domenica 10 febbraio 2008

ITALIA-INGHILTERRA 19-23

italy rugby


Credo sia lo scarto minimo nelle decennale serie di capitolazioni dell'Italia di fronte al Colosso d'Albione. La peggior Inghilterra degli ultimi 30 anni batte la solita Italia piena di buona volontà ma pasticciona e ottusa al punto da continuare a fare il suo gioco anche quando era ormai palese che non sarebbe andata da nessuna parte. Sia chiaro, le partite vengono impostate sullo 0-0, ma quando vai sotto di due mete per colpe assolutamente tue, si richede la lucidità di cambiare approccio. Cosa che in campo oggi non si è vista. Bravi a rispettare il piano A, ma le partite si portano a casa soprattutto col piano B, perchè le cose non vanno mai come noi italiano pianifichiamo.

Non nascondiamoci dietro la scusa dell'ennesima sconfitta onorevole, perchè di onorevole non c'è nulla stavolta. Abbiamo perso per errori nostri. Potevamo vincere ma abbiamo perso.
PROMOSSI.
Il pubblico. L'Italia gioca "in casa" nel vero senso della parola. Grande il pubblico degli appassionati giunti da tutta Italia. Un esempio per tutti.
I Bergamasco. Mauro uomo ovunque, placca e recupera palloni. Mirko splendido in attacco soprattutto nella fase finale, quando regge la baracca quasi da solo: ma resta il suo difetto di non passare la palla quasi mai.
Parisse. Validissimo soprattutto in difesa, scattante e reattivo. Può e deve dare di più in attacco, solo così sarà considerato un vero numoro 8 di valore internazionale.
Canale. Vedi Mirko Bergamasco. Vorremmo però che i due centri avessero il coraggio di usare il piede, ogni tanto. Con testa, senza esagerare, ma usatelo.
RIMANDATI.
Masi. Bravo soldatino, rispetta le consegne di Mallett e fa il playmaker giocando alla mano tutti i palloni. Certo, non è un fenomeno col piede, ma una vera apertura deve saper leggere il gioco, non solo seguire il piano A: i nostri non attaccano in avanzamento e penetrano sbatacchiando contro gli avversari. La prima meta inglese l'ha inventata Wilkinson con un calcetto a seguire sopra la linea di difesa azzurra: a volta il piede è utile, questo Masi lo deve assolutamente capire.
Lo Cicero. Tanto cuore, ma le tanto decantate ripartenze dai ragguppamenti non incidono. Lo Cicero ha 1 metro di avanzamento al massimo, che è abbastanza per un pilone del campionato italiano ma non per un pilone del 6 Nazioni.
BOCCIATI.
La touche. Tanto valida contro l'Irlanda quanto confusa e fallosa contro gli inglesi. Ma la gente è sempre la stessa. Attendiamo la prova del nove col Galles, ma quella che sembrava una certezza per gli Azzurri ritorna a essere un'incognita.
Robertson. Come con l'Irlanda, non è mai in partita. Si sacrifica in difesa, gioca d'anticipo su Vainikolo (il gigante tongano ha comunque deluso) ma in attacco è uno di quelli che dovrebbe fare la differenza e invece non emerge. Nell'unico spunto viene bloccato con una francesina del fenomenale (in difesa) Noon.
Bortolussi. Rischia di diventare il capro espiatorio delle sconfitte italiane. Ma non è sicuro in difesa, ci costa una meta e anche nei calci piazzati, pur essendo migliorato, non fornisce garanzie. Sicuri che non ci sia di meglio in giro?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Visto che questo post non te lo commenta nessuno ci penso io, solo per amicizia perche purtroppo non ho competenze in campo rugbistico!
allora.. 19 a 23 a me non sembra male..insomma mancavano solo 4 punti.. 4 come gli incontri del prode Barbisan che dopo 3 sconfitte finalmente ha portato a casa un pareggio!!!
W lo sport... il sudore... il fango... io non sono un gran sportivo, per niente un musicista, valgo zero come studente e studioso, come bancario sembro piu un barzelettiere di zelig... ma ho sempre apprezzato chi si impegna nello sport... non per le medaglie o per la gloria... ma per il gusto di dare il massimo.. e se il massimo per me è prendere 100 cazzotti da Carletto e riuscire a pararne uno, quell'uno parato è la mia coppa del mondo (o del nonno!?!) Dedicato a tutti quelli che vengono sempre messi in porta perche con i piedi fanno solo danni... e con le mani forse riescono a fare peggio: proprio come me