sabato 12 aprile 2008

Jack Vance, o "Storia di Storie e di Caccia alle Storie"

Rhialto The Marvellous


Jack Vance.
Tutto iniziò con un regalo di compleanno diversi anni fa. Ero meno grosso di oggi, più lazzarone di oggi e Metallaro come oggi. Si trattava di una raccolta di racconti di autori fantasy, più e meno famosi. C’era una novella di George Martin, che di lì a poco sarebbe diventato un fenomeno internazionale grazie alla sua splendida saga “Una Canzone di Ghiaccio e Fuoco”. Ma non fu lui ad attirare la mia attenzione.
In quel volume erano contenuti invece due gioielli di autori a me ignoti. Uno era l’eccelso Fritz Leiber, col suo “La maledizione delle piccole cose e delle stelle”. Capolavoro già dal titolo. Tuttavia non è di Leiber che devo parlare.
L’altro racconto era “Flutic” di Jack Vance. Mai sentito nominare dal sottoscritto all’epoca. Eppure non ero un novellino, nell’antologia figuravano nomi a me ben noti come Dunsany, Howard, Ashton Smith, Sprague de Camp (tutti conosciuti grazie ai loro collegamenti col maestro Lovecraft) e ancora Moorcock e Zelazny.
Vance era un nome che non mi diceva nulla.
Che errore…
“Flutic” non dura nemmeno 40 pagine. Un’avventura picaresca il cui protagonista, Cugel l’Astuto, viveva delle improbabili peripezie in un mondo paradossale ed esotico. Al di là dell’originalità della sceneggiatura, fu lo stile di scrittura di Vance a colpirmi. Ricco senza risultare ampolloso, perfetto nel ritmo, ridondante di termini esotici e ricercati ma allo stesso tempo leggiadro.
Nessuno scrive come Vance. E nessuno cerca di imitarlo, giacché è uno stile unico, padroneggiabile esclusivamente dall’autore originale.
Ma ero giovane e stolto. Pur essendo rimasto colpito profondamente dal racconto, non mi dedicai a cercare ulteriori informazioni sul misterioso artista. Anche perché il racconto lo lessi durante la famigerata trasferta a Praga. Un viaggio di cui ormai tutti sanno tutto e quindi possono capire che fossi distratto da ben altre questioni. Ma voi che ne sapete di quel viaggio a Praga…
Per qualche tempo il mio rapporto con Vance rimase limitato a “Flutic”. Un giorno, leggendo un vecchio numero di una rivista per giocatori di ruolo, una di quella da “prima ondata” a metà anni ’90 e conservatasi chissà come sotto una catasta di MetalHammer d’annata, mi capitò di scovare qualche recensione di romanzi fantasy. Fu così che scoprii il mirabolante Pratchett, ma questa è un’altra storia e comunque il suo capolavoro “Il colore della magia” lo presi anni dopo. Mi colpì invece l’entusiastica recensione di “Lyonesse” di Jack Vance. Ed ecco saltare fuori di nuovo quel nome misterioso…
All’epoca non avevo internet, quindi non era facile trovare informazioni. E infatti non ne trovai. Eppure, qualche tempo dopo, vagando per una libreria di Treviso, mi imbattei proprio in una copia di “Lyonesse”. Lo presi al volo e lo divorai in pochissimo tempo, giungendo a una serie di conclusioni:
* Era il meglio che avessi letto da tempo (diciamo da Tolkien-Dragonlance), meglio anche di Moorcock;
* Vance si merita in pieno l’appellativo di “Creatore di Mondi”;
* “Lyonesse” era solo il primo romanzo di una trilogia… avevo comprato una ristampa nuova di zecca, quindi c’era da sperare che a breve sarebbero usciti anche gli altri due libri…
E invece così non fu. La casa editrice non ristampò mai “La Perla Verde” e “Madouc”, i tasselli mancanti della trilogia.
Non mi restava che la via delle fiere del libro. Strada insidiosa, infestata da collezionisti (noti predatori privi di scrupoli). Venni a sapere che la trilogia aveva avuto una precedente edizione italiana, ovviamente esaurita: restava solo la via dell’usato. Essendo uno studentello squattrinato che già doveva comprarsi tutti i capolavori del Metal e i libri per l’università, arrivò il giorno in cui persi una gloriosa occasione…
