lunedì 6 agosto 2018

Esami di Stato pt. 2: spionaggio, imboscate e cappuccini


LA RIUNIONE PLENARIA.
Riunione che serve ai commissari per conoscersi, per verificare come sia il Presidente e per pianificare il calendario delle operazioni.
Sulla carta.
In realtà ecco cosa succede.
  • COMMISSARI INTERNI. Studio attento del Presidente, che in un mondo utopico coniugherebbe l'efficienza aziendalista di team leader con l'umanità di un saggio filosofo (ovvero, è bravo a fare i calendari e promuove tutti).. in un mondo utopico, appunto. Altrettanto accurata l'analisi nei confronti dei commissari esterni, giacché li si spera comprensivi con i poveri studenti analfabeti: in sostanza, dovrebbero promuovere tutti senza fare i protagonisti dell'esame (perché il ruolo di protagonisti è ambito dai commissari interni).
    Cosa aiuta nel valutare i colleghi e Presidente durante la riunione plenaria? Parametri inoppugnabili come l'odore corporeo, le scarpe indossate, la disponibilità a ridere alle battute vergognose che qualche interno mette in campo per stemperare la tensione, il “sentito dire” che arriva dagli studenti (generalmente sono rocamboleschi voli pindarici attorno ai sempreverdi temi di sesso e droga). Insomma, conta la prima impressione.
    I commissari interni di solito sono persone con normali processi metali, perché il Consiglio di Classe non è talmente idiota da inserire squilibrati... tenendo conto che tra gli esterni possono annidarsi casi mostruosi.
  • COMMISSARI ESTERNI. Tendono a incarnare due estremi: Angelo Vendicatore della Cultura, pronto a spazzare via le tenebre dell'ignoranza, oppure Benevolo Genitore Surrogato, che a colpi di domande da Settimana Enigmistica (prima pagina) e risposte che si dà da solo, conduce tutti i pargoli a votazioni scintillanti. Nel primo caso gli studenti sono spacciati, a meno che non intervenga il Presidente per placare gli animi (gli studenti se la caverebbero anche studiando, ma non vorrei ragionare troppo per assurdo). Nel secondo caso, se i commissari sono tutti così si può già dare anche agli studenti una laurea 110 e lode, altrimenti comincia il valzer di scontri e ripicche tra commissari (“Sei troppo buono”, “Sei troppo cattivo”, “Ti puzza l'alito”, “---inserire insulto generico alla madre---”...).
    Se sono persone normali, ci si ragiona e si procede tranquilli verso un Esame nella norma. Altrimenti, solo un Presidente illuminato può salvare la situazione. 
  • PRESIDENTE. Egli sa che i ricorsi avvengono in caso di bocciatura e che si giocano tutti sui vizi di forma, quindi i verbali della commissione devono essere impeccabili. Ragion per cui molti Presidenti se li fanno da soli, e il segretario deve solo rivederli e controfirmarli.
    Ma l'Umanità è vasta e varia, quindi ci sono anche Presidenti che vogliono solo andare in ferie, che dormono in piedi, che molestano femmine e maschi, che obbligano il segretario a produrre centinaia verbali che poi vengono costantemente cancellati e riscritti, che non sanno organizzare nemmeno la spesa settimanale e figurarsi una serie di impegni istituzionali, ecc. 
    Se si presenta la peggiore ipotesi, è l'Abisso. Sei commissari sequestrati dal Ministero e obbligati a lavorare in piena estate, coordinati dal Presidente peggio della nazionale zairese ai mondiali '74. Solo anni di abitudine alle difficoltà, a fare di ragion virtù, ad accettare la follia e abbracciare il nonsenso (insomma, la quotidianità per un docente italiano) può permettere di uscirne vivi.

Alla Plenaria si deve prendere anche una decisione drammatica: i turni di sorveglianza durante le tre prove scritte. Nella migliore delle ipotesi si fanno turni equi. Ma tale ipotesi si presenta raramente. C'è il commissario che abita in mezzo a un lago (tutto vero), quello che di mattina deve badare alle capre, quello che si sveglia alle 4 e quindi vuole il primo turno ma alle 11 deve assolutamente andare a dormire, quello che farebbe tutti i turni ma ha problemi di trasporto perché gli hanno ritirato la patente (è sempre tutto vero), quello che soffre il caldo o il freddo, quello che ha fissato degli impegni inderogabili proprio in quelle ore perché non si ricordava di essere stato nominato commissario(continua a essere una storia vera).
Alla fine, per fame o per sonno, qualcuno cede e il calendario esce. Gli esterni vorrebbero sempre uno dei loro presente, giacché ci si immagina un team di commissari interni spregiudicati e corrotti (in stile polizia messicana) che vivono per favorire oltre ogni limite l'esame dei loro studenti. Cosa che potrebbe anche verificarsi ogni tanto, ma vediamo l'impostazione mentale del commissario interno:
  1. se lo studente è bravo, non ha bisogno di aiuti;
  2. se è medio, non ha bisogno di aiuti;
  3. se è sufficiente, anche senza aiuti un diploma se lo porta a casa; 
  4. se è scarso, abbiamo alcune opzioni:
  • è scarso per vari problemi certificati (dislessia, iperattività, ecc.): esistono nelle misure previste dalla legge e ce la fa senza aiuti;
  • è scarso perché non capisce nulla e non ci si capacita di come sia arrivato in quinta: anche con aiuti non ce la farà, quindi inutile farlo;
  • è scarso perché “ha le capacità ma non si applica”: me lo sono dovuto sopportare per anni, magari con i genitori che minacciano perché il piccolo genio non è valorizzato, e ti pare che vado anche ad aiutarlo?

Forti di queste convinzioni antitetiche, i due team di commissari si preparano ad affrontare le tre prove scritte. Che, dal punto di vista dei docenti, sono l'equivalente di ciò che accade ne “Il deserto dei Tartari”: lettura che consiglio senza indugio, mentre attendete il prossimo post sulle prove scritte.

PS. Capita che la scuola ospite preveda di offrire cibarie e bevande (caffé e cornetto, al massimo) alla commissione. Non spesso e comunque più nelle private che nelle pubbliche. Ragion per cui potrebbe sembrare corruzione. Tuttavia, se un commissario si fa comprare in cambio di qualche brioche, evidentemente costui passa il tempo libero a chiedere l'elemosina in stazione.
Il pericolo più grande, in questi casi, è la gola. Alcuni commissari sembrano a digiuno dagli anni '90 e quando arriva il momento spazzolano tutto quello che c'è, come se fossero stati allevati in qualche orfanotrofio. A volte si portano anche a casa gli avanzi, come si fa nei matrimoni che piacciono a me, con la differenza che in una commissione di 7 persone gli “avanzi” sono un nome elegante per definire i furti. 
Magari nella Prima Repubblica ti rimborsavano anche l'acquisto delle Galatine... ma ormai l'abbondanza è finita e le commissioni si presentano con i Tupperware pieni di insalata di riso.

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