domenica 30 ottobre 2016

WELKIN + ANUBI'S CURSE + STRAIGHT EDGE - recensione di balletti e fracasso



Le band minori si esibiscono ovunque per mille motivi (voglia di suonare, crearsi un pubblico, raccontare ai compagni di classe che sei in tour, far vedere alla mamma che non sei uno spiantato...). “Ovunque” significa nella migliore delle ipotesi locali adatti alla musica live, nella peggiore autogrill, bocciofile, cantieri, corridoi.
Ieri, con tutto il rispetto per il locale, siamo stati nella fascia bassissima. Pub che al massimo reggerebbe un acustico + soundcheck problematico e salta fuori una situazione dove si sente meglio se stai fuori dal locale piuttosto che sotto il palco.
Poca colpa alle band, sia chiaro: questo passa il convento e personalmente è sempre meglio andarci, agli show, che restare a casa a sgranare fagiolini.
Ergo, nulla posso dire sulla qualità della proposta delle band, né sulla perizia tecnica. E comunque non ne sarei in grado, visto che in questo periodo la mia mente è occupata a sondare i migliori cetrioli sottaceto nei supermercati locali (oltre a cercare la strategia per spiegare decentemente la filosofia del linguaggio, ma i cetrioli mi paiono più abbordabili).
Ecco ciò che resta.

STRAIGHT EDGE. Mai visti né sentiti prima (da quando sono agli arresti domiciliari non riesco a tenere il passo), ma bella attitudine e le band che danno tutto sul palco meritano sempre un plauso a prescindere. Mi è parso di cogliere parecchio hard rock, una spruzzata di Seventies, una cover dei Van Halen e mi fermo qua, perché a un certo punto del concerto riesco a sedermi al bancone davanti al bidone dei bagigi e per noi anziani questo rappresenta la svolta. Record regionale 2016 di bagigi ingoiati in 31 minuti, peraltro. E zitti tutti.

ANUBI'S CURSE. From Treviso a mia insaputa, band di Melodic Metal con voce femminile. I fattori che mi spingono all'ascolto: 1. pausa dai bagigi, 2. una pessima IPA, 3. paiono bravi. In effetti sarebbe bello prima o poi ascoltare la musica che fanno, per ora posso dire che si muovono bene (non bene come MC Hammer, ma bene), che mi pare di intuire anche dei ritornelli ganzi, che non ci sono 700 basi registrate incluso il pubblico e che alla fine portano a casa il macinato. Devastante momento di avanspettacolo del bassista, potrei anche raccontarvelo ma non avrebbe mai lo stesso senso e quindi disperatevi per quello che vi siete persi.

WELKIN. Questi li conosco da quando rubavano rame da adolescenti: dopo una carriera ultradecennale da 1 concerto all'anno cominciano a ingranare all'età in cui la maggior parte degli altri musicisti si rassegna a un futuro nel Multilevel Marketing. I Welkin, che invece si sono trovati un lavoro stabile poco dopo la terza media, adesso sono pronti a schiacciare la concorrenza che infatti non c'è. Sempre clamorosi nelle battute tra una canzone e l'altra: solo per quello valgono il prezzo del biglietto (che mai comunque vi farebbero pagare, quindi affrettarsi).

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