domenica 25 dicembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

Chi ha suonato di spalla ai RL?



Impegnato a contarmi le dita dei piedi, non sono riuscito a seguire le band di apertura dei Reckless Love. Per fortuna i miei collaboratori, conoscendo già a memoria il numero di dita che possiedono, hanno scrutato con attenzione ciò che avveniva sul palco prima dell'avvento dei finlandesi.
Senza vergogna.

ROYAL RUMBLE.
Plinio (semina zizzania sulle pagine della rivista culturale “Alternative di sinistra senza rimetterci la casa al mare”). Lemmy dei Motorhead è peloso, alcolizzato, basso livello culturale, indumenti puzzolenti, educazione inesistente. Questi RR falliscono miseramente e si schiantano fuori parametro: i due chitarristi sono degli impiegati e il bassista è un chitarrista, quindi fuori 3; il batterista potrebbe funzionare, ma suona a 600 metri dal palco e quindi non esiste; il cantante rispetta parecchi dei canoni, ma si dimentica di farci sentire come canta. Sorge il sospetto che nessuno li abbia invitati a suonare, perché il fonico lascia spente le casse-spia e probabilmente anche il riscaldamento. Per carità, l'ignoranza trasuda dai loro testi sgrammaticati, presentando una visione del mondo bidimensionale fatta di basso livello cognitivo, soddisfacimento immediato dei desideri di alcol e riproduzione, riferimenti culturali da CFP e capacità di introspezione degna di un legume. A zappare, a zappare.
Rino (fan del Metallo di Belzebù, della birra Oranjeboom Doppio Malto e del Padova Calcio). Spaccano. Sono sfigati, ma spaccano.

BABY BELUGA.
Rino (Death Metal For Life, guest nel debutto dei Defecate&Die). Oh, questa l'ho capita: le femmine sono qua per i RL, quindi per i maschi hanno chiamato queste qua. Ma perché hanno gli strumenti? Non bastava ballare un po', tirare fuori due perizomi, quella roba che fanno le donne quando vanno sul palco? E poi vedo che hanno tutte il moroso... ma allora cosa son venute a fare? Oh, senti che cagnara, stanno strozzando qualcuno sul palco...
Plinio (critico musicale, sua la convinzione che il rock sarà salvato solo dagli architetti). Addio pari opportunità, una band di quattro donne-donne non permette equilibrio con gli headliners (4 uomini che sembrano donne). Ma si sa, dici “all female band” e pensi Runaways, con l'aggravante che le BB non hanno un produttore che le manovra coi fili e performano un po' quello che pare a loro. Apprezziamo la spontaneità, come anche il suonare volutamente dissonante, che c'entra zero con l'immagine da rockerz e riporta alla dorata incapacità di band seminali della schitarrata casuale inizio anni '90 zona Seattle (l'HIV del Rock, Dio li benedica tutti). Comunque il rock è morto e le BB piantano un chiodo sulla bara.
Jessy (fan dell'Hard Rock da 8 mesi, ma ancora se capita si fa qualche rapper, in ricordo dei mesi precedenti). Bah, se stanno sul palco non rompono le balle a Olly e va bene così.

HARD REVENGE.
Rino (chitarrista di Estrema Musica ed Estrema Destra, ma anche leghista e satanista). Ecco quelli che hanno pagato per fare da spalla ai recchioni, e attenti che le prestazioni sono incluse nel contratto. Il migliore è il batterista, che mi servirebbe per il mio nuovo progetto Nekrozoophylum, gli altri suonano perché le scuole son chiuse per il ponte (il chitarrista però è meglio se si prepara per gli esami di terza media, che quest'anno è dura). Se li trovavo nel parcheggio, gli facevo l'eye liner a bastonate. Sfigati, zero.
Jessy (groupie nel weekend, ma all'occorrenza anche infrasettimanale nei bagni del CFP di Mestre). Vabbè, ma se i fighi arrivano dopo, perché mandano le controfigure prima? Comunque hanno tanti capelli, meglio dei RR che hanno rotto le palle e facevano i rocker con il taglio da impiegato. Questi c'hanno anche le braghe sbregate, però si vede che comprano in saldo da H&M. Eppure li ho già visti da qualche parte, saranno famosi se sono in tour coi RL. Uno è uguale a quello che prende la corriera con me, ma quello c'ha il piercing come Nikky Sixx e le new rock, mentre questo sembra più depilato ma ha le scarpette da ginnastica da 29.90. Io intanto mi piazzo vicino al bagno perché prima o poi Olly deve andarci!

sabato 10 dicembre 2011

Reckless Love



9 dicembre 2011

Revolver (San Donà di Piave - VE)


