lunedì 30 ottobre 2017

Rhapsody o.F. + Orden Ogan, la recensione senza peli sulla testa


ORDEN OGAN + RHAPSODY OF FIRE + UNLEASH THE ARCHERS
24 ottobre 2017
New Age Club (Roncade – TV)

Poteva essere una desolazione umiliante, invece salta fuori un'ottima serata di Power Metal.
Presupposti a dirla tutta negativi...
  • Mettici un martedì sera, in cui il Maschio Beta Trevisano generalmente gioca a calcetto e poco pensa al Metal.
  • Mettici che il genere scacciafemmine per eccellenza rischia di trasformare lo show nella Sagra della Salsiccia.
  • Mettici due band come Unleash the Archers e Orden Ogan, che in Italia non possono neanche contare sui parenti per rimpinguare il pubblico.
  • Mettici che la band più nota, i Rhapsody of Fire, suona per seconda e neanche un'ora.
Insomma, i presupposti per il naufragio c'erano tutti.

Evidentemente invece i giocatori di Dungeons&Dragons senza attitudine calcistica sono numerosi in Veneto, quindi l'affluenza è dignitosa. Quattro cani con gli UtA, consistente collezione di stempiature e magliette XXXL con i RoF, qualcosa di meno con gli OO (perché se si arriva a casa verso le 23 ci sta anche una partita a League of Legends).

UNLEASH THE ARCHERS
Mettiamoci nei loro panni: milioni di km dal Canada per aprire questo show nella campagna veneta alle ore 20.05... venti persone sotto il palco sono un trionfo. Heavy classico con accelerazioni da gara di motorini davanti all'oratorio e una serie di cover degli Iron Maiden che spacciano per canzoni loro, ma ce la mettono tutta e alla fine convincono tutti. Eppure a leggere di musica ci si annoia, quindi sotto coi dettagli collaterali:
  • Chitarrista alla mia sinistra: prelevato di peso dalla copertina del primo Allman Brothers, si piazza davanti al ventilatore e per un'ora mormora con gli occhi chiusi “Sono al Fillmore East. Sono al Fillmore East”.
  • Chitarrista alla mia destra: deltoide sproporzionato, deve smetterla di allenarsi guardando i video di “Malati di Palestra”.
  • Bassista strabico col bassino minuscolo e seri problemi di assimilazione delle proteine.
  • Batterista scarsone, ma leader della band.
  • Cantante Brittney Slayes (l'unica di cui mi sono cercato il nome su Wikipedia), brava a passare da Bruce Dickinson a Rob Halford fino a King Diamond (cioé Halford con una molletta sui testicoli), grande presenza scenica con una serie di coreografie azzeccate e il solito vecchio headbanging per quelli che vogliono vincere facile.
Bravi, gli comprerei anche qualcosa, ma i CD costano come un biglietto A/R per il Canada e le magliette sono così dozzinali che a confronto quelle degli Iron sono dei dipinti del Caravaggio. Appena mi arriva lo stipendio da Notturno Metal provvedo a ordinare alla band un po' di sciroppo d'acero.

RHAPSODY OF FIRE
Band dalla lineup più instabile del cast di “Sentieri”, si presenta adesso con lo storico Alex Staropoli (con almeno 10 kg di massa in meno rispetto agli anni buoni), chitarra e basso mirabolanti dal Trieste Sunset Strip, la voce spettacolare di Giacomo Voli (che conoscono tutti per aver fatto un talent sulla RAI, ma io la rete nazionale non la prendo e tanto in TV guardo solo programmi di apicoltura), batterista tedesco ultra-sincronizzato (che usa più le gambe delle braccia, in piena tradizione power) e uno splendido MacBookPro che gestisce cori, orchestra e trattative per il tour tramite Siri (il che spiega perché gli Orden Ogan siano headliner). Show impeccabile come solo le band brandizzate Apple sanno fare, un nostalgico excursus attraverso canzoni storiche amatissime da un pubblico esaltato neanche avesse infilato una serie di 20 naturali sui tiri per colpire (D&D™). Timidi tentativi di pogo subito abortiti accompagnano una cavalcata trionfale che ci fa tornare 20enni ostracizzati dal mondo del Metal Integralista, perché nel 1998 ascoltare i Rhapsody era prova di dubbia eterosessualità.

ORDEN OGAN
Carriera rispettabile all'estero (dischi ogni 2 mesi, tour e festival anche nei centri commerciali, magliette pacchiane, ecc.), in Italia gli Orden Ogan sono roba per pochi. Sarebbe stato meglio avere i Rhapsody of Fire come headliner (almeno i pezzoni li si conosceva), ma è anche vero che le canzoni degli OO si imparano in 30 secondi e, forti dell'avere solo tre varianti di ritornelli, il pubblico riesce a canticchiarsele.
Scenografia rubata alle Fiere di San Luca di Treviso, con due manichini vestiti da cowboy e qualche sfondo dismesso dal villaggio western di Gardaland. Musicisti vestiti da vaccari come nel concept dell'ultimo album “Gunmen”, ma rovinano tutto coi lineamenti del tedesco in vacanza ai camping di Jesolo Cavallino.
Uomini da amare nella band:
  1. Chitarrista male in arnese e con capelli rari ma lunghi (messo davanti al ventilatore sembrava Einstein). Sorridente però.
  2. Batterista dritto e preciso come da tradizione teutonica, ma con sguardo fisso verso un punto davanti a sé (a parte brevi inclinazioni della testa verso destra, per vedere se qualcuno si stava fregando la birra), appena più mobile dei due manichini.


A livello di interazione siamo decisamente lontani dagli Dei del Rock, ma anche sotto l'animazione di un villaggio vacanze. Il che in sé non è male, ma se poi suoni 12 pezzi con 3 variazioni di massima, difficilmente lascerai un ricordo immortale e la brama di imitarti allo specchio al ritorno a casa. Infatti gran parte del pubblico preferirà tornare a casa a imitare allo specchio il MacBookPro dei Rhapsody (che deve essere un crumiro, però, perché ha gestito anche le parti migliori del concerto degli OO).

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