mercoledì 8 agosto 2007

W.O.A. 2007 pt. 1 - Warm Up!!!!!


Lunedì 31 luglio, ore 8 del mattino, tempo eccellente, buoni compagni di viaggio.
Si parte per Wacken. Ormai è come andare a Jesolo. Solo che è a 1317 km da casa. Ma è piena di tedeschi, proprio come Jesolo. Anche se non ha la Capannina. E questo è un bene. Ma ha gli stand di panini con l’aglio. E questo è un bene solo se non ti relazioni con chi li consuma.
Ma la storia è un’altra. È la storia di un’auto che si dirige a Monaco. E che a Monaco riesce anche ad arrivare. Si potrebbe insinuare che è merito di un navigatore satellitare particolarmente efficiente, ma la realtà è che la strada fino al capoluogo della Baviera è dritta e solo con un navigatore satellitare si può sbagliare direzione. Siccome il buon senso è caratteristica umana (anche se non di tutti gli umani) e non dei navigatori satellitari, a Monaco ci si arriva, e anche in tempi decenti. Certo, prima c’è stata una pausa in autogrill tedesco con degustazione di wurstel gigante. Ma anche questa è un’altra storia.
A Monaco entriamo in contatto con un secondo gruppo di Wackeniani che aveva già speso una notte laggiù, barcamenandosi tra birrerie, discoteche semideserte e una tiepida notte ingentilita da uragani e rovesci temporaleschi. L’istinto di sopravvivenza ci spinge di prendere una stanza in un ostello. Sei maschioni (più gentile donzella) chiusi nella stessa stanza generano immediato olezzo da cane con la rogna, il che ci porta a cercare rifugio nel centro di Monaco. Non c’è molto da dire sulla metropoli bavarese se non che sono fuori di testa per Luca Toni. Direi che basta e avanza.
Prima di affrontare l’impegnativa e famigerata birreria Hofbrau di Monaco, si decide di fare antipasto con sushi take-away. Ora, mi perdonino i filo-giapponesi, ma resto dell’avviso che preferirei di gran lunga mangiarmi le scarpe di Totò Antibo piuttosto che ingerire ancora quel pesce morto.
Non resta che inoltrarsi nell’HB, mastodontica birreria storica di Monaco, principale attrazione della città. Almeno a giudicare dalla presenza. Lunedì sera, tutto pieno. Mi guardo intorno ma Vasco non c’è, quindi non capisco come il locale possa essere così affollato… poi mi ricordo che siamo in Germania, paese civile in cui Vasco al massimo servirebbe ai tavoli. E invece al nostro tavolo serve un vietnamita che nemmeno si cura di prendere gli ordini, porta solo birre da litro. Riusciamo a fargli capire che vogliamo mangiare e allora ci porta tutto insieme ad altre birre da litro.
Per inciso, la birra tedesca ha la gradazione di un succo al caco e per immediato effetto collaterale trasforma la vescica in un pesce palla. Per questo la fila al bagno è più lunga della coda agli Uffizi.
Nota di colore. Hitler ha cominciato la sua “carriera” di arringatore di folle proprio in questa birreria. Non escludo che parte delle sue idee possa essere emersa dopo qualche seduta troppo prolungata al bancone.
All’HB si possono fare incontri importanti per la propria formazione. Cito a caso. Famiglia tipo teutonica (madre-padre-figlia-figlio) che butta giù birre a cascata, con tanto di bimbo sugli 8-9 anni che schiena la birra incitato da padre, poi da il cinque alla mamma, rutta e scappa in bagno. Oppure, tavolata di orientali (azzarderei Mongolia) che, essendo privi del gene dell’assimilazione dell’alcol, dopo una birra ridono sguaiatamente rimembrando con nostalgia le scorrerie di Gengis Khan e Tamerlano. E infine, i soliti italiani che cantano cori sconci. Quelli siamo noi. In breve un buttafuori si piazza a capotavola per tenerci sotto controllo, il tutto tra l’indifferenza generale. Almeno alla fine abbiamo la dignità di andarcene 5 minuti prima di essere cacciati…
La serata prosegue altrove, ma siccome alla fine le procedure non cambiano (la storia sì, ma è da raccontare un’altra volta, e forse in un altro blog), tanto vale passare alla giornata seguente.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai dimenticato di dire che l'allegra famigliola tedesca andava orgogliosissima della tenuta alcolica del bambino, tant'è che dopo l'ennesima birretta scolata dal pargolo, il padre si gira verso di noi, indica il figlio e si batte orgogliosamente il petto annuendo, come dire "è figlio mio, visto che roba? sangue del mio sangue!"
...aspetto freneticamente le altre puntate

Anonimo ha detto...

sto morendo...Vasco cameriere me lo vedo proprio...le scarpe di Antibo me le vedo anche quelle...only rock, only rock...anche le scarpe di Antibo sono rock. Il vietnamita che ci fa in Germania??? gli avran detto che lo tengono solo se fa straordinari...ho capito. Il padre francamente meritava una foto di gruppo con voi...

Giampiero Novello ha detto...

Ho tralasciato parecchio... ma fa tutto parte delle storie da raccontare e le userò a tempo debito. Esiste invero una foto del padre istigatore di alcolismo e la presenterò appena riesco a recuperare le foto. Ma non ho parlato di altri fenomeni, tipo il sudafricano incontrato nei cessi, il quale diceva di ascoltare Metal a palla ma non conosceva Wacken, oppure un italiano di 60 anni che senza dignità cercava di spaccare il boccale da litro sul bancone