lunedì 2 dicembre 2019

HEIDEVOLK... perché il paganesimo funziona alle sagre?

HEIDEVOLK + KORMAK + HELL’S GUARDIAN
REVOLVER CLUB  - SAN DONA' DI PIAVE (VE)
23 novembre 2019



Il Revolver ci riprova col folk metal. Si riuscirà a fare meglio degli Skyforger in termini di affluenza?
No.
La gente è quasi la stessa della data precedente. 
Barbacce incolte, criniere dal passato glorioso e oggi prossime all’oblio, maglietta standard degli Amon Amarth e l’inspiegabile presenza di alcune donne (probabilmente assistenti sociali o antropologhe).
Gli Heidevolk per le date italiane si fanno accompagnare da un paio di band locali che servono a pagare la benzina e i camogli all’autogrill. Di certo i soldi non li fanno coi biglietti d’ingresso, visto la cinquantina di presenti (o giù di là, non li ho contati perché ho fatto il Liceo Classico e non so andare oltre il 20). 

Avendo, come ormai consuetudine, perduto la prima band, passo a recensire lo stand del merchandising degli Heidevolk.

LO STAND. 
Dopo decenni di militanza nel mondo del Metal, mi stupisco ancora di certe tremende magliette e di come, nell’eterna lotta per la sopravvivenza all’interno della società civile, possano farti partire almeno due passi indietro. Per fortuna i Metallari presenti non hanno alcun desiderio d’integrarsi né di diventare nuova classe dirigente, quindi il curioso omino del merchandising riesce a smerciare una certa quantità di T-shirt. Il suddetto soggetto, dall’aspetto mediamente impiegatizio, esibisce un maccheronico italiano fatto di “Ciao, grazie, come va?” a cui rispondo lodando il formaggio Gouda (una lode all’altro prodotto olandese mainstream, la birra Heineken, sarebbe risultato eccessivamente falso), il che non mi garantisce alcun vantaggio nella contrattazione: io non vorrei comprargli alcunché, ma vengo mosso a simpatia dal suo aspetto inoffensivo e medio borghese (di quelli che quando si incazzano per le crisi economiche vanno poi a votare NSDAP), quindi decido per il virile acquisto di una borsa di tela con qualche immagine pagana a corredo, giusto per far capire ai monoteisti che con me non si scherza.

KORMAK.
Quando vedo salire sul palco tre mugnai e una ragazza piccina piccina, temo il peggio. Il peggio si realizza subito con un paio di canzoni da tonnara invereconda, causa suoni gommosi e una prestazione vocale simil-operistica “cheperfortunahoitappialleorecchie”. La situazione poi migliora e si comincia a intuire che la band ha una vaga idea di come si scriva una canzone, mentre la cantante passa a un growl più convincente. Il top comunque è stato il pezzo in dialetto pugliese, non li porterà al Festivalbar ma è il meglio che s’è sentito. Resta il mio problema per cui le band folk metal suonano tutte lo stesso pezzo: è un problema mio, ma nemmeno questi Kormak me l’hanno risolto.

HEIDEVOLK
I sei olandesi si schierano in formazione da battaglia: batterista barbone, chitarrista nano, chitarrista calvo, bassista stempiato leader pagano, cantante 1 cicciotto rissoso, cantante 2 barbone pagano. 
Sulla scena da anni senza mai diventare dei leader, vantano uno zoccolo duro di fans che risiede tutto nel Gelderland (regione di provenienza degli Heidevolk) e quindi al Revolver non si fa vedere. 
Il fatto di avere due cantanti sarebbe un punto a favore, se non fosse che cantano sulle stesse tonalità e quindi ogni canzone sembra un lunghissimo coro da birreria. Peraltro la stessa band ci tiene a precisare quando s’accinge a suonare canzoni da birreria, acciocché i presenti possano alzare le bevande al cielo: di cantare i cori non se ne parla, visto che sono in olandese e l’idioma locale si limita a sandonatese e jesolano.
Per distinguere le canzoni pagane da quelle a tema birra, il cantante rissoso nelle prime urla a metà pezzo, nelle seconde beve. L’altro cantante mantiene invece un atteggiamento coerente, tra l’epos del guerriero batavo e qualche ancheggiata in stile Coverdale d’annata. 
Devo per forza focalizzarmi sul bassista incredibile di 2 metri coi capelli lunghissimi (effetto dovuto al fatto che partono dalla nuca). In piacevoli intermezzi tra le canzoni, il suddetto nell’ordine:
  • sostiene di aver suonato con gli Heidevolk 20 anni fa vicino a San Donà, anche se probabilmente si confonde con la sua vacanza a Cortellazzo;
  • promuove l’immagine della regione olandese del Gelderland: nessuno ha capito cosa ci sia di preciso, ma sulla fiducia gli concediamo che ci sia bassa disoccupazione e che entro qualche decennio sparirà causa innalzamento del livello del mare;
  • incita a commemorare le grandi battaglie dei Batavi (antichi abitanti del Gelderland) contro le legioni romane, sorvolando ovviamente sul fatto che i Romani li abbiano conquistati senza grossi problemi;
  • dichiara di apprezzare la grappa e il vino, il che è comprensibile essendo lui un bevitore abituale di quel detersivo chiamato Heineken;
  • quando finisce il fiato per le presentazioni, passa la parola al cantante rissoso, che urla e poi parte il pezzo.
I miei informatori dell’universo pagano sostengono che il pezzo migliore della band sia una cover di una canzonaccia pop olandese anni ’70. In effetti la rendono davvero bene, ma allo stesso tempo confermano l’idea che al loro paese suonino alle sagre per far ballare le coppie di anziani con gli zoccoli. E probabilmente l’Amministrazione Regionale del Gelderland rilascia abbondanti finanziamenti per mandarli in giro a promuovere il turismo nella suddetta regione… altrimenti non si spiegherebbe che vadano in tour per mesi senza apparenti guadagni e senza un lavoro stabile in Olanda.  
Comunque le leggende del Gelderland narrate nelle loro canzoni non sono comprensibili a cause dell’idioma, ma se dovessi affidarmi solo alla sensazione, direi che trattano di Boudewiijn che ruba un maiale a Guus, oppure di mamma Floor che prepara la zuppa di farro.


A fine concerto escono subito a farsi le foto coi fans, sperando probabilmente di ottenere grappa o sesso. Evidentemente all’estero qualcosa potrebbe anche succedere, ma a San Donà, miei guerrieri, è sempre e solo grappa.

2 commenti:

edmundo09 ha detto...

A volte mi chiedo come mai non sei ancora nella lista dei papabili per il Pulitzer...scandalo paragonabile solo al Mose

Waylander ha detto...

Grazie !
Ho contro i poteri forti ;)