ELUVEITIE – ARKONA –
SKALMOLD
31 ottobre 2014
New Age (Treviso)
Pagan metal per
festeggiare Ognissanti (per chi vuol bene a Gesù), Samhain (per chi
preferisce il tradizionalismo estremo) o Halloween (per chi guarda
troppa televisione). Locale gremito da chi non è riuscito a
prenotare a Lucca Comics e ripiega sul New Age. Paganesimo da serie
tv con un pizzico di Dungeons & Dragons: trionfo di barbe
incolte, kilt, grassi obesi contro magri anoressici, acne giovanile e
scarsissima cura per le ascelle... se tiri un dado da 20
(terminologia da giochi di ruolo: chi sa, sa) in mezzo al pubblico,
come minimo si ferma tutto, festa-musica-pogo-bevute. Sorprende la
nutrita presenza femminile: ci sarà anche una spiegazione
sociologica, ma chiedo l'aiuto dei lettori.
Più carnevalata che
celebrazione delle ancestrali tradizioni europee, ma alla fine è
soprattutto musica e ci si diverte alla grandissima, con pubblico
partecipe e band in gran forma, in una notte che da un capannone
della Val Padana ci proietta verso oscure lande del Nord (anche se
pure da noi ci son tradizioni immense, ma quanti stasera conoscono la
storia della strega Cheche? Questa ve la racconto solo di persona e a
pagamento).
SKALMOLD
Gli islandesi hanno
qualche problema di look, il batterista pesta a petto nudo con
pitture di guerra (come uno dei chitarristi, che però sembra più un
senzatetto), ma gli altri preferiscono lo stile “universitario
nerd”. In ogni caso, hanno gli stessi abiti che sfoggiano nel DVD,
il che porta a due conclusioni: o sono poveri o vogliono dare
sicurezze allo spettatore. Ricordo altresì che il Manuale del
Perfetto Vichingo prevede sul palco elmi e spadoni, non occhiali da
Museo Guggenheim. Musicalmente ok e il meglio si sente
nelle parti corali, mentre i suoni impastati non rendono la
profondità degli arrangiamenti, ma è un problema di tutta la
serata. Un plauso al bassista barbone, che scorrazza per il locale
senza un perché e, quando avvicinato dai fan, si caga addosso di
paura e diffidenza: o è tipico degli islandesi, oppure gli avranno
detto che in Italia i Metallari son dediti al taccheggio.
ARKONA
Emersi da qualche foresta
nel cuore della Russia, gli Arkona si presentano in abiti
tradizionali del medioevo slavo e assaltano il locale col loro pagan
metal + cornamuse e flauti suonati dal solito polistrumentista a
cottimo che ogni band del genere deve portarsi dietro sennò il
paganesimo va a farsi benedire. La cantante Masha è parecchio scarsa
nelle voci pulite, ma compensa con un growl ferale e l'ormai
leggendario pellicciotto delle Sorelle Ramonda, inoltre si agita come
posseduta dallo spirito di Perun (grazie esami universitari di Storia
dei Paesi Slavi). Gli altri membri sfoggiano delicati lineamenti da
tagliagole: sarà che i russi mori con capelli e barbaccia sembrano
sempre Rasputin (o dei preti ortodossi), ma incontrarli nei vicoli
non è raccomandabile. Occhio che il bassista sembra il fratello
brutto di Hell Hofer dei Bullet (il fratello chiuso in soffitta
perché la famiglia si vergogna). Suoni difficili da decifrare: o
senti le chitarre o senti gli strumenti folk, batteria e voce per
forza ci devono essere, il basso come sempre non serve.
ELUVEITIE
Gli svizzeri sono ormai
roba grossa: tour da headliner, riempiono i locali, possono anche
permettersi di non indossare armature e di vestirsi un po' fighetti.
Il cantante ha i rasta da punkabbestia, ma rispetto a qualche anno fa
noto che s'è comprato le scarpe nuove (nel 2007 girava con le
infradito rotte), il che denota un aumento degli introiti del gruppo.
