sabato 9 agosto 2008

ROCKIN' FIELD FESTIVAL


Idroscalo di Milano, 
26 luglio 2008.

Unico breve appunto prima di cominciare. Pochissima gente a questa prima edizione del Rockin' Field all'Idroscalo di Milano. Certo me l'aspettavo, visto il bill fin troppo omogeneo e quindi in grado di attirare solo appassionati del Power Metal Melodico, con il problema che a giugno c'è stato il Gods coi Maiden e il Metallaro italiano aveva già speso i suoi denari. Peccato, il festival è stato divertente, pur con i soliti aspetti negativi come il costo delle cibarie. Non credo che ci sarà una seconda edizione, l'organizzazione deve averci perso davvero parecchi soldi. Solito problema: in Italia i pienoni li fanno solo Maiden, Slayer e Metallica, band che tra l'altro suonano qui quasi ogni 2 anni e mai a costi contenuti. Il Metallaro è proletario e quindi preferirà sempre andarsi a vedere Bruce Dickinson piuttosto che gente nuova. Senza polemiche, la situazione è questa.

Passiamo ai gruppi, allora!

WHITE SKULL. Ma si può, dopo 15 anni e passa, dopo una manciata di album di discreto livello, centinaia di concerti, management stranieri e così via, ritrovarsi ancora ad aprire festival suonando 4 pezzi?! Comunque, solito concerto compatto, senza molte novità. Toni è il meglio, la cantante è simpatica anche se non sembra dotatissima, hanno un nuovo bassista (mi sembra sia quello dei Ground Control), ci hanno fatto fare headbanging e se ne sono andati troppo presto.

ELUVEITIE. Ennesima band di Folk Metal, genere che va per la maggiore e riscuote successo tra i giovani Metallari under 20. In mezzo a tanti cialtroni, questi svizzeri sembrano quantomeno simpatici: usano strumenti tradizionali come la ghironda (suonata da una quindicenne), hanno un punkabbestia di 40 anni alla voce, il bassista black metal a cui non frega niente di suonare, gli altri sono dei gioviali ragazzini. Le canzoni sono tutte uguali (classico limite del genere) eppure, mentre su CD mi farebbero venire la colite, dal vivo sono apprezzabili.

BIOMECHANICAL. Onestamente li ho ignorati, non posso esprime alcun giudizio su questi inglesi. Ricordo solo una voce in stile Judas Priest piena di riverberi e ritmiche chitarristiche spezzate molto moderne. Qualcuno sotto il palco c'era, quindi i musicisti non se la prenderanno se ho deciso di mangiare panini gommosi.

THRESHOLD. Che grandi i Threshold! Sicuramente la Prog Metal band che più mi piace attualmente. Dopo gli esordi con album supertecnici e pallossissimi, hanno capito che aggiungere dinamismo e ritornelli ruffiani era obbligatorio e adesso finalmente convincono. Non c'è il vocalist Mac, andatosene per trovarsi un lavoro serio, e torna Wilson, già cantante della band in passato. Tecnicamente sono prodigiosi, ma su tutti spicca l'invasato batterista. Il tipo, caraibico o africano, è talmente nero che, col muro di ampli alle spalle, semplicemente non si vede finché non sorride; cerca di roteare le bacchette, le perde tutte e due e riesce a non perdere un colpo; strabuzza gli occhi come Papa Shango; insomma, si convince di essere la Rockstar della situazione. Eccezionale, d'ora in poi voglio che suoni in tutti i miei gruppi preferiti.

VISION DIVINE. Allora, è tornato Lione che alla voce è un fenomeno ma è antipatico. Se ne è andato Luppi che è simpaticissimo e ancora più fenomeno di Lione. Cosa scegliereste? Aggiungo che i tre album con Luppi sono eccelsi, mentre i due con Lione sono parecchio anonimi. La band è rodata, i musicisti sono impeccabili ma una esecuzione perfetta è anche ciò a cui la band si limita. Spettacolo ridotto all'osso, interazione col pubblico inesistente, pezzi splendidi che scorrono via senza lasciare il segno. Sembrava di ascoltare i CD. Vedete voi...

Durante l'ultima canzone comincia a piovere. Poche gocce che poi diventano un nubifragio.

