giovedì 4 dicembre 2014

Emiparesi & Scandi-AOR


H.E.A.T + SHERLOCK BROTHERS
30 novembre 2014
Teatro Miela (TS)


Questa foto l'ho rubata, non l'ho fatta io, fate gli applausi all'autore chiunque egli sia (autore, non denunciarmi... l'ho fatto per il Rock)

Barcollando e digerendo, eccoci al Teatro, dove troviamo gli Sherlock Brothers che saltellano sul palco. Avrei anche ascoltato qualche pezzo, ma resto ipnotizzato dal cantante a petto nudo: magro-acciuga ma col ventre sporgente come una palla medica. È giovane, quindi escludo l'alcolismo; mi sembra pure maschio, quindi metto via l'ipotesi che sia in dolce attesa; gli stitici non si gonfiano in modo così inumano; concludo che posso essere solo due soluzioni:
  1. s'è sfondato a pranzo, ma seriamente: zero dilettantismo;
  2. ha la Madre di tutte le ernie, va operato ed esposto nei musei di storia naturale.
Hanno anche suonato, purtroppo li ho ascoltati poco. Mi auto-assolvo, al bancone del bar c'era una concentrazione di rockstars locali da codice rosso e bisogna abbracciarle e baciarle tutte, sia mai che un giorno facciano i soldi veramente...
Poi, a un'ora imprecisata della notte, mi faccio anche la foto col chitarrista ciccione, che sproloquia sull'andamento del tour ma io riesco solo a fissargli una carie mostruosa (oppure stava masticando un kg di liquirizia).

Tocca infine agli headliner.
Qui a Trieste hanno organizzato agli H.E.A.T un trattamento da Royal Family, a quanto dicono i bene informati. Penso che già solo il pranzo italiano, per gente abituata ad aringhe affumicate e cetrioli, debba essere come fare all'amore per la terza volta (le prime due, si sa, non te le godi per la tensione e l'inesperienza). Poi, tra foto-autografi-intrallazzi-visite agli orfanatrofi, immagino che il soundcheck l'abbiano fatto le loro controfigure.
Numero di presenti dignitoso, tenendo conto che mezzo teatro è occupato dai divanetti, dove le sventurate morose dei rockers (le quali amano Capossela e Afterhours) possono addormentarsi mentre i compagni smanicati infuriano davanti al palco.
Non proprio in prima fila, però, perché c'è l'elemento a sorpresa. Front row di gran lusso, impossibile ai concerti Metal: solo ragazze (alcune col diploma di licenza media inferiore), altezza media 160 cm con picchi a scendere. I maschi di statura normale possono quindi vedere la band senza grossi problemi, a meno che non capiti il solito giocatore di basket che ti si piazza davanti (e capita sempre).

Irrompono sul palco le Rockstars Educate da Väsby-Svezia (dove non c'è nulla di rilevante, cit. Wikipedia).
Gli H.E.A.T hanno subito un notevole calo del peso medio, da quando Jona Tee, dopo dieta a base di sabbia e rucola, è dimezzato di dimensioni: avendo più spazio e mobilità, fa il bullo con due tastiere. Per fortuna il bassista continua ad avere la faccia a palloncino e il fisico infelice. Crash sembra sempre uno di Bayside School, Eric Rivers non sembra più Rocky, Erik Gronwall invece fa senso perché è magro come me quando avevo 5 anni e mi beccavo una malattia al mese.
Gronwall impressiona per come canta a pieni polmoni pur saltando e facendo tiri da profondo disagio mentale, tipo sputare in aria, prendere lo scatarro al volo e spalmarselo sul ciuffo. Aggiungiamo che, essendo giovanissimo (11, 12 anni), non ha ancora imparato la postura corretta e sta tutto storto, sorridendo a denti stretti per far vedere che la pulizia dentale acquistata su Groupon ha funzionato.
La setlist si trova sul Web, quindi non faccio neanche la fatica. Meritano però il cartellino giallo, perché si dimenticano i primi due album (“Late Night Lady” dal primo, “Beg Beg Beg” dal secondo e sfido a dire che è una bella canzone), mentre facessero “Castaway” potrei digiunare per una settimana. E poi questi hanno inciso “In and Out of Trouble” che è la canzone più figa degli ultimi 10 anni e non la fanno? Tanto vale spararsi subito sui testicoli e fare cover dei Deep Purple... maledetti, la cover l'hanno fatta davvero e io rischiato seriamente la calvizie! Mai più, H.E.A.T. Mai più.
Siccome poi ci si rompe le balle, ecco due highlights a caso (gli altri verranno inventati sul momento e narrati in prima persona, ovviamente dietro compenso).
  • Gara di scatarri: vinta a mani basse da Erik Gronwall, che peserà 30 kg ma almeno 4 kg i muco li ha spalmati sul palco. Eric Rivers tenta di stargli dietro, poveraccio, ma ne tira solo 3 o 4, certamente belli corposi, ma niente a che vedere con la maestria di Capitan Catarro Gronwall. Spero che la donna delle pulizie non denunci la band per vessazione.
  • Stage diving programmato: Erik si getta sul pubblico e non lo prende nessuno, poi interviene il fan club che lo solleva e lui canta il ritornello rilassato come se fosse sotto la doccia, ma a 2 metri da terra. Poi scende e bacia il primo maschione sudato che trova... con tutte le giovincelle che c'erano, questo s'avvinghia al primo metallaro che passa...
In ogni caso, show eccellente per questi ragazzi!

