DARK TRANQUILLITY +
OMNIUM GATHERUM
28 marzo 2017
Revolver (San Donà di
Piave – VE)
Le due band, in tour con
gli Amon Amarth, usano il giorno libero per lo shopping all'autogrill
di Calstorta Nord. Speso l'impossibile in tobleroni e prosecco
abruzzese, i musicisti si vedono costretti a tirare su quattro soldi
suonando la sera al Revolver di San Donà, vicino all'uscita
dell'autostrada.
E allora via con lo show,
in un locale che da un po' ospita serate metalliche dall'affluenza
schizofrenica (a volte pieno impaccato, più spesso quattro gatti,
saltuariamente solo cespugli rotolanti). Anche stasera numeri decenti
e nulla più, di certo sotto le aspettative per una band come i Dark
Tranquillity. L'analisi delle motivazioni lasciamole ai sociologi o
agli psicologi e passiamo a parlare di estetica.
OMNIUM GATHERUM
Finlandesi, 7 album di
melodic death metal all'attivo e io li conosco solo di nome. Esce
troppa musica e per stare dietro a tutto dovrei rinunciare ai soliti
3 mesi di vacanza ad Aruba, ma sono debole e non lo farò: quindi,
col capo cosparso di cenere, ascolto questa truppa finnica che spara
bordate di metallo pesante. I suoni sono intricati come un dialogo
tra sbronzi, quindi deduco che la musica sia accettabile, ma non
posso affermare nulla di definitivo. Peraltro alle orecchie porto dei
tappi talmente da VIP che non sento niente, neanche la faccia.
Elementi memorabili da
tramandare ai posteri:
- il cantante esegue coreografie imitando il simbolo della band, una cosa che posso perdonare solo ai Manowar; ha inoltre gli zigomi talmente pronunciati che non gli si vedono gli occhi e la panza talmente finnica che la camicia esplode dopo le prime note;
- il basso non si sente, mai (nel Metal in generale, non solo al Revolver);
- i capelli lunghi, soprattutto se sbatacchiati qua e là con vigore, danno alle band quel tocco in più di Metal che evita l'immagine “impiegati in sala prove”
- chi ha fatto bere il tastierista?
- le coreografie da “posa plastica & headbanging” sono una tragedia, tutti scoordinati e addio all'effetto epico... sembra solo un triste episodio di epilessi collettiva...
DARK TRANQUILLITY
Sono più di 15 anni che
vedo dal vivo i DT, che forniscono una certezza inossidabile: la
camicia nera del cantante Mikael Stanne, un uomo che le magliette ha
smesso di usarle uscito dall'asilo nido.
Le sorprese sono i cambi
di formazione, che hanno reso la band una cooperativa del Metal
svedese, pur mantenendo sempre la costanza del cantante e del
batterista. I nuovi sono Santa Claus al basso e i due chitarristi
(solo per il tour): il fenomenale e incartapecorito Christopher Amott
(che ama la sua chitarra al punto che la fissa per tutto lo show,
senza accorgersi che c'è anche il pubblico) e Johan Reinholdz (che è
uguale a mio fratello coi capelli lunghi e il girovita importante).
Prestazione impeccabile,
come anche la scaletta, che esplora l'ultimo valido “Atoma”
(quello col folpo in copertina) più i pezzoni clamorosi di quasi
tutta la carriera. Certo, i primi album saranno ignorati finché i DT
riusciranno a pagare le bollette evitando tour commemorativi, quindi
dimentichiamoci “A Bolt of Blazing Gold” e “Lethe”.
Promozione a pieni voti
per tutti, soprattutto per Stanne, il frontman più giocherellone del
Metal (estremo, ma non troppo), pur denotando una preoccupante
somiglianza col cantante dei The Answer. Lo salverà la dieta svedese
a base di aringhe, renna essiccata e lamponi, oltre al fatto che
l'alcol lassù costa il disastro e farselo da soli implica il rischio
di far saltare in aria la cantina.
Il pubblico presenta
quasi tutti volti noti, suggerendo che anche quello dei DT cominci a
essere un genere “per vecchi”, almeno qui in Italia. Come milioni
di altre cose. Ma le indagini nel merito le svolgo solo a pagamento,
quindi niente approfondimenti e plaudiamo piuttosto la scelta di aver
fatto finire il concerto a un orario umano. Conclusione dello show
entro mezzanotte, così noi Metallari riusciamo ad arrivare in orario
alla messa nera del martedì.
1 commento:
Intramontabili descrizioni nelle quali i personaggi fanno a fatica a essere più evidenti dell'autore dei testi. Come sempre, il Novello si sforza positivamente di descrivere soggetti assolutamente sorprendenti, ma sorprende il desiderio di conoscere prima di tutto chi ne parla. Lo stile come sempre ironico e simpatico, tecnico e continuamente al di sopra di tutto, specialmente delle band. Ammirevole la competenza, la pazienza, la ricerca di band che appartengono a una cultura non così facile da conoscere o almeno da incrociare. Grande Novello, infinitamente perfetto il suo stile. Sulla musica... ognuno la pensi come ritiene.
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