Se ne diranno di tutti i colori su una band come i Reckless Love, perché essere oggettivi è impossibile. Sono fintissimi, ma piacciono lo stesso. Che sappiano suonare è ancora oggetto di discussioni, eppure alla fine i loro concerti attirano gente che pare anche divertirsi. I dischi sono semplici, saccheggiano melodie altrui senza ritegno con una produzione leccata che sembra l'antitesi del rock, eppure i loro ritornelli non escono dalla testa per mesi. Insomma, invece di sprecarmi a scrivere qualcosa di decente, ho preferito chiedere a qualche esperto un giudizio sincero sullo show:

Jessy Glitter Roxx (studentessa, rocker, appassionata di tatuaggi e letteratura a caso).
Che figo quello biondo che sculetta. Poi c'è anche quello dietro, che ha i tatuaggi troppo troppi: è anche depilato giusto, ma anche l'altro. Però quello dietro non sculetta, mentre il biondo sì, e fa anche le spaccate in aria. Che peccato che il cantante si è messo a petto nudo solo alla fine, comunque non è che son andata al concerto per guardarlo, infatti mi interessavano le canzoni e hanno fatto tutte quelle che conosco, la prima e la sesta.
Poi uguali uguali agli mp3, suonano. Son bravi, glielo stavo anche dicendo a Olly quando l'ho trovato davanti ai bagni, ma era pieno di ebeti che volevano la foto e non sono riuscita a fargli i complimenti per il microfono con gli strass.
C'era anche quello con gli occhiali da sole, ma è brutto, e quell'altro con la chitarra grossa che sembrava carino, ma si vedeva che non aveva carisma. Cioè, tipo, si vedeva chiaro.

Waylander (sputasentenze fannullone in ferie, mantenuto di lusso).
Era dei tempi dei Beehive all'Ipercoop che San Donà di Piave non assisteva a un concerto con così tanto playback. Del resto la critica principale a questi 4 finlandesi era che su disco riuscivano bene, mentre dal vivo facevano spettacolo ma non sapevano suonare: con una valanga di basi (cori, linee vocali, probabile anche qualche parte strumentale) i ragazzi possono ora concentrarsi sulla scena. Olly entra sculettando e continua imperterrito per tutto lo show, a parte quando scalcia in aria e fa la piroetta, mentre posa per le foto e sfodera un sorriso al Photoshop. Gli altri potrebbero anche non esistere, ma in effetti c'erano e quindi ricordiamoli così: il chitarrista ha la parrucca di John Rambo III e vedi chiaramente che vorrebbe farsene qualcuna ma ha sbagliato band, il bassista lappone non dovrebbe permettersi di andare in giro con quella pettinatura e il batterista è quello che si rimorchia tutte quelle che Olly non riesce a tirare su. Pubblico maschile tra il divertito e lo sbigottito (Olly fa l'occhiolino a tutti, uomini e donne), pubblico femminile in tempesta ormonale con punte di delirio soprattutto nei pressi dei bagni e quando Olly agita il bacino mettendo in mostra un pacco piccolo e giocherellone.

Plinio (critico musicale di “Note dolenti”, supplemento di un noto quotidiano di aera post-bolscevica).
Se il rock è morto, ieri abbiamo assistito alla riesumazione del suo cadavere e abbiamo constatato che continua a puzzare di truffa e pailettes. Il quartetto finlandese scende in Italia con l'idea di non sprecarsi troppo a suonare, piazzando una serie di playback da Festivalbar. A farla da padrone è quindi l'immagine del cantante Olly, nuovo sex symbol di questo crepuscolo del rock: chioma bionda e laccata, fisichetto da lapdancer, lucidalabbra in dosi fuori dalla grazia di Dio, movenze sinuose che promettono notti di fuoco. Gli spettatori assistono ignari alla scempio perpetrato da questi ragazzotti che scopiazzano i Poison (che saccheggiavano il repertorio dei Kiss, già pietosi di loro) con melodie da italo-disco degli anni '80: tutti paiono divertirsi, ennesima dimostrazione che il declino del roccheroll è irreversibile e si sta frustando un cavallo morto. Cosa ci sia di diverso tra questi Reckless Love e un Justin Bieber non lo capiamo, abbiamo cercato di chiederlo alle molte signorine discinte, ma le scena di isteria collettiva ci hanno respinto al bancone del bar.
Un funerale sgargiante, ma Baustelle 3 – Reckless Love 0.

Rino (metallaro, chitarrista dei Furious Vomit).
Oh, ma io li odio questi qua! È che mia morosa voleva vederli e, visto che la settimana scorsa abbiam visto i Prostitute Disfigurement, stavolta mi tocca guardare 'sti 4 gay. Ma si può suonare così? Tutto finto, tutto di plastica, tanto valeva usare le chitarre gonfiabili che tanto devono solo stare sul palco a menare il culo. Per chi poi? Che tanto sono omo e si spaccano tra di loro. Meglio se mi bevo 12 birre, che poi li sommergo a rutti. Ma che sfigati... guarda il microfono glitterato! Ma guarda che fa i salti come in un video di aerobica... e poi avrà sì i muscoletti, ma se finiamo a cartoni gli mangio il cuore.
Mia morosa? Non so, è andata in bagno un'ora fa.