mercoledì 16 aprile 2014

PRAGA for dummies


Una guida vagamente utile per evitare l'amore e schivare la dignità.

ATTENZIONE... l'80% di quello che c'è scritto è falso fino a prova contraria (così evito denunce alla sempre tollerente polizia ceca).



La birra costa poco. Ma Piazza della Città Vecchia (o Piazza dell'Orologio) è l'equivalente di Piazza San Marco, quindi la birra nei locali cool costa tanto tanto tanto. Man mano che ti allontani dalla Piazza, il prezzo crolla e a 2 km di distanza ti tirano dietro i boccali pieni.

La birra chiara è decente, quella rossa è buona. E viaggia su gradazioni alcoliche da chinotto, quindi puoi fare il megalomane superbullo che ne beve 3 litri senza colpo ferire.

Camminando riesci a visitare tutto, ma ci vuole fisico e le tappe alimentari a base di goulasch e birrette non aiutano la falcata. Puoi affittare i segway, ma costano come un rene al mercato nero. Sennò ci sono i mezzi pubblici, che però non ho mai avuto il coraggio di usare (pare che i praghesi apprezzino molto l'abuso di sigarette nei tram).

Il liquore nazionale è la Becherovka, un amaro prodotto stritolando e affongando una quarantina di erbe nell'alcol. I locali affermano che sia nato come medicinale, in effetti in abbondanti quantità ti fa dimenticare per un po' qualunque malanno...

Praga è la città “vegetarian free” per eccellenza, nel senso che pare impossibile per i vegetariani sopravvivere. A meno di non nutrirsi di trdlo, che Wikipedia sostiene si traduca “manicotto di Boemia”: dolce nazionale a base di carboidrato violento e, si vocifera, unico piatto ceco privo di carne di maiale (si sussurra, altresì, che pure manzo e pollo praghesi abbiano il sapore di maiale).

Le donne praghesi amano gli italiani? Dipende da che lavoro fanno queste donne. Alcune di certo amano la scoppiettante simpatia, il senso dell'umorismo, il parlar forbito e le buone maniere degli italiani, ma italiani del genere all'estero non esistono. Ci si distingue più che altro per ignoranza delle lingue, ignoranza delle buone maniere, tono di voce da mercato rionale, gestualità avventurosa e una totale inconsapevolezza del fatto che a Praga ci sia qualcosa di diverso da birra e donne.

A Praga i locali ti amano perché vogliono i tuoi soldi. Loro ti diranno che l'Italia è la meglio cosa, e Forza Azzurri, e Berlusconi Bungabunga, e ti prometteranno sollazzo e riso, ma alla fine vogliono i tuoi soldi. Puoi anche non darglieli, ma nei peggior bar la birra costa 0,80 euro ed è da miserabili tenerseli. Difficile che ti sorridano, comunque, questi cechi...

Bere in una birreria del centro è affascinante, ma bere le stesse cose a un quarto del prezzo in un'orribile bunker sotterraneo, su tavolacci di formica e una nebbia da sigarette che neanche a Smirne si riesce a trovare... beh, 2 anni di vita in meno, ma una leggenda da raccontare. Educato poi il gestore, il quale, invece di vendere erba agli studenti, ha chiesto a me se la volevo per poi spartirla coi ragazzi. Ringrazio per il rispetto delle gerarchie: purtroppo per lui detesto il prodotto, ma non ho dubbi che con altri docenti di altre scuole abbia avuto più successo.

Ponte Carlo. Leggenda vuole che, se due innamorati partono dalle due estremità opposte del ponte e si incontrano a metà per un bacio, il loro amore durerà per sempre. Ma che succede se a farlo sono due sbronzi che sprintano per 258 metri e si tirano anche una craniata?

A quanto pare, rimorchiare italiane a Praga risulta molto più semplice che agganciare donne locali. In effetti pare che le praghesi non esistano. Oppure escono di casa solo tra giugno e febbraio, quando le perniciose scolaresche italiane sono tornate a casa.

Obbligatorio vedere la “Casa Danzante”, che chiaramente non ho visto.



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