lunedì 12 maggio 2008

Qui si ride dalla disperazione...


Ho visto un filmaccio osceno.

"La casa dalle finestre che ridono", un thriller-horror del 1976 di Pupi Avati. Basso budget ed esaltazioni della critica perché rappresenterebbe il trionfo delle idee che emergono anche e soprattutto grazie alla povertà di mezzi. "Conta l'ambientazione, importanti sono i particolari" e baggianate del genere.

La verità è che si tratta di uno dei film più scombinati che abbia mai visto, roba alla Dario Argento (responsabile del PEGGIOR FILM di tutti i tempi, "Il Fantasma dell'Opera").

La cosa migliore è l'ambientazione, un paesino della Pianura Padana all'inizio degli anni Sessanta. L'atmosfera provinciale piace, sembra "Amarcord" di Fellini. 

Poi iniziano i guai, praticamente appena i personaggi entrano in scena. Questi sono volutamente grotteschi: ci sono le vecchie pazze e il prete sornione, lo scemo del villaggio, il nano e l'ubriacone, tutto lo zoo umano che serve per ridere e inquietare. Ovviamente si tratta di caratteri bidimensionali, che nascondono TUTTI qualcosa e ciò balza all'occhio da subito. Solo un minus habens come il protagonista (interpretato da tale Lino Capolicchio, sguardo stolido ed espressivo come un calzascarpe) può andare avanti per l'intera vicenda a non capire niente di quello che sta succedendo. Tra l'altro il ritmo generale è talmente lento che Stefano (questo è il nome del nostro eroe) potrebbe girare un altro film tra una scena e l'altra. Veramente, questo stordito vive probabilmente in un paradiso artificiale creato dalla migliore bamba del Perù, perché se sai che in casa (dove vivi con una vecchia paralitica che canta canzoni in portoghese) c'è un assassino cosa dici alla tua amata che ha paura nel cuore della notte? Ovviamente: "Io vado un attimo in paese (a 2 ore di strada, ndr), tu vai a letto e dormi!". Ditemi se uno così non merita di venire giustiziato...

La trama evito di riassumerla. Lo svolgimento segue una logica quantomeno improbabile, per cui si arriva al gran finale (che tutti lodano, a me è sembrata una presa per il culo) solo grazie all'idiozia di tutti i personaggi, che fanno a gara a chi dice più stupidate e a chi fa la scelta più sconsiderata. 

Se lo sceneggiatore avesse avuto un minimo di considerazione per l'intelligenza del pubblico, avrebbe lasciato che i personaggi si ammazzassero da soli. Sarebbe stato uno snodo assolutamente logico, viste le limitate capacità intellettive dimostrate in tutto il film da Stefano (che quando bacia l'amata ho lo stesso sguardo di quando viene accoltellato) e compagnia. A volte gli attori si scambiano occhiate di intesa (forse lo sceneggiatore si era preso una pausa di riflessione), ma la loro scarsa attitudine all'arte della recitazione dona attimi di involontaria comicità. Avati piazza anche un paio di scene di triste contenuto erotico, che non c'entrano nulla con la trama e che quindi sono perfettamente coerenti con il disastro.

Qualcosa di interessante c'è, ma non lo cito perché è molto meglio parlare male, la gente si interessa di più. Risate garantite se decidete di vederlo con amici dalla battuta pronta.

Film inutile: seri dubbi sulla validità del tanto decantato filone horror-thriller italiano anni '70.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ovviamente sai che sono in disaccordo su tutta la linea. Ma io sono troppo di parte sul filone noir/schizoid film. Per me il cinema di genere è morto da decenni. L'horror/noir poi di certo a fine 70. Anche se Mullholland Drive mi ha fatto emozionare parecchio, ma Lynch è Lynch.
Inutile dire che considero "La casa dalle finestre che ridono" il più grande film di tutti i tempi.
Con Freaks di Todd Browning.
Sul cinema degli ultimi 15 anni non so nulla.

Anonimo ha detto...

cacchio Giampiero...mi era sfuggito...parli di "ritmo lento" ...ma caspita è la cosa più giusta che ci sia. Il ritmo è fondamentale nel film. Lino Capolicchio da Oscar.
Abbiamo concezioni del cinema troppo opposte per trovare un punto di contatto.

