mercoledì 22 giugno 2022

ESAMI DI STATO 2022 pt. 1 - Preludio Plenario (mood attendista)


Riunione Plenaria: nome enfatico e svolgimento elefantiaco, spesso per l’inesorabile impallarsi della piattaforma digitale del Ministero in cui compilare le decine di verbali (compili online, poi stampi 3.8 kg di documenti). La piattaforma dell’Agenzia delle Entrate a confronto è Skynet: ciascuno tragga le sue conclusioni.
Il Presidente poi detta il ritmo, quindi è un terno al lotto: se ama gli Slayer, si finiscono le operazioni in tempo per andare tutti a bere l’aperitivo e la commissione viene arrestata per ubriachezza molesta, ma potrebbe invece amare “La Domenica andando alla messa” di Gigliola Cinquetti e là c’è il sequestro di persona. Vincent, Presidente fan hardcore della Cinquetti, riuscì perfino a fissare una Plenaria supplementare perché era lento e distratto dalle caviglie delle colleghe.
Un peso l’ha certo la commissione. Caso migliore è dato da gente che vuole lavorare bene e velocemente. Dovendo scegliere, meglio bene e lentamente, visto che il contrario porta tutti in galera. Poi ci sono sempre i matti, come ovunque nel mondo e la scuola è nel mondo (anche se fa finta di no): se un matto riesce, infiltrandosi tra le maglie del sistema, ad arrivare fino alla commissione d’esame, può essere arginato solo da un eroico Presidente pronto a immolarsi per la causa. Pietruccio, per esempio, voleva a tutti i costi che venisse riscritta una pagina del verbale a causa di un marginale problema di interpretazione: potenzialmente si allungava di 90 minuti la procedura e quindi il Presidente riuscì, con inquietanti ma efficaci tecniche da Commerciale Mediolanum, a farlo desistere e orientarlo verso scandali non verbalizzabili (nella fattispecie, i prodotti erogati dalla macchinette automatiche nei corridoi scolastici).
Ammesso e non concesso che le cose vadano normalmente, resta la questione della noia. Il regolamento vuole che si sia tutti presenti, ma a essere operativi sono prevalentemente il Presidente e il Segretario (ruolo che può essere infame come pelare i cactus, se trovi il Presidente sbagliato), gli altri hanno solo il compito di esserci (non nel senso heideggeriano di Dasein, giacché esso prevede un coinvolgimento nel mondo che esclude in senso assoluto la passività del membro della commissione, simile piuttosto a carta da parati o bidone giallo della carta) - questa la metto solo per chiarire che la filosofia, con un po’ di fantasia, va dappertutto, come il cetriolo nella cucina teutonica - 
E quindi c’è chi legge, chi chiacchiera, chi prende caffè (metafora massima dell’Attesa), chi progetta le vacanze e chi strangola le zanzare. In effetti raramente accade qualcosa di rilevante: Adele si addormentò (era l’ultimo incarico prima della pensione, faceva caldo, aveva mangiato pesante…), Evaristo chiese e non ottenne di andare a fare la spesa, Ciccio e Ciccia litigarono per futili motivi e tutti ebbero l’impressione che fossero amanti e questa diceria li perseguitò per anni (ma i matrimoni ressero), Geralda studiò per diventare preside e lo divenne anni dopo e forse fece anche i soldi ma smise di dormire la notte, Evita rimase incinta…
Poi, dopo ore, tutto sembra finito, ma nessuno ha il coraggio di chiedere di andarsene. Il timore di fare la figura dei fannulloni, la poca consapevolezza di cosa stia realmente accadendo, i silenzi prolungati di un Presidente che soffre sui verbali perché là si giocano i ricorsi e quindi anche le virgole contano… Si resta là, a guardarsi, mentre la vita scorre e le preziose ore dei “tre mesi di vacanza” si riducono e si dissolvono. Finchè qualcuno dice “Io andrei…”, il Presidente solleva lo sguardo e biascica “Ma siete ancora qua?!?” e mentre l’ultima sillaba si smorza, davanti a lui c’è il deserto e, in lontananza, ruote che sgommano.

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