giovedì 19 luglio 2012

Bang Your Head 2012 - E avanti...




Venerdì 13 luglio – prima parte

Partiamo malissimo: nell'hotel balcanico mi servono la più misera colazione della storia tedesca, con pane-burro-marmellata-insaccati-caffè-succo. Dove sono i wurstel? E le uova strapazzate? Come mai non ci sono fette di torta al colesterolo né salsicce al curry? E i crauti dove diamine sono spariti? Fosche nubi aleggiano sulla prima giornata del Festival.

VANDERBUYST.
Tra i vincitori del Festival ci sono questi olandesi saltati fuori dal 1982 e decisi a restarci contro ogni logica spazio-temporale. Formazione a tre, braghe elasticizzate, assalto frontale e melodie da plagio (Saxon-Maiden-Thin Lizzy): meglio di così... Pubblico in estasi, consumo alcolico decisamente sopra la media nonostante siamo solo alle 11 del mattino.

CRASHDIET.
Ad uso e consumo delle signore, il più intossicato gruppo svedese mostra gli orecchini e le chiome per una manciata di canzoni. Show da rockerz di livello decente (farli suonare presto significa non dare loro il tempo tecnico per drogarsi), anche se l'attenzione è catalizzata dalla cresta del cantante Simon Cruz, che si muove come un ebete ma in qualche modo se la cava. È chiarissimo comunque che i 4 scandinavi vogliono (nell'ordine): drogarsi, bere, riprodursi. Tutto il resto lo lasciano ai Metallari.

DIAMOND HEAD.
Scusate, ma non riesco a essere così calvo da assistere a uno show dei Diamond Head. Birra. A proposito, pubblico in delirio senza vergogna.

FIREWIND.
Doppia cassa, chitarrismo onanistico, vocalizzi imponenti, sbrodolamenti tastierosi. Per me, invece, panino con pesce impanato e salsa di aglio. Diciamo che la band non mi interessa: se trovo i CD a 3 euro può anche essere che li prendo, se incontro i ragazzi per strada li saluto, ma il nostro rapporto finisce là.

ARMORED SAINT.
Non ce n'è... altra classe, altro livello. Superbi e trascinanti tutti, ma soprattutto John Bush: piccolo, calvo, vestito da grigliata al parco, con movenze da primate ed espressioni facciali che fanno dubitare del suo titolo di studio, ma prestazione da incorniciare. Meglio dal vivo che su disco, via!

POWERWOLF.
Pittati da zombi-vampiri fanno tanto ridere, ma per fortuna lo sanno e non fanno i fenomeni come tanti loro colleghi black metal. Hanno pure il tastierista-motivatore che ogni tanto molla lo strumento e fa le coreografie Zumba Fitness col pubblico. Le magliette dei PW si contano a centinaia e i loro cori da biergarten sono il massimo per accompagnare le bevute collettive. Immaginario horror stile “Carletto il principe dei mostri”, ma è proprio questo il bello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

... coi Firewind cantava Apostolakis o c'era il fiero scandinavo uguale a Soto? In teoria per la Germania basta e avanza il greco.

Giampiero Novello ha detto...

C'era il greco Papathanasio, che in effetti per il Germania è andato benissimo ;)