Citi "Il fantsma" di Argento...cosa vuol dire... cita Profondo Rosso, Opera, Inferno. Io dei Kiss non parlo di Carnival o dei Priest versione Ripper.

Anonimo ha detto...

"Risate garantite se decidete di vederlo con amici dalla battuta pronta"

questo è il motivo per cui i film li guardo da solo da oltre 15 anni. Non mi interessa il cinema nella sua funzione di intrattenimento. Infatti ne guardo pochissimi da anni e centellinatissimi.

Anonimo ha detto...

Io non ho visto il film, ma questo articolo mi spinge a farlo, segno del fatto che anche la critica negativa può comunque aumentare l'interesse sul pubblico...soprattutto il sottoscritto che rappresenta quella fetta di pubblico facilmente influenzabile e cronicamente masochista...
Comunque sul buon Dario Argento io citerei "la terza Madre"...per mio parere da considerarsi come "abominio" nella cinematografia moderna. Un giorno scriverò un libro solo su questo film...

Giampiero Novello ha detto...

Per Walt... il mio giudizio non cambia, il film è scarso sotto ogni punto di vista. La roba anni '70 italiana (dura chiamarli film; comunque Argento, Fulci, Bava, solo per citare i più acclamati) non solo non dice nulla, ma addirittura non piace proprio. Detto questo, ho avuto l'ardire di affrontare questo obbrobrio di Avati sperando di venire smentito e invece vi ho trovato unicamente conferme. Disastro su tutta la linea.
Di Argento potevo citare tranquillamente anche Profondo Rosso, che è pessimo ma tutti lo lodano perché hanno sentito dire che è un capolavoro.
Se penso che nello stesso anno usciva "Omen - Il Presagio"... ma dove volevano andare con Capolicchio???

Giampiero Novello ha detto...

Argento era come Polanski, mai un film decente.
Poi Polanski ha fatto "Il Pianista" e ha inserito un film bello (anche se ruffiano al limite estremo) nella sua filmografia.
Restano comunque due canaglie.

Giampiero Novello ha detto...

E nel 1977 è uscito "L'ultima onda" di Peter Weir!
Capolicchio, Avati, Costanzo (c'è anche lui tra gli sceneggiatori delle £Finestre che ridono"): corte marziale!

Anonimo ha detto...

Omen II ??? siamo agli antipodi... per me è il classico filmetto horror USA ...bello per carità, ma il cinema che piace a me (e agli appasionati del cinema italiano, quelli che non apprezzi) è tutt'altro. Diciamom che gli Zombie di Romero avevano qualcosa da dire di originale. Ma i vari Omen, Nightmare, La casa etc. erano belli, forse bellissimi... ma contro Fulci, Bava, Argento, Avati non ce n'è.

Anonimo ha detto...

citi Polanski e non citi Rosemary's Baby ??? se fossi su MetalMyths...dovrei scrivere "io non ho parole".

;-) ;-) ;-)

mi sa che hai bypassato tutta la filmografia anni 70 ...

guarda che non centra una sega col rock anni 70...ahahahaha...

Giampiero Novello ha detto...

Anche tu sei un "qualunquista-Polanski" che cita Rosemary's Baby...

Rosemary's Baby = Profondo Rosso : visto e sbadigliato

Argento-Polanski canaglie (insieme alla cricca anni '70 italiana)

L'Omen che cito io è solo il primo, gli altri non esistono. I tre episodi de La Casa (Evil Dead I e II + Armata delle Tenebre) sono stupendi ma Sam Raimi non fa horror, infatti sono delle parodie. Nightmare vale solo per "Dream Warriors", la canzone e non il film, il resto è college-horror di bassa lega (fanno più paura i Gremlins, vedi tu...).

Giudizio tranciante, da dominatore incallito. I Judas Priest dovrebbero fare un concept su di me, non su Nostradamus.

Guarda che dobbiamo trovarci per la maglietta che sarà la tua seconda pelle per l'estate 2008!

Anonimo ha detto...

domani sera (venerdì) salvo terremoti et similia sono a Giavera al Santi Angeli ... because glam is the law.

Anonimo ha detto...

sono daccordo con walt su tutta la linea!!

Giampiero Novello ha detto...

Canaglie!
Maramaldi!
Vi meritate Capolicchio