martedì 7 settembre 2021

Bestiario Dipartimentale in Sei Archetipi Disfunzionali


Cos’è il Dipartimento? Riunione di tutti i docenti della stessa disciplina all’interno di un istituto. Tutti quelli che insegnano Matematica, Taccheggio, Powerlifting, eccetera. 

Di cosa si discute? Dei programmi, dei progetti, di come valutare in maniera coerente.

Tra tutte le riunioni che la scuola offre, il Dipartimento è quella dove si ricontrae la maggior carica emotiva, perché sei in mezzo a gente che insegna le tue materie e quindi li ami, ma spesso sono meglio di te e quindi invidia, oppure sono peggio di te e quindi disprezzo.


Come ogni consesso umano, all’interno ci si trova di tutto. Ma all’interno del tutto, c’è chi val la pena menzionare e chi no.

Questi meritano.

  • Paddington vuole andare a casa prima ancora di iniziare, ma, in questi tempi di riunioni a distanza, visto che a casa c’è già, vuole uscire al più presto. 
  • Vladimira vuole essere Coordinatrice di Dipartimento, ma è una maniaca del controllo: o fa tutto lei o delega tutti agli altri per poterli controllare. Non avendo ottenuto la carica, dedica l’anno scolastico a scassare le palle su questioni marginali spacciate per fondamentali, impedendo a tutti di andare a casa o uscire di casa.
  • Abelardo ha fatto il Dottorato, poi le porte dell’Università sono state chiuse e lui riversa le sue frustrazioni in classe, impostando lezioni di livello altissimo per poi darsi le pacche sulle spalle da solo. Gli studenti lo stimano per lo spessore culturale e provano repulsione per le sue discipline (il che, machiavellicamente parlando, è un ottimo modo per sfoltire la concorrenza nel caso, in futuro, si riaprissero le porte dell’Università).
  • Carletta non interviene, non propone, si eclissa, accetta tutto e il suo contrario. Neo-immessa in ruolo o supplente, ma può anche essere una docente che non ha più voglia di lottare perché aveva ragione Tomasi di Lampedusa. Spesso si fonde con Paddington.
  • Margutte propone costantemente innovazioni, progetti, sistemi alternativi, mondi migliori. Raramente poi attua, preferendo lasciare l’incombenza a colleghi più pratici e preferendo continuare a meditare sopra una colonna, elaborando nuove proposte sempre più slegate dalla didattica e vicine alla stand-up comedy.
  • Ted fa battute, scherza in continuazione, spettegola su colleghi e studenti, rivela informazioni riservate ma clamorosamente false, il tutto senza rendersi conto di allungare infinitamente le tempistiche. Se però c’è da organizzare una festa o una cena, è l’archetipo giusto. Fa spogliatoio.


Questi archetipi poi si fondono, si sdoppiano, si moltiplicano, si amano e si odiano, ma tutti lavorano indefessamente con un unico scopo: realizzare la propria natura. E niente, dico niente, nemmeno il raggiungimento della sesta ora di riunione o il Progetto Facilissimo Molto Retribuito Economicamente e Socialmente può spingerli ad andare contro natura.

Esistono anche archetipi funzionali, che salvano la vita a tanti colleghi, ma hanno il difetto di essere troppo normali per finire in questo Bestiario.


Segretamente, ogni Dipartimento compete nella contesa che da millenni oppone gli esseri umani: “Chi è il meglio?”. Sin da quando siamo bambini, costantemente ci sfidiamo a “chi è il meglio” e perdere, a 2 o a 44 anni, fa schifo. Quindi la contesa evolve in una lotta senza quartiere fatta di affermazioni roboanti, bisticci, pugnalate alle spalle, sfoggio di dati casuali che dovrebbero dimostrare superiorità di chissà chi in chissà cosa (ma alla fine nessuno li capisce), tifo da stadio, alleanze estemporanee e tradimenti feroci. E’ là tra la Notte di San Bartolomeo e Omaha Beach.

La contesa finale, la Austerlitz dei Dipartimenti, è il Collegio Docenti, dove si snudano le zane e homo homini lupus.

Alla fine non è che si capisca mai chi sia il meglio, visto che tutti tendono a dire di esserlo. E finisce così, tra quelli che annunciano il trionfo, quelli che declamano la vittoria e chi abbozza con “abbiamo non perso”.

Ma poi ricomincia tutto.

Sempre.

Come un serpente che si morde la coda.