lunedì 25 marzo 2013

JETTBLACK, cose che voi non potrete...





JETTBLACK + ROXIN' PALACE
23 marzo 2013
Interstate Studio 270, Tricesimo (UD)

Siamo i Jettblack: new sensation dell'Hard Rock, abbiamo prodotto due album clamore, almeno 3 su 4 di noi non sono brutti pur essendo inglesi, dal vivo sappiamo fare uno show incendiario... arriviamo in Italia per un tour di tre date e il sabato sera ci piazzano in un locale veramente ganzo con suoni da paura... biglietto popolarissimo anti-crisi a 5 euro perché ormai gli italiani sono tutti pezzentoni...

MA

l'Interstate Studio 270 è a Tricesimo (sperduta provincia friulana) ed è talmente nascosto che senza l'ausilio di indigeni locali è impossibile da trovare (quartiere residenziale, strada laterale di una strada laterale, zero insegne... neanche la Carboneria curava così la segretezza)

E

il signore Iddio, nella sua imperscrutabile volontà, ha voluto rendere l'impresa ancora più epica mandando su tutta Italia (ma a Tricesimo con particolare perfidia) una tempesta da Mare del Nord, una di quelle cose che mandavano Schelling in onanismo romantico

QUINDI

35 paganti, ma talmente motivati e disperati che i Jettblack hanno abbondantemente spaccato col merchandising. Tutti han comprato qualcosa, mentre il promoter ha lanciato a destra e a manca le spillette della band (reperto preziosissimo, visto che i Jettblack non credo avranno voglia di fare un altro tour italiano nei bar davanti a 30 persone) e la band stessa ha acconsentito a farsi fotografare insieme ai rocker più impresentabili della zona.

Le Bandz.
ROXXIN' PALACE. Nuova band di alcune canaglie della scena Rock/Metal locale, gente che si vede sempre ai concerti e che non si risparmia MAI nei tentativi di rimorchio selvaggio e mirato (con l'età si punta alla qualità). Prestazione da posers navigati, attitudine-Budokan (“suonare come se avessi davanti 14mila giapponesi esagitati”), riff cromati e cori virili. Canzoni non sempre perfette, ma quando azzeccano il ritornello... Cantante giovane e già in sospetto di SERT, ma bravo bravo: certo, look rivedibile (il cappotto da stalker va abolito) e movimenti sul palco piuttosto impacciati (obbligatorie svariate giornate davanti allo specchio per provare le mossette), ma risolti questi avremo un frontman. Ora servirebbe un tour di 50 date nelle bocciofile del Vecchio Continente, e almeno un arresto a qualche frontiera.

JETTBLACK. Solo per il look, vincono già durante l'intro. Cantante/chitarrista ricciolone strillone guitar-hero, cantante/chitarrista adolescente con dentatura perfetta e sguardo strappamutande, bassista punk londinese fuori contesto totale e 3 note suonate in tutto lo show ma leader nelle smorfie, batterista tatuato in fretta giusto giusto per il tour italiano. Ma che volete di più?! Le canzoni? Perfette. Lo show? Altissimo voltaggio. I suoni? Eccelsi (me se ti preoccupi di suoni ed esecuzione in un concerto così selvatico, sei una merda). Alla fine hanno anche firmato le tette a una ragazza... cose che neanche nel 1985... e poi sono inglesi, gli dai da mangiare qualche porcata italiana (tanto son abituati a ingerire fango) e gli fai vedere qualche donna locale (visti i goblin femmina che vivono nella perfida Albione) e loro vanno fuori con le carte. Altro che musei e monumenti, puntiamo tutto su cibo&donne e siamo belli che fuori dalla crisi. Vista l'affluenza, sicuro che i Jettblack in Italia ci torneranno solo da turisti.

Vittoria, ennesima vittoria del Rock. Anzi, stavolta anche meglio perché chi c'era avrà una storia leggendaria da raccontare e chi non c'era, come sempre, invecchierà triste.

martedì 5 marzo 2013

H.P. Overload + Royal Rumble... sudore & amore



Tutto accade il 2 marzo 2013, al Long Island, ma forse no.

Cosa rende un concerto "riuscito"?

Affluenza. Se arriva un pacco di gente, le band hanno vinto. E stasera è stata vittoria. Certo, il Long Island ha un palco sufficiente al massimo per Jerry Calà e la sua pianola, inoltre la sala si riempie già se due famiglie decidono di cenarci... figurarsi che accade quando si presenta un centinaio abbondante di gentaglia ingombrante (pure un team di Krav Maga, coll'istruttore grosso e gli allievi denutriti). Livello di impresentabilità altissimo, come sul palco così giù dal palco.

Performance. Se le band suonano bene, a prescindere dal numero di spettatori, hanno vinto. Stasera è stata vittoria. Certo, non stiamo parlando dei Rush né dei Kiss, ma di onesta manovalanza del Roccherrolle Hevvimetal che fa zero metafisica e molto pestaggio. Sugli scudi i batteristi, sopra le righe perché il locale è inopinatamente rigonfio di ragazzine minorenni e non capiterà mai più di farsi notare da delle donne in un concerto (notoriamente i concerti radunano ominidi pelosi maschi e le loro controparti femminili). I chitarristi (a prescindere dalla band) sono sempre più affetti dalla sindrome di Asperger (cercare in Rete). I bassisti (a prescindere dalla band) suonano solo per i batteristi e le morose. I cantanti delle due band hanno pianificato il look accuratamente: uno chiomato e tatuato con maglietta, uno grosso e tatuato senza maglietta... comune denominatore, quindi, i tatuaggi e il Sudore Niagara.

Risposta del pubblico. Se c'è tanta gente, ma partecipa con l'entusiasmo di un professore il lunedì mattina... Stavolta il pubblico invece si è ricordato che assiste a un concerto e non a un film. Ovvio, l'alcol trasforma ogni pezzo in un capolavoro e quindi pare di assistere a uno show dei Judas Priest, ma anche è importante bloccare la gente davanti al palco: obiettivo raggiunto. Le sigarette, invece, sono nemiche del Rock perché portano la gente all'esterno e non la fanno rientrare mai più; il vero Rocker resiste fino alla fine e poi s'ammazza.

Incassi del locale. Non c'è il biglietto all'ingresso, ergo si guarda l'incasso del bar. Grazie ai bivacchi permanenti davanti alle spine e alla costanza invidiabile di parecchi alcolisti terminali presenti (non necessariamente interessati alla musica), il bar ha stravinto. Di certo non ha vinto la strada di fronte, che ha accolto i bisognini di quelli che non hanno capito dove fosse il bagno del locale e di quelli che l'hanno capito ma hanno voluto provare l'emozione di sventolare il batacchio in pubblico.

Merchandising venduto. C'è crisi, la gente non spende, Equitalia è in agguato, la Grecia è all'orizzonte... Le band, lungimiranti e brillantemente disorganizzate, evitano di proporre l'acquisto di CD, magliette, toppe e chincaglieria varia: semplicemente non hanno niente da vendere e preferiscono concentrarsi sullo shopping post-concerto (prevalentemente birra e grassi saturi).

Promiscuità private. Nessuno capisce dove sono i bagni, quindi niente attività segrete.

Promiscuità pubbliche. Peni sventolati in strada, ubriachezza molesta (un gran classico, home sweet home), minorenni che si comportano da minorenni e maggiorenni che rischiano la galera... più altro che rivelerò solo dietro compenso.

Conclusioni. Di questo report si lamenteranno solo le due band, visto che non si parla di musica. Ma la musica è una cosa seria e la lasciamo alle persone serie. Concerto riuscito, ohibò!