Luogo: Fiera del Tempo Libero a Padova. Attività: acquisto dei Capolavori del Metal/Hard Rock. Ero un fiume in piena, a novembre mi stavo sputtanando il bilancio dell’anno seguente. Ma la Fiera traboccava di tesori e io dovevo riempire i miei forzieri. Poco prima di andarmene carico di gloria e povero come un flagellante del XIV secolo decisi di fare un giro per le bancarelle dei libri usati. Mi soffermai presso lo stand di un panciuto&canuto signore dalla cadenza mestrina. Sembrava il classico oste da taverna medievale. A parte la parlata mestrina. Quella lo declassava a scaricatore di porto. Ebbene, il panciuto aveva una copia usata di “Madouc”, il terzo libro della trilogia. E io? Io pensai questo… “Ho speso l’impossibile, ho venduto un rene, domani comincio a spacciare per recuperare il denaro, NON MI POSSO PERMETTERE QUESTO LIBRO e poi E’ IL TERZO DELLA TRILOGIA E NON LO PRENDO SE NON HO ANCHE IL SECONDO”.
Prendo ufficialmente le distanze da me stesso dopo quelle sparate…
Credevo che avrei ritrovato il canuto a qualche altra fiera, oppure che avrei potuto scovarlo nel suo negozio a Mestre. Tuttavia alla fiera successiva l’oste mi disse che aveva chiuso il negozio e che lo avrei trovato solo alle fiere. Non aveva più “Madouc”, ma mi disse che poteva procurarselo nuovamente, insieme alla “Perla Verde”: per convincerlo che non ero un miserabile, gli comprai tre libri al volo e me ne andai carico di speranze.
Non l’ho più visto a nessuna fiera.
Sparito.
Gli astri mi avevano dannato, era chiaro.
Passò altro tempo, abbastanza per farmi gonfiare il fegato a causa delle occasioni perdute. Ormai avevo internet e SAPEVO che Vance era considerato un Maestro del fantasy e della fantascienza in tutto il mondo. In Italia aveva un seguito di nicchia ma fanatico all’eccesso e ogni suo libro (nuovo o ristampato) andava subito a ruba. Inoltre in Italia era stato pubblicato da innumerevoli case editrici, generando una magmatica confusione sulle uscite. Del resto Vance spazia dal romanzo al racconto breve e anche la sua bibliografia originale è un guazzabuglio di pubblicazioni. La strada si faceva ardua…
Il Dio delle Seconde Possibilità volle però di posare su di me il suo sguardo benevolo. Machiavelli dice che la fortuna può essere soggiogata grazie all’animo impetuoso, e impetuosamente io decisi di visitare HOBBITON, la manifestazione dedicata a Tolkien, che si teneva all’epoca a San Daniele del Friuli, nella Terra Priva di Accise sulla Benzina. Mentre gironzolavo garrulo e ignaro, il mio sguardo si posò su una bancarella spoglia, con pochi libri usati di argomento medieval-magico-fascista-massone. E tra quelli… “La Perla Verde”! Vista annebbiata, battito sempre più lento, calo vertiginoso di zuccheri… portafogli vuoto… dilemma: mangiare o non mangiare?!?... mi guardai intorno di sottecchi: nessuno aveva visto, nessuno sapeva… spesi e fuggii verso Treviso.
Gioia delle gioie, il secondo libro della trilogia. Bello, bellissimo. Una lettura che centellinai per settimane, conscio che la conclusione avrebbe recato con sé una cappa di tristezza sul mondo intero. Croce e delizia, perché mancava il terzo volume. E infatti passò ancora molto tempo…
Le peripezie professionali di un laureato in materie umanistiche andrebbero narrate in un apposito ciclo di romanzi alla Balzac. Ma questo non è il luogo. Si sappia solo che, ancora oggi non ricordo bene come, finii per lavorare nell’Ufficio Marketing di una società che organizzava eventi sportivi. Abile nella parlantina, ottenni a lungo di evitare la fotocopiatrice. Solevo quindi passare la mia giornata lavorativa navigando su internet. A forza di cazzeggiare, presi a frequentare un noto sito italiano dedito al fantasy e ciò mi fece tornare la voglia di mettermi a caccia. Passai quindi a frequentare un negozio on-line dedito al commercio di libri fantasy, nuovi e usati. Sarebbe meglio dire “spaccio” di libri, visto che l’ambiente dei volumi usati è simile a quello delle sette iniziatiche.
Insomma, una mattina cercavo sul sito-spaccio delle occasioni tra l’usato e scovai l’offerta “Trilogia di Lyonesse, 3 libri non acquistabili separatamente, prezzaccio da dissanguamento, DISPONIBILE IN COPIA UNICA”. Signori, nel tempo in cui adesso ho scritto la frase tra virgolette, quel giorno io mi sono iscritto al sito, ho fatto l’ordine, ho pagato con carta di credito non mia e ho fissato le ferie per il giorno della consegna.
Quando arrivò il pacco mi sentii come Parsifal che riceveva il Santo Graal (via pacco celere). Cacciai la famiglia da casa e mi dedicai alla lettura dell’intera trilogia, daccapo, senza alcun indugio e con una dedizione da samurai. Prego notare che ora possiedo: “Lyonesse” in due edizioni (la traduzione è diversa, roba per fanatici), “La Perla Verde” doppio e “Madouc” copia singola intoccabile e tenuta sotto una teca di vetro elettrificata (in modo che la donna delle pulizie non faccia danni).
