lunedì 13 maggio 2013

novellogiampieropensiero/in difesa di...




In fondo, vogliamo solo certezze. Il problema è che non ne abbiamo. Possiamo convincerci fino alla cecità che esse esistano, ma in ultima analisi si tratta solo di autoinganni.

L'Ingannatore quindi non vuole distruggere la realtà oggettiva, qualora mai ce ne sia una: anche se lo facesse, nessuno percepirebbe questo atto. Siamo tutti chiusi nella nostra soggettività, che ci porta a considerare solo ciò che riteniamo arbitrariamente importante (o inutile).

L'Ingannatore distrugge e ricrea le realtà dei singoli soggetti.

In un certo senso la sua è una funzione positiva, perché ci mette di fronte all'assoluta inconsistenza della nostra versione della realtà.

Molte religioni lo considerano un potere negativo, ma si può anche comprendere: le religioni hanno la pretesa dell'oggettività, chiunque la metta in dubbio viene etichettato come “infedele”, “eretico” o appunto “ingannatore”.

A questo punto viene da chiedersi se il nome Ingannatore sia appropriato... personalmente non credo, l'accezione negativa è fuori luogo. Se Egli è colui che induce a cambiare prospettive, a modificare il corso della Storia con la sua azione caotica e imprevedibile, allora Egli non è una forza esterna e negativa, ma l'esistenza stessa, informe e incessante nel suo mutamento. 

Nella misura in cui ci costringe a demolire le nostre convinzioni e a rivedere di continuo la nostra prospettiva, l'Ingannatore ci insegna a vivere. E in un certo senso a ridere della stessa vita che crediamo di aver compreso, almeno finché Egli non incrocia la nostra strada.

Dedicato coloro che, nel loro essere così diversi da me e tra loro, trascinano la realtà un po' dove vogliono.

2 commenti:

Psy ... ha detto...

L'ultima frase regna :) ... mi viene in mente che oggi i più non sono neppure uguali a se stessi. Implicherebbe conoscersi. Roba grossa.

Giampiero Novello ha detto...

Conoscere se stessi dovrebbe essere l'approdo finale di una lunga navigazione chiamata vita, senonché la persona che alla fine impari a conoscere è già cambiata rispetto alla partenza e l'approdo si sposta sempre più avanti. Una rincorsa senza termine.