mercoledì 3 maggio 2006

Porte Astrali

Ogni tanto mi capita di dover parlare di un album. Non è normale, sia chiaro. Di solito, le gente mi chiede consigli su che album acquistare (o meglio, scaricare… inutile farsi illusioni) e sono sempre ben felice di farlo. Ma non mi prendo la briga di consigliare album di recente uscita. Un po’ perché non ne acquisto molti, preferendo andare alla ricerca di roba di catalogo (più economica e di maggiore qualità), e un po’ perché in effetti non ci sono band recenti che mi fanno davvero smuovere il culo.
Ebbene, eccone una.
Signore e signori… Astral Doors! È recentemente uscito il loro terzo album, Astralism. Da avere.
Già col debutto, Of the Son and the Father, mi avevano fatto ottima impressione (peccato per la scandalosa copertina dell’edizione europea, una schifezza che vi esorto a cercare su internet per chiedersi cosa avessero mangiato i discografici che la hanno scelta).
Il secondo, Evil is Forever, fu un fulmine a ciel sereno. Enorme passo in avanti, sia come composizioni sia come suoni. Una rivelazione e un album che ascolto ancora adesso.
E incomincia il timore che abbiano già dato tutto.
Il singolo Raiders of the Ark doveva servire a placare l’attesa per il terzo album, ma era talmente bello che faceva solo salire la bile per dover attendere ancora. Eppure si trattava di una specie di raccolta di B-sides, con la sola title-track ad anticipazione della nuova opera.
Astralism lo sono andato a comprare in negozio. Sì, quei posti dove vendono i CD originali. Era un pezzo che non compravo un CD in negozio, di solito uso i mailorder dove ancora si riesce a spendere una cifra attorno ai 15 euro. Per gli Astral Doors no. Euro 19. Grazie e arrivederci. E chi se ne frega. Una tantum…
Ne è valsa la pena. Potrei sfoderare una sequela di aggettivi uno più ridondante dell’altro, eppure non sarei soddisfatto comunque. L’unica cosa che posso suggerire è: abbiàtelo!
So che quasi tutti coloro che conosco si lanceranno allo scaricamento selvaggio dell’album. A parecchi piacerà, perché il gruppo vale davvero. Un appello: se davvero vi piace, compratelo originale.
Gli Astral Doors sono stati accusati di copiare R.J. Dio e i gruppi in cui ha militato (Rainbow, Black Sabbath). Errore da dilettanti. Vero che la voce (eccezionale) del cantante va molto vicino a quella di R.J. Dio e anche le canzoni fanno tesoro della lezione dei Blackmoore e Iommi più ispirati. Ma questi non sono imitatori, hanno la fatidica marcia in più. Sono potenti, melodici, trascinanti. Chiedo scusa, mi sono partiti degli aggettivi…
Riflessione. I Rainbow sono dispersi da più di dieci anni, e da più di venti non suonano così epici e travolgenti. R.J. Dio vivacchia coi vecchi hits e ogni tanto produce album senza infamia e senza lode, che vengono regolarmente dimenticati. I Black Sabbath sono defunti anche loro da un decennio, e ogni tanto recuperano Ozzy per qualche patetico ritorno live, ovviamente evitando come la peste le canzoni dal 1978 in poi. Ecco gli Astral Doors, con un sound legato a quello dei suddetti, ma anche fresco e con contributi originali. Gente, da buttarsi a pesce. Non cambiano la vita, ma la rendono molto più soddisfacente!
Nel 2004 ero al Wacken Open Air (il maggior Festival Metal in Europa, per chi non è dell’ambiente) e, non conoscendoli, ho snobbato la loro esibizione. Ho avuto poi diversi mesi per divorarmi le parti intime per la rabbia. A ottobre tornano, di spalla ai Blind Guardian. Si prospetta una serata in prima fila. Sto già affilando le lame.

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