Ma qualcosa non torna: gli Eluveitie sono tutti magri... come la
mettiamo con la tradizione pagan metal di avere almeno un obeso nella
band? Male, malissimo. Suggerisco di licenziare almeno un chitarrista
e provvedere a far ingrassare l'altro. Un po' troppo innocui, con
tanto di donne minute e sorridenti che suonano violino e ghironda:
più una cooperativa di menestrelli che un'orda barbarica.
Ogni tanto sembra infatti
di essere alla Sagra dell'Emmental, soprattutto quando le chitarre
spariscono (causa letargia del fonico) e si viene travolti da
violini, tastiere, ghironde, pifferi-zufoli-flauti. Per fortuna c'è
un troll alla batteria, che pesta come un Nibelungo e sfoggia una
barbaccia paganissima. Gli Eluveitie, per loro fortuna, compongono
gran bei pezzi, il pubblico è esaltatissimo e parecchio sbronzo.
Momento-disagio quando il cantante richiede il wall of death e poi
(causa chitarre a volume inesistente) parte con una marcetta degna
dei Tre Porcellini, al punto che il wall of death si chiude con una
lentezza da ospizio e il pogo s'interrompe in 4 secondi.
Sulle note della superhit
“Inis Mona” si chiude lo show, col pubblico che ormai fa
pattinaggio sul pavimento inondato da litri di birra e sudore. Poi
parte la festa di Halloween per il pubblico più standard, ma
preferisco allontanarmi nella notte col mio cocchio trainato da
caproni.
I Ringraziamenti:
- a Lorenzo Vettorello di
Notturno Metal, che con il sapiente uso di corruzione e rapimenti di
familiari mi ha introdotto al New Age per stilare questo report;
- a Nicola Casarin, a causa
del quale ho i Nibelunghi in testa da stamattina;
- a Alex Torchia, l'Oscar
Wilde di Maerne;
- a tutti coloro che
leggeranno il report e ci crederanno ;)
5 commenti:
Sempre scritti con stile e ironia... impeccabili!
E impossibile da denunciare alle autorità!
Purtruppo la possibilità che internet da a tutti noi di poter scrivere fa si che anche gli ignoranti e chi non ha nulla da dire si improvvisino scrittori e recensori. Questa dovrebbe essere una recensione di un concerto? Hai parlato quasi sempre dell'aspetto fisico dei musicisti, il tutto infarcito da luoghi comuni e metafore che suonano tanto bene ma non dicono assolutamente nulla. Quelle poche volte che parli di musica rimpiango quando ti limitavi a fare il fashion blogger perchè quello che dici non ha senso. La cantante degli Arkona scarsa? quello che tu pensi sia stonare, in gergo musicale si chiama usare una scala tonale diversa dal classico maggiore. Io non so che concerto tu abbia visto ma il fatto che tu abbia una tastiera e un pc non vuol dire che tu debba per forza parlare di argomenti che non conosci. O peggio ancora, fai una recensione di un concerto e parli di tutto fuorchè di musica e di musicisti.
Ciao Anonimo!
Apprezzo le critiche, ma sei sicuro di aver capito lo spirito del blog?
Sono solito leggere in silenzio e quelle poche volte che commento, lo faccio con nickname casuali. Sta volta commento con il mio nome perché tu, Anonimo, abbia una faccia da attribuirmi. La mia opinione è che il tuo commento, se pur legittimo, sia patetico, in primo luogo perché dai dell'ignorante a qualcuno nello stesso post in cui fai trasparire la tua scarsità grammaticale, (oltre a confusione nella definizione delle figure retoriche). In secondo luogo perché è evidente che la tua natura rosicona non ti ha permesso di comprendere lo stile e lo spirito del blog. Se ti fermassi a leggere e riflettere un po' di più prima di commentare capiresti la figura rosicona che hai fatto.
Chapeau a Waylander che non si cura di un commento inutile.
Pace e bene.
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