sabato 22 novembre 2014

Accetto le critiche e scrivo la recensione timorosa



HARDCORE SUPERSTAR + SEVENTH VEIL
19 novembre 2014
Gran Teatro Geox (PD)

Hardcore Superstar in grande spolvero, che snocciolano tutte le loro hits, compreso il nuovo singolo “Glue”, fino all'anthem “We Don't Celebrate Sundays” e la sempre fresca “Liberation”. Suoni di chitarra altalenanti, ma la verve è delle migliori e i nostri portano a casa l'ennesima prestazione da primi della classe. Pubblico entusiasta e colorato. Bella serata.

Ha senso una recensione così? Che potete leggere ovunque, che dice quello che dicono tutti e che mi ha fatto salire la mestizia mentre la scrivevo?
Per carità...

Ecco le cose serie.

Il Gran Teatro Geox, essendo a Padova, è irraggiungibile per principio. Eppure, dopo tangenziali contromano e salti del guard-rail, si arriva. Da fuori sembra l'ingresso dell'Aqualandia, ma con più stand per la birra.
Si teme la desolazione sotto il palco, visto che il Teatro è spazioso, siamo mercoledì sera e gli HCSS fanno le solite 32 date italiane. Ma gli organizzatori risolvono facendo suonare la band nella zona d'ingresso e sembra di essere nell'androne di un multisala. Il palco è sul lato corto, stretto tra le due pareti: insomma, ho visto gli HCSS suonare in un corridoio con la moquette e il soffitto da cattedrale.
Il bar interno è gestito da camerieri trendy, molto veloci ed efficienti nell'interazione con i molteplici casi umani. In effetti non c'è stata gran varietà nelle richieste, che andavano dalla birra a qualche amaro per ritornare alla birra e spesso fermarsi là. A un certo punto si spacca anche la cassa, ma l'orda di assetati non accetta ritardi e si va avanti senza, come fossimo in un mercato birmano.
Menzione d'onore per i bagni, lussuosi e pacchiani come quelli dei casinò sloveni (luoghi di perdizione che da anni mi riducono a mangiare pane e carote per mesi).

Pubblico variegato e pittoresco, ma che si risolve nella formula “HCSS attirano => femmine che attirano => maschi” (a rimorchio o speranzosi di sollazzarsi con gli avanzi degli svedesi). Come sempre i concerti sono l'occasione per sfoggiare l'abbigliamento da mail-order o le pacchianate comprate in gita a Camden di nascosto dalla mamma (noto che spaccano gli spandex, utili anche per interpretare il cicisbeo a Carnevale). Cotonature in calo, del resto gli HCSS non le usano e quindi il pubblico femminile non le apprezza... noto invece che le parrucche non tramontano mai. Avvistati anche completini sadomaso da filmino amatoriale: roba vera, roba nostrana, non delicatezze patinate da porno americano!
Intermezzo satirico. Sbronza come solo a 17 anni si può essere, la ragazza s'accascia al bancone chiedendo una birra; la barista, impietosa e schiava del lucro, serve la bevanda; la giovane butta già il primo sorso e lo rigurgita dentro il bicchiere pieno a velocità decuplicata, creando un apprezzabile effetto eruzione dal suddetto bicchiere. Poi s'accascia nuovamente sul bancone in attesa di anni migliori.
Ah, le minorenni ai concerti degli HCSS... molte avranno passato il pomeriggio a studiare per il compito di matematica, poi hanno fatto i famosi lavaggi anticoncezionali con la Cocacola e, indossate le mutande e messo lo scotch sui capezzoli, via verso i manzi scandinavi!

E narriamo del bestiame svedese, dunque.
  • Jocke, il fisicatissimo e inarrestabile cantante, esibisce l'intramontabile tinta corvina e le bretelle. Le scommesse lo davano a petto nudo dopo 2, massimo 3 canzoni, ma qualcuno deve aver truccato il sistema e Jocke si tiene la maglietta fino alla fine dello show, provocando isterismi che ricordo di aver visto solo nei peggiori lap-dance.
  • Adde, il batterista che piace a quelle a cui non piace Jocke, è biondo e con la maglietta. Abituate a vederlo moro e senza maglietta, le minorenni rimangono spiazzate e lo scambiano per un giostraio.
  • Vic Zino, chitarrista tascabile capellone, viene spesso accusato di essere un metallaro che ha snaturato il sound della band, ma a me sembra solo uno che se la spassa alla grande sul palco, senza porsi i problemi che assillano molti fans.
  • Martin, il sempre più pachidermico bassista (quello che non tromba mai, ma voglio fortissimamente credere che abbia una donna a casa che lo ama tantissimo), mi lascia sempre il dubbio: parrucca o no? A inizio concerto ha una coperta di capelli che ti fa esclamare “Parrucca!” con la sicurezza di un coiffeur, ma a fine concerto ha la piazza e ti vengono i dubbi. Son problemi.
PS Noto che nelle recensioni degli HCSS ho l'abitudine di farlo spesso, l'elenco puntato dei musicisti. Evidentemente, anche a distanza di anni, è sempre necessario puntualizzare quanti capelli abbiano e quanto sudino i singoli membri della band. Giusto per rendersi conto che il tempo è circolare e che assistere a uno show degli HCSS nel 2009 o nel 2014 è la stessa cosa... cambia solo la moquette.

Impegnato nel bagarinaggio e nel gioco delle tre carte, mi sono perso il gruppo di spalla, i Seventh Veil. Spiacente ragazzi, ma aver suonato in un multisala dovrebbe già essere motivo di vanto.
Gli HCSS invece non mollano un secondo, riescono sempre a piazzare una dozzina di pezzi da urlo, fanno spettacolo dal primo minuto all'ultimo, non invecchiano mai e piacciono anche quando sono sudati come anguille.
Ci sono gli estremi per prenderli a schiaffi.

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