EPICA. Visto il diluvio, mi riparo sotto le frasche ottenendo una buona soddisfazione e sperando che si tratti di episodico temporale estivo. Invece il tutto si trasforma in una tempesta d'acqua che inonda l'Idroscalo. I rivenditori di maglie tarocche, poc'anzi trasformatisi in spacciatori di birre, colgono la palla al balzo per smerciare teli di nylon antipioggia efficaci come la carta igienica, prendendo anche per il culo i saggi che decidevano di non lasciarsi rapinare. Per evitare il tracollo mi nascondo in bagno, visto che non esistono altri tetti nel circondario. La compagnia è simpatica, si ride e si scherza da guasconi impenitenti e intanto si ascoltano gli Epica. Riesco anche a vedermi gli ultimi tre pezzi, perché il fortunale si è placato e ha lasciato posti a sciami di zanzare. Epica: su disco non dicono molto, dal vivo sembrano meglio ma il problema sono i loro pezzi, esagerati nelle orchestrazioni e quindi duri da digerire. Doppio cantante: il chitarrista rutta come un turco a tavola e ci chiediamo il senso della sua esibizione vocale, mentre l'attesa Simone Simons non delude, sia per aspetto fisico sia per doti vocali. Solo un eterno insoddisfatto come Ganesh poteva perdere tempo a precisare che il fondoschiena della donzella era eccessivamente tornito. 

HELLOWEEN. Gruppo che (su disco) considero finito da anni. Probabilmente devono aver saputo cosa penso di loro e hanno deciso di tirare fuori una prestazione entusiasmante. Tanto da rivalutare anche qualche pezzo recente, come “If I Could Fly”, che rende il giusto. Deris canta come sa, istrionico più che tecnico, decisamente sopra le righe. Grosskopf è bassista di qualità e fisicamente è uguale a quindici anni fa. Chitarrista e batterista sono due comprimari che svolgono bene il loro lavoro. Weikath invece ha poca voglia di suonare, quindi passa il concerto ad assumere pose tra l'insolente e lo svaccato, come se ci facesse un favore a suonare, lui che potrebbe tranquillamente starsene a guardare le partite in tv. Helloween nella top 3 del Rockin' Field.

AVANTASIA. Che spettacolo, signori. Per niente delusi dal fatto di suonare per pochissima gente, Tobias Sammet e soci eseguono l'intero show senza tagli. Onestamente siamo più vicini al teatro che al concerto musicale, ma la cosa ci sta. Allestimenti sul palco da grandi occasioni, musicisti preparati e motivatissimi, Tobias perfetto istrione e abile a gestire la voce nel corso di tutto lo show. Gli altri cantanti sono tutti pezzi da novanta del panorama Metal/HardRock: Jorn Lande è impressionante per la potenza vocale, quando canta tiene il microfono a mezzo metro dalla bocca (e si mette di profilo per farlo vedere a tutti), inoltre assomiglia a un tricheco; Bob Catley dei Magnum è una delle voci più magiche della musica contemporanea; Oliver Hartmann (che è anche chitarrista) ha tonalità hard/rock di qualità e purtroppo ha sempre cantato in gruppi non all'altezza, ma con Avantasia dona sprazzi di classe; Andrè Matos, ingrassato e vestito come Dracula, ha fornito una prestazione sottotono, la sua voce molto esile ha sempre poco convinto dal vivo, ma ha fatto di tutto per coinvolgere il pubblico. Aggiungo due coriste, una orientale caruccia e una balena bionda in abiti improponibili per quella stazza. Canzoni soprattutto dall'ultimo album, peccato perché dei tre è il meno affascinante, ma qualche perla la donano (basterebbe “Sign of the Cross”). Cast da applausi, show memorabile, che si voleva di più?

Bilancio finale: festival di buon livello, forse troppo omogeneo a livello di genere e di pubblico, tanto che in molti hanno preferito restare a casa. Esperimento fallito, quindi. Penso che non ci saranno altre edizioni del festival, oppure cambieranno generi proposti, perché è chiaro che i fans del Metal Melodico in Italia sono troppo pochi per poter dedicare loro un intero evento. Io mi sono divertito, comunque, alla facciaccia vostra!


2 commenti:

Anonimo ha detto...

va beh...sgrezziamo sto articolo... che ti devo dire... il classico festival che se avessi ad un'ora di macchina ci andrei...ma andare a Milano no ... comunque interessante che Sammet si porti dietro tutti gi ospiti... di certo sono venuti a suonare a gratis, bastava pagare loro le consumazioni ed un posto letto in bettola a 2 stelle.

Giampiero Novello ha detto...

Invece ti assicuro che ne è valsa anche per 3 ore di auto.
Se anche Lande è stato pagato a consumazioni, di certo ci ha guadagnato comunque: era grasso come un cinghiale, inoltre pare che la sera prima sia andato giù di birra con prestazione da record. A pensarci bene, Avantasia avevano diversi obesi in formazione: Lande, Matos, il bassista, la corista (Amanda Somerville)... invece Bob Catley peserà 40 kg massimo. Spero che lui lo abbiano pagato.

Vision Divine senza Luppi confermano ciò che si temeva: perfetti e anonimi