Metalitalia.com Festival
2017
Day 1
Live Club – Trezzo
sull'Adda (MI)
TRICK OR TREAT
Aprono il Festival,
troppo presto per la mia ciurma ancora impegnata ad arricchire
società autostrade e autogrill, oltre che compagnie petrolifere e
ditte di ricambi auto: privilegi della guida sportiva e di feroci
discussioni sul Metal, che fomentano disordini e scatenano il
testosterone.
HOLY MARTYR
Qualcuno deve avere
seriamente rotto le palle agli Holy Martyr, che assaltano lo stage
incazzati come leoni a cui hanno strizzato i capezzoli. Epic Metal
della vecchia scuola, per suonare il quale devi essere un brutto
ceffo, avere la barbaccia e un piglio da scalzacani: magari nella
vita gli Holy Martyr faranno i maestri all'asilo, ma qui si apre con
una canzone intitolata “Numenor” e non possiamo certo farla
suonare a delle ballerine. Promossi. A birra e salsicce poi gli Holy
Martyr devono essere imbattibili.
WHITE SKULL
Alla sagra provano a
proporre piatti nuovi, ma alla fine tutti prendono polenta e
costicine. Ecco, i White Skull sono la “poenta e coste”: cambiano
le mode, cambiano i gusti, ma alla fine sono sempre là e sono sempre
una delle cose migliori. E va bene se la voce di Sister De Boni
sparisce di fronte alla doppia cassa e alle ritmiche, se il basso
tira dritto su una corda e del tastierista ci si ricorderà
soprattutto per la chioma e le pitture di guerra. Ovvio poi che
Danilo Bar ad ogni concerto batta tutti i record di “Guitar Hero”
e vinca pure il premio Emmy per la miglior performance comica. Su
tutti però si staglia Tony Mad, arcigno e sfrontato come un
bucaniere, arringa la folla e si porta a casa i cori più ganzi.
SECRET SPHERE
Una volta mi esaltavo
quando vedere le band con più componenti di una squadra di rugby,
adesso le temo perché di solito non si capisce una tega di quello
che suonano. I Secret Sphere, poi, si presentano con due coristi e
per un paio di canzoni fanno anche i duetti con l'ex cantante Ramon
(bravissimo, scalzissimo e con la peggior canotta che si possa
comprare ai saldi dei cinesi)... i presupposti per la tonnara ci sono
tutti, invece i ragazzi sono calibratissimi e il tutto prede una
piega vincente. Poi Luppi ti stappa i timpani sparando baci a
ultrasuoni nel microfono, ma lo perdoni perché ti fa la solita gag
da Madagascar e capisci che, in un mondo giusto e onesto, starebbe a
dirigere l'animazione nei resort più lussuosi del pianeta. Comunque
sia, canzoni bellissime e una band in palla, suoni ottimi e tanto
coinvolgimento: se hanno anche trovato gentil donzelle a cui
accompagnarsi, hanno fatto filotto.
LABYRINTH
Sarò stato stanco e
scazzato io, che ormai reggo gli sforzi prolungati solo se mi mettono
la droga nel bicchiere, ma anche i Labyrinth devono aver avuto una
nottata difficile o una visita di Equitalia. Tra incomprensioni di
esecuzione e qualche battuta riuscita male, sembra più una serata in
sala prove che una performance da festival. Poi hai Tiranti alla voce
che, al netto della panciera (o cintura di wrestling), non prende
lezioni da nessuno e in generale dove guardi c'è un fenomeno dello
strumento, ma non scatta la magia. Felice di rivedere alle tastiere
Oleg Smirnoff, che suona di spalle o coprendosi il volto con la
coperta di capelli perché ci saranno stati dei suoi creditori tra il
pubblico. Puntiamo su prossime date per il riscatto.
GRAN MAGUS
Ripulito il palco e
lasciati solo una batteria minimale e due microfoni, parte l'intro
con la soundtrack di “Conan” e so già che domani si andrà
dall'ortopedico. E va bene così, dopo un paio d'ore di eleganti
partiture il repertorio classic dei Grand Magus (saccheggiatori di
Manowar e compagnia epicheggiante) fa ritornare il pubblico del
Metalitalia allo stato primordiale: bestie. Nel senso metallico del
termine, con headbanging, pogo, ululati e voglia di assaltare il
primo villaggio fuori dal casello autostradale. La magia della band è
avere anche al basso Fox Skinner, secco secco e col dente d'oro, così
che le luci ci si rifrangono e sembra che abbia un faro in bocca. Nel
mio tabellino i GM stanno sul podio.
RHAPSODY OF FIRE
Ho capito quale versione
della band avrebbe suonato solo quando ho visto Staropoli sul palco:
ormai non riesco più a seguire le telenovelas, figurarsi 2-3
versioni dei Rhapsody. I primi due album mi gasavano, anche se avevo
capito che un genere simile è quanto di più scacciafiga ci sia: poi
ho scoperto il bricolage, ho avuto successo con le donne e ho perso
di vista i triestini. Staropoli è rimasto uguale (sempre una coperta
di capelli e una degna circonferenza di bicipite), gli altri sono
impeccabili. Scenografia poverella, ma qualche effetto speciale salta
fuori lo stesso, esempio il flautista non microfonato che però si
sente benissimo. Il nuovo Giacomo Voli lascia a bocca aperta e scopro
troppo tardi che è anche personaggio televisivo, (vivo in una
spelonca dove non si prende la RAI), sennò gli avrei chiesto una
raccomandazione per Masterchef.
EDGUY
Ricetta per uno show
vincente:
- soundcheck da headliner, così prepari i suoni ammodo e si sente tutto;
- tastiere campionate, che c'è meno cagnara;
- canzoni da greatest hits e mai troppo incasinate da complicarsi la vita;
- Tobias Sammet,
… e gli Edguy si
portano a casa l'ennesimo show vincente.
Toby si gioca tutto il
repertorio da intrattenitore, saltella qua e là senza cadere dal
palco (dopo il volo al Bang Your Head di qualche anno da, mi aspetto
di tutto), si tiene cappotto e cappello per tutto il concerto
perdendo almeno 12 kg (ma è tedesco e reintegra subito con stinco e
crauti), piazza anche le ballad strepitose che ha rubato a Savatage
(lo dice lui) e Poison (lo dico io). Gli altri esistono, nel senso
che ci sono sul palco, ma te ne accorgi solo quando Toby li indica
per prenderli per il culo: per fortuna questo equilibrio soddisfa
tutti, visto che la lineup è uguale da più di 20 anni.
Per fortuna che Sammet è
alto come una banana, altrimenti avrebbe qualche decina di figli
illegittimi da mantenere.
Un grazie a:
- Notturno Metal per aver fornito il travestimento da bistecca di seitan, con cui sono riuscito a entrare di nascosto
- Lo staff del Live Club, che ha fornito posti a sedere in posizione comodissima a tutte le donne in stato interessante (questo è vero e degno di lode)
- Lo staff di Metalitalia.com per aver organizzato al meglio un festival impeccabile
- I miei compagni di viaggio, che stanno ancora urlando il coro di “Hammer of the North”
2 commenti:
Come sempre, mirabili commenti, descrizioni che si insinuano nel mondo dell'ironia strappando sorrisi e approvazioni varie, anche da parte di chi probabilmente non riuscirebbe a reggere tutti questi gruppi e le loro particolarità. Ancora una volta, il grande Novello si rivela migliore delle sue prede musicali le quali dovrebbero sentirsi debitrici nei suoi confronti per almeno cento anni, anche nei commenti peggiori.
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