After-show.
Gli svedesi fanno cagnara al banco del merchandising insieme al fan club, pronti a farsi foto e firmare autografi. Piacerebbe fermarsi a discutere di Kierkegaard con loro, ma il dovere chiama e il cren continua a evitare magistralmente la digestione, quindi saluti agli H.E.A.T, alle loro mamme che li fanno andare in giro per l'Europa da soli (il progressismo scandinavo), alle ragazze che li sbavano e ai ragazzi che sbavano le ragazze che sbavano gli H.E.A.T.
Grande show, grande cornice, grande indigestione. Mi giro indietro e vedo la statua di James Joyce... lo scatarro di Gronwall è arrivato fino a là. Non so se sia un segno, a parlar per metafore ci si capisce solo tra spostati e complottisti, chi può dire se sia giusto che finisca così...
Addio Trieste, addio misto di caldaia, addio Rockers scandinavi.

P.S. Grazie ancora a Notturno Metal che mi spedisce in giro per il mondo e mi permette di vivere al di sopra delle mie possibilità. Ho anche avuto un caffè gratis all'autogrill. Purtroppo mi hanno beccato che scappavo dal bagno e ho dovuto pagarlo...

mercoledì 3 dicembre 2014

La recensione digestiva - NO MUSIC


MISTO DI CALDAIA + H.E.A.T + SHERLOCK BROTHERS
30 novembre 2014
Birreria + Teatro Miela (TS)

Oh lettore, concentrati sul desco e non sul volto. Solo sostanza, zero apparenza.

Questo blog è vita vissuta, sogni, orizzonti gloriosi, di convivialità e tradizione. C'erano forse gli H.E.A.T a cena con me a Trieste domenica 30 novembre? No, non c'erano.
E quindi gli H.E.A.T passano in secondo piano.

Domenica è riposo o faccende domestiche. Impossibile fare entrambe le cose, a meno di non credere che strasciare le ciabatte per terra serva a togliere la polvere. Non avendo pulizie da fare (quando la casa sarà invivibile, la darò semplicemente alle fiamme) e svegliandomi come al solito all'alba (anche se ho passato il sabato notte a pestare duro sul ballo liscio alla Sagra di Maser), decido si andare a mangiare a Trieste e, per digerire, di vedere la band svedese più amata dai maschi di 50 anni e dalle femmine di 18.

Accoglienza da dinastia regnante in una Trieste piovosa, splendida e scintillante:
  • parcheggio dispotico a 100 metri dal Teatro Miela, sede dello show;
  • guida locale a disposizione con pacco regalo contenente 4 pacchetti di patatine del Lidl sloveno (gusti alieni e rischio di contrarre la licantropia), comic originale di Conan il Barbaro edizioneitalianalacrimesangue, dispenser di caramelline con la testa di Thor (e qui commozione, quella vera, quella che non vedrete mai su Pomeriggio 5);
  • altri pacchi regalo con prodotti che nessun essere umano ha mai visto dal 1988 a oggi (e non dico altro, ma dietro pagamento vuoto il sacco senza vergogna);
  • breve giro turistico di 32 passi verso la birreria per la cena, con emozioni vere quando ammiriamo due barboni che preparano il giaciglio (dato il mio lavoro, prendo nota che non si sa mai);
  • tavolo riservato in stile ricevimento di nozze nella birreria, sita a distanza digestiva minima dal Teatro;
  • MISTO DI CALDAIA – fermi tutti –
Bollito imperiale degno di un tiranno austroungarico: cotechino, carré, lingua, coppa, testina di vitello, cragno, patate in tecia e crauti. E altro che non riesco a descrivere causa lacrime. Cren, ovviamente, e senape violenta. E maledizione allo show, io avevo bisogno di almeno un'ora di raccoglimento estatico. Invece mi tocca andare a vedere gli svedesi.
  • Commensali indispensabili, per estetica ed aneddotica. Uomini pieni di capelli come li vedevi in “Headbanger's Ball” nel '92, donne con look Rock'n'Roll che a confronto le Runaways erano delle dorotee. Storie vere e vissute, che sanno di lacca e disagio post-adolescenziale. Lancio di plettri a tavola. Discussioni su dischi che non esistono e su libri scritti in 8 copie, acquistabili solo vendendo l'anima o andando a lavorare come consulente finanziario. Tutto ciò che mi serve per dimenticarmi che c'è un concerto (e anche un conto da pagare, ma la finestra del bagno era troppo stretta e ho dovuto sganciare il denaro).

Doverosa pausa nella narrazione, ora. Bisognerebbe parlare di musica, ma l'autore e il lettore necessitano di silenzio per riflettere. Quindi a domani per la recensione sulle band, sempre che riesca a digerire il cren e mi ricordi chi ha suonato...

P.S. Non ho fatto nomi dei locali perché, ora che questo blog è letto anche al di fuori della mia famiglia, spero di farci i soldi sciorinando pareri entusiastici. I locali, in cambio, dovrebbero anche sganciare il denaro o, almeno, esporre al loro interno le mie sagome di cartone.

P.P.S. Le caramelline del dispenser le ho finite in 3 minuti... sono stato avvisato che, essendo americane, contengono il 157% di zucchero, quindi ho sviluppato dipendenza da questi dolciumi e, se mai vi incontrerò per strada e vi chiederò un euro, sappiate che non è per l'eroina.

... continua, tranquilli...