venerdì 17 luglio 2015

Troppo caldo per inventare un titolo accattivante


CRAZY LIXX
Ferrock Festival – Vicenza
16 luglio 2015

La proletaria Vicenza organizza festival gratuito in parco cittadino nel mezzo di quartiere popolare. Roba da caduta del muro di Berlino. Viste le premesse, ti aspetti ci suonino i Nomadi o qualche sventura reggae, cosa che in effetti accadrà nel fine settimana, ma l'ambìto (per modo di dire) slot del mercoledì è affidato all'Hard Rock, perché il Rocker se ne frega della settimana lavorativa e va ai concerti a prescindere: basta che siano birra, qualche donna discinta e un bancone su cui appoggiare il gomito per imprecare contro l'Universo.
Ho fatto l'esame che mi permetterà di evitare la deportazione per qualche anno, ho festeggiato in modo poco consono alla mia età e quindi mi sono perso nelle campagne venete. Finisco per designare in una taverna in stile Terzo Reich arredata con cane che fa salti di tre metri e risolve problemi logici più velocemente di molti umani, poi di colpo mi ritrovo a barcollare per il quartiere popolare di Vicenza in splendido ritardo e con un peso-forma in glorioso aumento dopo le libagioni. Evitate le gang da “Guerrieri della notte” che si annidano nei vicoletti, arrivo al festival proprio mentre iniziano gli svedesi Crazy Lixx.
La band, celebre perché fa dischi fighi e viaggia a cachet da discount (gira voce che con un migliaio di euro ti facciano lo show di 3 ore al matrimonio), ha da sempre un seguito minimo rispetto agli svedesoni che rimorchiano di brutto in Italia (es., Hardcore Superstar) e la causa è SICURAMENTE (occhio, siamo al 14% di verità) da imputare a due fattori:
  1. cantante brutto e in fase di calvizie (ma non puoi farlo fuori, visto che scrive lui tutti i pezzi), oltre che con una circonferenza di coscia sproporzionata rispetto al resto della band;
  2. batterista da 110 kg minimo, fenomenale ma più adatto a suonare coi Dismember.
Per il resto, hanno il bassista-bagnino minorenne a uso delle coetanee, mentre il solista ha la classe e il look per soddisfare donne più mature. Il ritmico altri non è che lo sciagurato albino dei Bai Bang, che in mezzo a musicisti normali dimostra di non essere un disgraziato come invece aveva fatto credere negli show con la sua band principale.
I CL suonano parecchi pezzi fenomenali e anche un paio di schifezze che fanno contenti solo loro. Il cantante inizia che sembra il Ted Poley dell'epoca in cui la gente sapeva chi fosse Ted Poley, poi a metà show di colpo perde tutta la voce senza una spiegazione plausibile (a meno che il fonico non abbia avuto un ictus). Il resto della band vagabonda per il palco puntando sulla fisicità e sull'impatto, anche se sembra che ognuno faccia uno spettacolo a sé e risultano poco legati. Il solista, che ricorderemo soprattutto per le pose da guitar-hero e il cappello a falde larghe amish-style, rompe una corda e il suono non cambia per niente, al che ti viene il sospetto che il fonico non si riprenderà più dall'ictus.
Poi il tutto finisce di colpo per sfinimento. È mezzanotte, ci sono 30 gradi ed è umido come in una sauna. La band, se escludiamo cantante e batterista, è visibilmente denutrita, sfibrata da una dieta di carote e aringhe: hanno tutti le gambette secche di gente che prende solo l'ascensore, non possono reggere la calura della Pianura Padana e la potenza dei veneti tirati su a rosso, soppressa e spalate di letame. Gli svedesi se ne vanno dopo uno show ottimo, con più luci che ombre e comunque penso che 2-3 donnine le abbiano anche racimolate.

Pollice alto e via nella notte.

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