Inutile dire che la trilogia fu piena soddisfazione, anzi, fu catarsi.
Sembra la fine, ma non è così.
Perché l’inseguimento alla produzione di Vance continuò nei tempi successivi. Forte di uno stipendio esiguo ma costante, mi dedicai alla caccia al tesoro. Infatti i libri di Vance sono per me come le pepite del Klondike per zio Paperone. Alla Fiera del Fumetto di Pordenone saccheggiai una bancarella che ne esponeva alcuni esemplari: erano di fantascienza, ma non mi interessava. Il gestore era anche un brav’uomo, amava Vance e voleva scambiare quattro parole ma io ero lo liquidai gettandogli addosso il denaro e fuggendo con il bottino. Qualche altra pubblicazione la reperii tramite internet. Ormai avevo deciso, dovevo spendere e, se non si trattava di cifre del tutto improponibili, avrei speso.
Ma tra le tante cose, restava un cruccio. Durante la mia permanenza nell’Ufficio Marketing mi ero anche scaricato alcuni libri di vari autori in formato e-book, giusto per farmi un’idea. Uno di questi era “Rialto il Meraviglioso”, sempre di Vance. Mi bastarono 5 righe per decretarlo capolavoro e lanciarmi all’inseguimento. Tuttavia l’impresa si presentava ardua. Uscito nel 1986 in Italia, non era più stato ristampato. La quotazione su internet per l’usato volava più in alto della Torre di Babele, e alle fiere non si trovava. Se anche si fosse trovato, avrei dovuto farmi largo con le scimitarre per conquistarlo. Continuai a monitorare siti vari nella speranza di cogliere buone notizie, ma niente. Questo fino a qualche giorno fa.
Tornato dalla mia attività di addestratore di scimmiette, diedi una rapida occhiata alle offerte di libri usati su un sito e apparve l’annuncio: “Vance, Rialto il Meraviglioso, COPIA UNICA, prezzo accessibile se sei un petroliere”. Ma in effetti il prezzo era il più basso che avessi mai visto. Lesto come un toporagno mi accaparrai il prezioso volume. Il calcolo sul numero di pasti che avrei dovuto saltare era rimandato a momenti di maggiore lucidità.
Ora l’opera mi è arrivata. Masterpiece, nemmeno c’è bisogno di specificarlo. Tanto che mi stupisco di me stesso: perdo tempo a scrivere queste righe quando potrei esaltarmi a leggere Vance. Eppure, adesso che ce l’ho, non ho fretta. Ci metterò qualche settimana, dedicandogli il tempo necessario per cogliere appieno la maestria dell’autore. Non è cosa per tutti, me ne rendo conto: non consiglio di leggere Vance né di mettersi alla ricerca delle sue opere, quelle vanno lasciate lì dove sono in modo che io le possa scoprire e conquistare.
Volevo scrivere qualche riga, ne è uscito un poema. Il dono della sintesi mi arriverà in tarda età, temo. E quando succederà nessuno sarà in grado di apprezzarlo, perché saremo tutti vecchi e penseremo solo a mangiare e a molestare le badanti. Comunque sia, siete liberi di interrompere la lettura quando volete. Anzi, vi ho fregati, perché se siete arrivati fin qui è troppo tardi per interrompere.
Salute!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando vai a caccia di cose impossibili (libri, cd, oggettistica spicciola) per i comuni mortali ricordati di interpellarmi, io ormai ho un rapporto intimo col sottomondo ... ci diamo del tu. Soprattutto conosco tutte le persone più sbagliate ;-))

Chi ha orecchie capirà.

Unknown ha detto...

sta storia tutta d'un fiato era dura. ho impiegato 3giorni a leggerla. coinvolgente.

Giampiero Novello ha detto...

Grazie per la disponibilità nel leggere tutta la storia. Capisco che uno si possa rompere le balle, ma se volete spettacolo dovete tonare alle superiori, andare male in italiano scritto e venire a fare il corso di recupero con me.
A proposito...
NOVELLO è stato eletto
tempo 3 mesi e Treviso da Comune diventerà Sultanato

Anonimo ha detto...

Come fai a conciliare l'idolatria per i fantasy, notoriamente dominati da esseri grossi&bellicosi, con il fatto che tuo padre è entrato negli organi di potere di un sistema democratico-lassista? Forse introdurrà la palestra obbligatoria?

Attendo il secondo volume della Caccia alle Storie. E non vendere il manoscritto ai mestrini.