venerdì 7 ottobre 2016

Concorso 2016 pt. 6: la prova orale (aka "una scusa per fare citazioni semi-colte")


Parcheggio miracolosamente in centro Jesolo Lido durante un'assolato inizio agosto e la mail mi conferma che:
  1. sono stato ammesso all'orale del concorso
  2. ho un voto talmente basso che mancava solo la mail si concludesse con “Si vergogni!”
A questo punto parte il flusso di coscienza, mentre procedo ciabattando verso la spiaggia insieme a un'orda di russi clamorosamente sbronzi alle ore 9.44 del mattino.
  • Non avendo studiato niente di niente, l'ammissione è un bel risultato (più o meno come trovarsi in semifinale a Wimbledon dopo aver passato 8 turni per infortuni degli avversari)
  • Hanno fatto fuori circa il 70% dei partecipanti allo scritto, quindi la selezione è stata fatta abbondantemente a caso
  • Come conseguenza del fatto di cui sopra, la commissione dovrebbe condurre a caso anche la prova orale
  • Ho trovato parcheggio a Jesolo e mi hanno ammesso: il quoziente massimo di fortuna estiva è stato raggiunto, quindi meglio restare al mare a tempo indeterminato
  • E come faccio con lo studio? Esattamente come ho fatto con lo scritto, ohibò!
  • Birretta al chiosco, AC/DC, headbanging e nichilismo

L'anno scolastico (perché in effetti faccio un concorso per accedere a un lavoro che faccio già) si apre con uno stillicidio di riunioni in cui il mio contributo principale è stato arrivare quasi in orario. Impegno da poco, ma abbastanza per rimandare ulteriormente lo studio e comunque situazione adeguata per migliorare una delle mie interpretazioni più riuscite: il morto apparente (fondamentale per schivare incarichi tipo responsabile dell'orientamento o coordinatore di dipartimento).
In effetti, l'impegno maggiore è stato capire come arrivare al Liceo Nievo di Padova in moto per ridurre al minimo i tempi di attesa. La commissione dell'orale mi attende infatti gioiosa il giorno 13 settembre alle ore 14 per estrarre la traccia su cui svolgere l'esame: operazione di 32 secondi che rischia di cancellare almeno 4 ore della mia giornata, ore vergognosamente sottratte al bracconaggio o al taccheggio. Purtroppo la viabilità padovana (in sostanza un tributo a Escher) non si può affrontare, stop. Quindi treno.
Partenza, arrivo a Padova, scarpinata fino al Nievo, estrazione della traccia: “Il Concilio Vaticano II”, bestemmia, rientro a casa, bestemmia, studio, preparazione PowerPoint con foto di papi e cardinali, file audio con pontefice che arringa la folla, bestemmia (sempre mia, non del pontefice), a letto a sognare un mondo migliore in cui per lavorare non debba fare più selezioni di un partecipante a X-Factor.
Risveglio, ripasso, visione di 2 puntate di “Vikings” (prima serie) per acquisire motivazioni, partenza per Padova, scarpinata al Nievo con discreto anticipo e l'idea di ripassare con calma, arrivo al Nievo e la commissione mi chiama subito dentro. Bestemmia.
Orale gestito dal sottoscritto come una televendita di pentole: sguardo fisso in camera, gesticolare da bazar berbero, impostazione drammatica incrociando “MacBeth” e “Ogni Maledetta Domenica”. Tempo a disposizione: 35 minuti. Tempo sfruttato: 20 minuti scarsi. La commissione riempie il tempo facendo domande talmente contorte e verbose che alla fine rispondo a caso, con sorriso sicuro e affabile. Poi il colloquio in inglese, ove sfodero tutta la mia conoscenza dello slang di “Sons of Anarchy” (prime 3 serie, poi trascurabile).
Risultato finale: promosso, ma senza amore.
Comunque promosso, ragione sufficiente per mescolare birra e sangria. E poi pentirsene, ma alla fine mi pento anche di non aver seguito abbastanza bene catechismo, sennò sai che esposizione top gli facevo su questo Concilio Vaticano II?!

Detto ciò, che ne sarà di questo concorso (vincitori e vinti) ad oggi nessuno lo sa. Metafora dell'incertezza dell'esistenza, in cui pianificare è inutile giacché le cose cambiano incessantemente e quando vanno per il verso giusto dovresti chiederti chi ti sta inchiappettando di nascosto.
Per fortuna, essendo nato ottimista in quanto bello e ricco, me ne torno in classe a fare il bullo e in radio a discettare di Heavy Metal.


1 commento:

Alessandro Fort ha detto...

Ma sempre vincitore.... ennesimamente (con avverbio discutibile)coinvolgente con quella punta di ironia che ti copisce e che ti fa sperare che il testo non finisca mai, e arrivi alla fine con la tristezza della consapevolezza... purtroppo è proprio finito. Attendiamo altri esami solo per aver occasione di sentire altre storie narrate... e vissute.