra, sotto lo sguardo amorevole del suo assistente sociale.


A presto per le altre band coinvolte in questo trionfo.


venerdì 15 maggio 2009

The Ruyi



E' un gioco di ruolo dal vivo, ambientato in varie città italiane, che serve per divertirsi e allo stesso tempo visitarne gli angoli più nascosti e familiarizzare con superstizioni e leggende locali.
Per una guida completa, potete andare sul sito ufficiale...
ma per capire realmente come stanno le cose, nulla di meglio che la recensione di Caius Brutus

Essendo due tredicenni, Caius e io abbiamo deciso di passare un pomeriggio a Venezia per provare il gioco. Non sto a ripetere come funziona, mi limito ai risultati. Che sono stato davvero ottimi. Penso sia universalmente noto il mio giudizio sulla città degli schitti e dei giapponesi, tuttavia giocando a The Ruyi ho ammirato lati a me sconosciuti (4 anni di Università a cercare di evitare che i piccioni ti centrino non lasciano spazio per il turismo) e ho appreso inquietanti leggende tra le calli e i campi.

Tra l'altro ho avuto il privilegio di scoprire il Peggior Bar di Venezia. Avete presente il Peggior Cesso di Scozia in "Trainspotting"? Ecco, siamo lì, solo che parlavano in dialetto e il bar veneziano era come il cesso scozzese.


Consolante sapere che la città dei fuoricorso non è da meno in quanto ad attrattive.

Gioco promosso, con il fermo proposito di tentare tra qualche tempo anche la giocata notturna, che dovrebbe essere ancora più suggestiva e ci permetterebbe di non badare ai piccioni (di notte dovrebbero esserci le pantegane).

sabato 2 maggio 2009

VISION


30 aprile 2009, Life Music (Fontanafredda, PN)

Se il Rock vince a prescindere dalla band che suona, non ce n'è per nessuno. Giovedì 30 aprile il Rock ha vinto un'altra volta. Ha vinto perché a vedere una band scarsa come le Vision (scalcagnato quartetto di Hard Rock svedese) c'erano ben più delle 20 persone previste. La differenza l'ha fatta il fattore voyeurismo, grazie al quale il Web sarà intasato di foto dell'evento: più fotografi che fans, come il ricco NordEst dei nightclub ci ha insegnato.

Non so in che modo era stato pubblicizzato l'evento, ma pareva di essere al MiSex. Probabilmente lo slogan era “Vieni a vedere le Vision suonare e poi te le ingrumi”. La band è composta da 5 fanciulle (di cui almeno 2 pericolosamente vicine alla minore età) esponenti di ciò che tira più di un carro di buoi.

I peggiori guardoni del Friuli e del Veneto, armati di teleobiettivi della NASA, sono calati al Life Music e hanno formato un vergognoso sbarramento davanti al palco, fermamente intenzionati a non lasciarsi sfuggire nessun centimetro esibito dalle leggiadre fanciulle (le Vision sono leggiadre nella misura di 4 su 5). Noi spettatori normali (derelitta minoranza, come il partito monarchico italiano) ammiriamo la distesa di calvizie davanti a noi e registriamo le scariche ormonali dei guardoni, i loro scatti felini per cogliere un reggiseno o una mutanda borchiata, lo sguardo fisso ad altezza tetta o un po' più giù (le ragazze non notano, comunque: con la luce in faccia che si rifrange sulle pelate, minimo hanno perso 5 diottrie). Inaudito smarrimento quando le svedesi finsicono di suonare e abbandonano il palco senza essersi infilate nessun oggetto in luoghi poco igienici: i guardoni restano ancora in attesa per qualche minuto, poi abbandonano il locale e si dirigono speranzosi verso la Pontebbana.


Se volete veramente sapere qualcosa sulle Vision, clikkate su questo link!!!


Ovviamente si tratta di uno show da guardare con le persone giuste, prendendo per il culo le persone sbagliate. Proprio come ho fatto io.


PS1: c'era anche un gruppo di supporto, ma era pordenonese e quindi suonava robaccia che va a quelle latitudini (tra indie rock, post popò, bubblegum punk, cani randagi, Emily The Strange, tatuaggi insensati e crisi di identità).


PS2: E' uscito il CD degli Heaven's Touch. La musica vale l'acquisto, ma il booklet dovrebbe essere venduto a parte, al prezzo di 1 milione di euro. Troppo oltre per concederlo a tutti.